BACKROUND: Cytomegalovirus is the leading cause of congenital infection, affecting 0.3-2.3% of live births. CMV is able to lead to important hearing and neurodevelopmental sequelae, therefore it is an important burden for global health. Its peculiarity is that it can infect previously immunized women (non-primary infection). There is no indication for serological screening in pregnancy since there is currently no effective therapy and, waiting for a valid vaccine, the only mean is prevention through the implementation of behavioral standards. Congenital infection can be phenotypically manifested in a very heterogeneous way. An important variable that defines the risk of moderate-to-severe infection in the newborn is the trimester in which maternal infection occurs. Another variable of interest, much discussed, is the type of maternal infection (primary or non-primary). The early identification of infected infants is important in order to be able to carry out a correct management, counseling and possible therapy. OBJECTIVES: To analyze the correlation between primary and non-primary infection and the trimester of pregnancy infection with the pathological outcomes in newborns and long-term sequelae, in order to offer the newborn the best management in terms of treatment and follow-up. To analyze the correlation between neonatal clinical features and long-term sequelae. STUDY DESIGN: This is a single-centre retrospective observational study, on a population of 91 newborns diagnosed with congenital CMV, followed-up in the department of Neonatology of University of Turin in Sant’Anna Hospital from June 2005 to December 2018. RESULTS: Newborns after infection in the first trimester turn out to have a greater prevalence of neurological symptoms rather than the ones infected during the II / III trimester: 76% vs 29%, with an OR 4.9 (p = 0.033); they also show a greater incidence of bilateral severe sensorineural hearing loss resulting in indication to cochlear implant with a OR inf (p = 0.019). Other outcome variables such as major neurologic outcomes, auxologic delay and hearing impairment were more common in I trimester infections, altought the OR was not statistically significant. Considering the type of infection (primary vs non-primary) the percentage of population with neurological symptoms at birth and with long-term sequelae is higher in the non-primary type. The primary infection results to be even protective with a OR <1 for all the outcomes taken into consideration, but the results are not statistically significant. At last, pathological encephalic magnetic resonance imaging was found to be predictive for the development of neurological long-term sequelae with a OR of 1.43 (p = 0.002). CONCLUSION: This study confirms the association between infection in the first trimester of pregnancy and the severity of neonatal clinical manifestations as well as long-term neurological sequelae. The study also confirms the possibility of using magnetic resonance imaging in the neonatal period, to provide indications on the distant neurodevelopmental prognosis. We want to emphasize the possibility of re-infection of previously immunized mothers (non-primary infection) with unfavorable neonatal outcomes. The identification of risk categories allows prompt care of the newborn, setting of a correct follow-up strategy and possible drug and rehabilitative therapy.
BACKROUND/ PRESUPPOSTI DELLO STUDIO: Il citomegalovirus rappresenta la prima causa di infezione congenita, interessando lo 0.3-2.3% di tutti i nati vivi. Potendo portare a importanti sequele uditive e neurocomportamentali, ha un peso importante sulla sanità globale. La sua peculiarità è di poter infettare donne già precedentemente immunizzate (infezione non primaria). Non vi è indicazione allo screening sierologico in gravidanza poiché non esiste ad oggi una terapia efficace ed in attesa di un vaccino (efficace) l’unico mezzo è la prevenzione attraverso l’attuazione di norme comportamentali. L’infezione congenita si può manifestare fenotipicamente in maniera molto eterogenea. Una variabile importante che definisce il rischio di infezione moderata-severa nel neonato è il trimestre in cui avviene l’infezione materna. Un’altra variabile di interesse, molto discussa, è il tipo di infezione materna (primaria o non primaria). È importante l’identificazione precoce dei neonati infetti per poter effettuare una corretta presa in carico, counseling e l’eventuale terapia. OBIETTIVI: Analizzare la correlazione tra infezione primaria e non primaria e il trimestre di infezione in gravidanza con gli esiti patologici nel periodo neonatale e a distanza, al fine di offrire al neonato il migliore management in termini di trattamento e follow-up. Analizzare la correlazione tra i fattori clinici neonatali con le sequele a distanza. PAZIENTI E METODI: Questo è uno studio retrospettivo osservazionale monocentrico, su una popolazione di 91 neonati con una diagnosi di infezione congenita da CMV e seguiti in follow-up presso la SC di Neonatologia Universitaria della Clinica Sant’Anna di Torino nel periodo tra Giugno 2005 e Dicembre 2018. RISULTATI: I neonati post infezione nel primo trimestre risultano avere una maggiore prevalenza di sintomatologia neurologica: 76% vs il 29% del II/III trimestre, con un OR 4.9 (p=0,033), inoltre anche una maggiore incidenza di sordità neurosensoriale severa bilaterale con indicazione all’impianto cocleare OR inf (p=0.019). Altre variabili di outcome quali esiti neurologici maggiori, ritardo auxologico e alterazioni uditive sono risultate essere più frequenti nell’infezione del I trimestre, ma l’OR non è risultato statisticamente significativo. Considerando il tipo di infezione (primaria vs non primaria) la percentuale di popolazione con sintomi neurologici alla nascita e con sequele a distanza risulta maggiore nel tipo non primario; l’infezione primaria risulta addirittura protettiva con OR<1 per tutti gli outcome presi in considerazione, ma in modo non statisticamente significativo. In ultimo la risonanza magnetica encefalica patologica alla nascita è risultata predittiva di sviluppo di sequele neurologiche a distanza con OR di 1.43 (p=0.002). CONCLUSIONI: In questo studio si conferma l’associazione tra infezione insorta nel primo trimestre di gravidanza con la gravità delle manifestazioni cliniche neonatali e le sequele neurologiche a distanza. Lo studio conferma inoltre la possibilità di utilizzare la risonanza magnetica in epoca neonatale per avere indicazioni sulla prognosi neuroevolutiva a distanza. Si sottolinea l’osservazione della possibilità di re-infezione di madri precedentemente immunizzate (infezione non primaria) con outcome neonatali sfavorevoli. L’identificazione di categorie a rischio permette la tempestiva presa in carico del neonato, con l’impostazione di una corretta strategia di follow-up e un’eventuale terapia farmacologica e terapia abilitativa/riabilitativa.
Outcome del neonato con infezione congenita da Citomegalovirus. Correlazione con l'infezione materna e le caratteristiche cliniche neonatali.
RUBINO, CARLOTTA
2018/2019
Abstract
BACKROUND/ PRESUPPOSTI DELLO STUDIO: Il citomegalovirus rappresenta la prima causa di infezione congenita, interessando lo 0.3-2.3% di tutti i nati vivi. Potendo portare a importanti sequele uditive e neurocomportamentali, ha un peso importante sulla sanità globale. La sua peculiarità è di poter infettare donne già precedentemente immunizzate (infezione non primaria). Non vi è indicazione allo screening sierologico in gravidanza poiché non esiste ad oggi una terapia efficace ed in attesa di un vaccino (efficace) l’unico mezzo è la prevenzione attraverso l’attuazione di norme comportamentali. L’infezione congenita si può manifestare fenotipicamente in maniera molto eterogenea. Una variabile importante che definisce il rischio di infezione moderata-severa nel neonato è il trimestre in cui avviene l’infezione materna. Un’altra variabile di interesse, molto discussa, è il tipo di infezione materna (primaria o non primaria). È importante l’identificazione precoce dei neonati infetti per poter effettuare una corretta presa in carico, counseling e l’eventuale terapia. OBIETTIVI: Analizzare la correlazione tra infezione primaria e non primaria e il trimestre di infezione in gravidanza con gli esiti patologici nel periodo neonatale e a distanza, al fine di offrire al neonato il migliore management in termini di trattamento e follow-up. Analizzare la correlazione tra i fattori clinici neonatali con le sequele a distanza. PAZIENTI E METODI: Questo è uno studio retrospettivo osservazionale monocentrico, su una popolazione di 91 neonati con una diagnosi di infezione congenita da CMV e seguiti in follow-up presso la SC di Neonatologia Universitaria della Clinica Sant’Anna di Torino nel periodo tra Giugno 2005 e Dicembre 2018. RISULTATI: I neonati post infezione nel primo trimestre risultano avere una maggiore prevalenza di sintomatologia neurologica: 76% vs il 29% del II/III trimestre, con un OR 4.9 (p=0,033), inoltre anche una maggiore incidenza di sordità neurosensoriale severa bilaterale con indicazione all’impianto cocleare OR inf (p=0.019). Altre variabili di outcome quali esiti neurologici maggiori, ritardo auxologico e alterazioni uditive sono risultate essere più frequenti nell’infezione del I trimestre, ma l’OR non è risultato statisticamente significativo. Considerando il tipo di infezione (primaria vs non primaria) la percentuale di popolazione con sintomi neurologici alla nascita e con sequele a distanza risulta maggiore nel tipo non primario; l’infezione primaria risulta addirittura protettiva con OR<1 per tutti gli outcome presi in considerazione, ma in modo non statisticamente significativo. In ultimo la risonanza magnetica encefalica patologica alla nascita è risultata predittiva di sviluppo di sequele neurologiche a distanza con OR di 1.43 (p=0.002). CONCLUSIONI: In questo studio si conferma l’associazione tra infezione insorta nel primo trimestre di gravidanza con la gravità delle manifestazioni cliniche neonatali e le sequele neurologiche a distanza. Lo studio conferma inoltre la possibilità di utilizzare la risonanza magnetica in epoca neonatale per avere indicazioni sulla prognosi neuroevolutiva a distanza. Si sottolinea l’osservazione della possibilità di re-infezione di madri precedentemente immunizzate (infezione non primaria) con outcome neonatali sfavorevoli. L’identificazione di categorie a rischio permette la tempestiva presa in carico del neonato, con l’impostazione di una corretta strategia di follow-up e un’eventuale terapia farmacologica e terapia abilitativa/riabilitativa.File | Dimensione | Formato | |
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OUTCOME DEL NEONATO CON INFEZIONE CONGENITA DA CITOMEGALOVIRUS. CORRELAZIONE CON L’INFEZIONE MATERNA E CARATTERISTICHE CLINICHE NEONATALI.Tesi di Laurea -Carlotta Rubino.pdf
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