Il presente lavoro costituisce la naturale continuazione degli studi compiuti per la mia tesi di laurea triennale, in cui mi sono dedicata alla collazione e descrizione del codice Paris, Bibliothèque Nationale, lat. 7703 (G) per quanto riguardava la parte concernente le Partitiones oratoriae di Cicerone. Essendo cresciuto nel tempo l'interesse verso quest'opera ciceroniana minore e poco studiata dai cultori della materia, mi sono proposta di allestire un nuovo testo critico alla luce delle ricerche dei filologi moderni (Giomini 1996; Zwierlein 2003; Magnaldi 2011 a, 2011b, 2011c) e della mia collazione dei nove codici principali. La tesi inizia (I. 1) con la presentazione delle Partitiones oratoriae, opera sui generis rispetto alle altre composizioni retoriche, non tanto per il contenuto (non viene esposta alcuna teoria retorica innovativa, se si esclude l'accenno alla Media Accademia), quanto piuttosto per lo stile, a tal punto specialistico da risultare talvolta oscuro. Inoltre, sono state esposte le ipotesi controverse di datazione dell'opera (I, 2). Nel capitolo II ho elencato i codici da me collazionati sulla base dell'Edizione oxoniense del 1903 di A. S. Wilkins, fornendo di volta in volta una breve descrizione dei vari testimoni, sia fisica che più strettamente legata al copista e al contesto di copia. L'ultimo paragrafo (II, 10) si concentra sull'inserimento dei suddetti codici nello stemma, per il quale sono riuscita a precisare la collocazione di taluni testimoni. Nel capitolo III ho presentato il vero e proprio testo critico con alcuni aggiustamenti e modifiche rispetto al testo oxoniense. Ho, inoltre, fornito una mia proposta di traduzione, tenendo conto anche di quella di Tissoni del 1973. I suddetti aggiustamenti sono stati inseriti in un elenco nella prima delle due appendici conclusive, mentre la seconda appendice è un approfondimento sulla prima edizione a stampa delle Partitiones oratoriae, quella veneta del 1485. Ho collazionato anch'essa sul testo di Wilkins al fine di cercare di reperire le eventuali affinità con i codici da me presi in esame.
Le Partitiones oratoriae di Cicerone: testo critico e traduzione.
CRAVERO, VALENTINA
2013/2014
Abstract
Il presente lavoro costituisce la naturale continuazione degli studi compiuti per la mia tesi di laurea triennale, in cui mi sono dedicata alla collazione e descrizione del codice Paris, Bibliothèque Nationale, lat. 7703 (G) per quanto riguardava la parte concernente le Partitiones oratoriae di Cicerone. Essendo cresciuto nel tempo l'interesse verso quest'opera ciceroniana minore e poco studiata dai cultori della materia, mi sono proposta di allestire un nuovo testo critico alla luce delle ricerche dei filologi moderni (Giomini 1996; Zwierlein 2003; Magnaldi 2011 a, 2011b, 2011c) e della mia collazione dei nove codici principali. La tesi inizia (I. 1) con la presentazione delle Partitiones oratoriae, opera sui generis rispetto alle altre composizioni retoriche, non tanto per il contenuto (non viene esposta alcuna teoria retorica innovativa, se si esclude l'accenno alla Media Accademia), quanto piuttosto per lo stile, a tal punto specialistico da risultare talvolta oscuro. Inoltre, sono state esposte le ipotesi controverse di datazione dell'opera (I, 2). Nel capitolo II ho elencato i codici da me collazionati sulla base dell'Edizione oxoniense del 1903 di A. S. Wilkins, fornendo di volta in volta una breve descrizione dei vari testimoni, sia fisica che più strettamente legata al copista e al contesto di copia. L'ultimo paragrafo (II, 10) si concentra sull'inserimento dei suddetti codici nello stemma, per il quale sono riuscita a precisare la collocazione di taluni testimoni. Nel capitolo III ho presentato il vero e proprio testo critico con alcuni aggiustamenti e modifiche rispetto al testo oxoniense. Ho, inoltre, fornito una mia proposta di traduzione, tenendo conto anche di quella di Tissoni del 1973. I suddetti aggiustamenti sono stati inseriti in un elenco nella prima delle due appendici conclusive, mentre la seconda appendice è un approfondimento sulla prima edizione a stampa delle Partitiones oratoriae, quella veneta del 1485. Ho collazionato anch'essa sul testo di Wilkins al fine di cercare di reperire le eventuali affinità con i codici da me presi in esame.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/67943