Il lavoro di tesi si propone come obiettivo quello di esaminare il concetto di trauma e le conseguenze psicologiche che si riflettono tanto nel mondo interno del soggetto, quanto in quello esterno. In particolare si vuole evidenziare come forme di eventi traumatici possano assumere significati del tutto soggettivi, che variano da persona a persona. Ogni tipo di evento, esterno o interno, che si manifesta in modo violento o improvviso, provoca ferite che influenzano la crescita e lo sviluppo individuale. L’analisi di tale concetto viene svolta attraverso i pensieri di Sándor Ferenczi e Philip Bromberg, due autori significativi per gli sviluppi della psicoanalisi, che fanno del concetto di trauma il fulcro delle proprie opere. I primi due capitoli analizzano i pensieri degli autori soffermandosi sulla concezione di trauma che ne danno, sulle conseguenze per l’organismo e sulle concezioni di cura e intervento psicoterapeutico, volte a risanare tali ferite e restituire al paziente il senso di unitarietà e complessità. Il cammino attraverso le loro idee e i loro modelli di mente esplora l’ampio spettro di situazioni che possono definirsi traumatiche, in base a come queste impattano sulla vita delle persone. I due autori trovano un punto di incontro all’interno della psicoanalisi relazionale proponendo una concezione di trauma che prende in considerazione tutte le forme di violenza, violazione, disconferme, dinieghi e mancanze di amore e di riconoscimento dei bisogni del bambino che vengono compiute all’interno delle prime relazione di attaccamento. Queste, poiché si verificano in periodi critici per la formazione delle strutture psichiche e mentali del bambino, divengono strutture alla base dell’organizzazione della personalità e della vita adulta dei bambini che le hanno subite, influenzandone i pattern comportamentali e relazionali futuri. La nascita di una teoria del trauma permette lo studio dei cambiamenti e delle idee innovative che hanno contraddistinto la psicoanalisi nel corso del tempo, evidenziando come oggi si sia giunti alla concezione di una mente relazione; un sistema complesso, in stretta relazione con l’altro e con l’ambiente, dal quale è influenzata e che essa influenza a sua volta. L’esame della concezione di un trauma dello sviluppo di tipo relazionale evidenzia come situazioni vissute nelle prime fasi di sviluppo divengono determinanti nell’organizzazione della personalità adulta e nei disturbi psicopatologici ad essa correlati. La psicoanalisi relazionale fornisce, infine, una nuova modalità di guardare il processo terapeutico: paziente e terapeuta partecipano entrambi alla formazione di uno spazio relazionale all’interno del quale il paziente possa trovare l’amore e le conferme che sono mancate nella sua infanzia per riprendere contatto con le parti dolorose dissociate e farsi soggetto attivo della propria vita.

Un cammino attraverso i pensieri di Sándor Ferenczi e Philip Bromberg in riferimento al concetto di trauma. Un confronto all'interno della psicoanalisi relazionale.

SANTORI, SERENA
2021/2022

Abstract

Il lavoro di tesi si propone come obiettivo quello di esaminare il concetto di trauma e le conseguenze psicologiche che si riflettono tanto nel mondo interno del soggetto, quanto in quello esterno. In particolare si vuole evidenziare come forme di eventi traumatici possano assumere significati del tutto soggettivi, che variano da persona a persona. Ogni tipo di evento, esterno o interno, che si manifesta in modo violento o improvviso, provoca ferite che influenzano la crescita e lo sviluppo individuale. L’analisi di tale concetto viene svolta attraverso i pensieri di Sándor Ferenczi e Philip Bromberg, due autori significativi per gli sviluppi della psicoanalisi, che fanno del concetto di trauma il fulcro delle proprie opere. I primi due capitoli analizzano i pensieri degli autori soffermandosi sulla concezione di trauma che ne danno, sulle conseguenze per l’organismo e sulle concezioni di cura e intervento psicoterapeutico, volte a risanare tali ferite e restituire al paziente il senso di unitarietà e complessità. Il cammino attraverso le loro idee e i loro modelli di mente esplora l’ampio spettro di situazioni che possono definirsi traumatiche, in base a come queste impattano sulla vita delle persone. I due autori trovano un punto di incontro all’interno della psicoanalisi relazionale proponendo una concezione di trauma che prende in considerazione tutte le forme di violenza, violazione, disconferme, dinieghi e mancanze di amore e di riconoscimento dei bisogni del bambino che vengono compiute all’interno delle prime relazione di attaccamento. Queste, poiché si verificano in periodi critici per la formazione delle strutture psichiche e mentali del bambino, divengono strutture alla base dell’organizzazione della personalità e della vita adulta dei bambini che le hanno subite, influenzandone i pattern comportamentali e relazionali futuri. La nascita di una teoria del trauma permette lo studio dei cambiamenti e delle idee innovative che hanno contraddistinto la psicoanalisi nel corso del tempo, evidenziando come oggi si sia giunti alla concezione di una mente relazione; un sistema complesso, in stretta relazione con l’altro e con l’ambiente, dal quale è influenzata e che essa influenza a sua volta. L’esame della concezione di un trauma dello sviluppo di tipo relazionale evidenzia come situazioni vissute nelle prime fasi di sviluppo divengono determinanti nell’organizzazione della personalità adulta e nei disturbi psicopatologici ad essa correlati. La psicoanalisi relazionale fornisce, infine, una nuova modalità di guardare il processo terapeutico: paziente e terapeuta partecipano entrambi alla formazione di uno spazio relazionale all’interno del quale il paziente possa trovare l’amore e le conferme che sono mancate nella sua infanzia per riprendere contatto con le parti dolorose dissociate e farsi soggetto attivo della propria vita.
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