The purpose of my work was to provide an analysis and reflection on the change in the female figure between myths and stereotypes by comparing the studies of Marija Gimbutas and subsequent historical and social analyzes in the Greek-Roman context. The privileged object of the analysis is divinity, starting from the principle of the great and unique Mother Goddess of ancient archaic Europe up to investigating the forms that this figure would have assumed in the patriarchal and polytheistic societies that followed, to understand if and how to changes have occurred in this regard. The research was outlined in three phases: 1) carrying out an excursus to investigate the origin and meaning of the concept of matriarchy, traveling through the myth until reaching other and diversified areas such as anthropology, psychoanalysis and politics; 2) analyzing in particular the work of Marija Gimbutas, to understand the genesis and reasons of the archaeological and sociological investigation conducted up to the myth-archaeological theorization of the great Goddess; 3) finally arriving at the Greek-Roman system between uses, customs and cultic policies that governed society. To better grasp the difference between one phase and another, I examined the deities of Venus / Aphrodite (the Seductress), Minerva / Athena (the Iron Virgin) and Diana / Artemide (Mother Nature) with related characteristics. The final goal is therefore to highlight the way in which, through the comparison of two times, society and conceptions, the feminine (human and divine) has changed and what kind of legacy it has left in our contemporary. In fact, although it is a reflection mainly oriented to the past, through specific references I wanted to keep it open also to our present since the privileged (or incriminated, depending on the perspective) unity, beyond the Goddess and the Witch, remains the Woman , eternal (s) object of desires and strife.

Scopo del mio lavoro è stato quello di fornire un’analisi e una riflessione sul mutamento della figura femminile fra miti e stereotipi confrontando gli studi di Marija Gimbutas e le successive analisi storico sociali in ambito greco – romano. L’oggetto privilegiato dell’analisi è la divinità, partendo cioè dal principio della grande e unica Dea Madre dell’antica Europa arcaica fino ad indagare sulle forme che tale figura avrebbe assunto nelle società patriarcali e politeiste che seguirono, per comprendere se e come si siano verificati dei cambiamenti in merito. La ricerca si è delineata in tre fasi: 1) svolgendo un excursus per indagare sull’origine e il significato del concetto di matriarcato, percorrendo il mito fino ad approdare ad ambiti – altri e diversificati fra loro quali l’antropologia, la psicanalisi e la politica; 2) analizzando in particolare il lavoro di Marija Gimbutas, per comprenderne la genesi e le ragioni alla luce dell’indagine archeologica e sociologica condotta fino alla teorizzazione mitoarcheologica della grande Dea; 3) approdando, infine, al sistema greco – romano tra usi, costumi e politiche cultuali che regolavano la società. Per meglio cogliere la differenza tra una fase e l’altra, ho preso in esame le divinità di Venere/Afrodite (la Seduttrice), Minerva/Atena (la Vergine di ferro) e Diana/Artemide (la Madre Natura) con relative caratteristiche. L’obiettivo finale è quindi quello di mettere in luce il modo in cui, attraverso la comparazione di due tempi, società e concezioni, il femmineo (umano e divino) sia mutato e che tipo di eredità abbia lasciato nel nostro contemporaneo. Infatti, sebbene si tratti di una riflessione principalmente orientata al passato, attraverso specifici riferimenti ho voluto mantenerla aperta anche rispetto al nostro presente giacché l’unità privilegiata (o incriminata, a seconda della prospettiva), oltre la Dea e la Strega, resta la Donna, eterno (s)oggetto di desideri e contese.

Donne e Dee: dal mito del matriarcato ad una storia di riscritture

PAPANDREA, CARLOTTA
2020/2021

Abstract

Scopo del mio lavoro è stato quello di fornire un’analisi e una riflessione sul mutamento della figura femminile fra miti e stereotipi confrontando gli studi di Marija Gimbutas e le successive analisi storico sociali in ambito greco – romano. L’oggetto privilegiato dell’analisi è la divinità, partendo cioè dal principio della grande e unica Dea Madre dell’antica Europa arcaica fino ad indagare sulle forme che tale figura avrebbe assunto nelle società patriarcali e politeiste che seguirono, per comprendere se e come si siano verificati dei cambiamenti in merito. La ricerca si è delineata in tre fasi: 1) svolgendo un excursus per indagare sull’origine e il significato del concetto di matriarcato, percorrendo il mito fino ad approdare ad ambiti – altri e diversificati fra loro quali l’antropologia, la psicanalisi e la politica; 2) analizzando in particolare il lavoro di Marija Gimbutas, per comprenderne la genesi e le ragioni alla luce dell’indagine archeologica e sociologica condotta fino alla teorizzazione mitoarcheologica della grande Dea; 3) approdando, infine, al sistema greco – romano tra usi, costumi e politiche cultuali che regolavano la società. Per meglio cogliere la differenza tra una fase e l’altra, ho preso in esame le divinità di Venere/Afrodite (la Seduttrice), Minerva/Atena (la Vergine di ferro) e Diana/Artemide (la Madre Natura) con relative caratteristiche. L’obiettivo finale è quindi quello di mettere in luce il modo in cui, attraverso la comparazione di due tempi, società e concezioni, il femmineo (umano e divino) sia mutato e che tipo di eredità abbia lasciato nel nostro contemporaneo. Infatti, sebbene si tratti di una riflessione principalmente orientata al passato, attraverso specifici riferimenti ho voluto mantenerla aperta anche rispetto al nostro presente giacché l’unità privilegiata (o incriminata, a seconda della prospettiva), oltre la Dea e la Strega, resta la Donna, eterno (s)oggetto di desideri e contese.
ITA
The purpose of my work was to provide an analysis and reflection on the change in the female figure between myths and stereotypes by comparing the studies of Marija Gimbutas and subsequent historical and social analyzes in the Greek-Roman context. The privileged object of the analysis is divinity, starting from the principle of the great and unique Mother Goddess of ancient archaic Europe up to investigating the forms that this figure would have assumed in the patriarchal and polytheistic societies that followed, to understand if and how to changes have occurred in this regard. The research was outlined in three phases: 1) carrying out an excursus to investigate the origin and meaning of the concept of matriarchy, traveling through the myth until reaching other and diversified areas such as anthropology, psychoanalysis and politics; 2) analyzing in particular the work of Marija Gimbutas, to understand the genesis and reasons of the archaeological and sociological investigation conducted up to the myth-archaeological theorization of the great Goddess; 3) finally arriving at the Greek-Roman system between uses, customs and cultic policies that governed society. To better grasp the difference between one phase and another, I examined the deities of Venus / Aphrodite (the Seductress), Minerva / Athena (the Iron Virgin) and Diana / Artemide (Mother Nature) with related characteristics. The final goal is therefore to highlight the way in which, through the comparison of two times, society and conceptions, the feminine (human and divine) has changed and what kind of legacy it has left in our contemporary. In fact, although it is a reflection mainly oriented to the past, through specific references I wanted to keep it open also to our present since the privileged (or incriminated, depending on the perspective) unity, beyond the Goddess and the Witch, remains the Woman , eternal (s) object of desires and strife.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/68313