La transizione dai combustibili fossili alle rinnovabili modifica non solo il settore e il mercato dell’energia ma l’intera società. La partecipazione dei cittadini e della comunità ai progetti di energia rinnovabile sta trasformando il settore dell’energia. E’ in questo contesto che si inseriscono le comunità energetiche, introdotte per la prima volta nella legislazione europea nel 2018 con la Direttiva 2018/2001 sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili (RED II) e nel 2019 con la Direttiva 2019/944 relativa a norme comuni per il mercato interno dell'energia elettrica (IEM). Secondo la Commissione europea, le comunità energetiche offrono ai cittadini la possibilità di essere coinvolti direttamente nelle questioni energetiche, promuovendo una transizione energetica più inclusiva e democratica. Un’analisi del fenomeno delle comunità energetiche in Europa evidenzia lo stretto legame che queste presentano con il contesto storico e geografico in cui operano. La disponibilità economica gioca un ruolo importante nello sviluppo di questi progetti nel territorio: sono infatti piuttosto diffusi nei Paesi ad alto reddito del nord Europa, ma molto meno nel sud e nell’est Europa. Sostenere gli investimenti iniziali e le politiche di welfare è infatti fondamentale per promuovere la crescita del settore dell’energia comunitaria. In Danimarca e Germania, dove vi è una lunga e solida tradizione di cooperativismo, il modello bottom up ha guidato questo settore, mentre in Italia, e in misura minore anche in Inghilterra, le comunità energetiche si sono sviluppate perché incentivate dalla politica. In Scozia invece queste iniziative sono state un modo per incentivare le comunità locali ad investire risorse e competenze nel loro territorio, che ha sempre avuto un ruolo piuttosto ridotto nell’economia del Regno Unito. Nei Paesi ex sovietici questi progetti non hanno avuto successo a causa del retaggio negativo lasciato dalla collettivizzazione di stampo comunista. Nonostante le difficoltà riscontrate nei diversi Paesi, la letteratura e l’analisi empirica dimostrano che le CE stanno diventando sempre più indipendenti e capaci di apportare benefici economici alla collettività. I progetti energetici sono considerati una valida strategia per sensibilizzare la popolazione ai problemi energetici, aumentare l’accettazione degli impianti di energia rinnovabile, incentivare la crescita delle economie locali e, più in generale, promuovere l'impegno collettivo verso un futuro più sostenibile.
Una transizione energetica più inclusiva: una panoramica in Europa delle Comunità Energetiche
PELLICANO, CATERINA
2021/2022
Abstract
La transizione dai combustibili fossili alle rinnovabili modifica non solo il settore e il mercato dell’energia ma l’intera società. La partecipazione dei cittadini e della comunità ai progetti di energia rinnovabile sta trasformando il settore dell’energia. E’ in questo contesto che si inseriscono le comunità energetiche, introdotte per la prima volta nella legislazione europea nel 2018 con la Direttiva 2018/2001 sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili (RED II) e nel 2019 con la Direttiva 2019/944 relativa a norme comuni per il mercato interno dell'energia elettrica (IEM). Secondo la Commissione europea, le comunità energetiche offrono ai cittadini la possibilità di essere coinvolti direttamente nelle questioni energetiche, promuovendo una transizione energetica più inclusiva e democratica. Un’analisi del fenomeno delle comunità energetiche in Europa evidenzia lo stretto legame che queste presentano con il contesto storico e geografico in cui operano. La disponibilità economica gioca un ruolo importante nello sviluppo di questi progetti nel territorio: sono infatti piuttosto diffusi nei Paesi ad alto reddito del nord Europa, ma molto meno nel sud e nell’est Europa. Sostenere gli investimenti iniziali e le politiche di welfare è infatti fondamentale per promuovere la crescita del settore dell’energia comunitaria. In Danimarca e Germania, dove vi è una lunga e solida tradizione di cooperativismo, il modello bottom up ha guidato questo settore, mentre in Italia, e in misura minore anche in Inghilterra, le comunità energetiche si sono sviluppate perché incentivate dalla politica. In Scozia invece queste iniziative sono state un modo per incentivare le comunità locali ad investire risorse e competenze nel loro territorio, che ha sempre avuto un ruolo piuttosto ridotto nell’economia del Regno Unito. Nei Paesi ex sovietici questi progetti non hanno avuto successo a causa del retaggio negativo lasciato dalla collettivizzazione di stampo comunista. Nonostante le difficoltà riscontrate nei diversi Paesi, la letteratura e l’analisi empirica dimostrano che le CE stanno diventando sempre più indipendenti e capaci di apportare benefici economici alla collettività. I progetti energetici sono considerati una valida strategia per sensibilizzare la popolazione ai problemi energetici, aumentare l’accettazione degli impianti di energia rinnovabile, incentivare la crescita delle economie locali e, più in generale, promuovere l'impegno collettivo verso un futuro più sostenibile.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/68106