La scoperta e il restauro dell’affresco dei Nove Prodi rinvenuto all’interno del castello di Villa Castelnuovo ha certamente fornito una testimonianza palpabile della cultura artistica che si respirava nel Tardo Medioevo in Canavese. Il Canavese è una regione del Piemonte per troppo tempo trascurata. Il processo di rivalutazione del suo patrimonio artistico ebbe inizio solo sul finire dello scorso secolo quando furono pubblicate le prime ricerche sul panorama figurativo medievale del Canavese. Si descrive una situazione molto complessa: scontri, distruzioni, nuove mode artistiche hanno impoverito drasticamente il patrimonio medievale di questa zona. Tuttavia, grazie a un mirato percorso di rivalutazione, si sono riscoperti degli affreschi più o meno frammentari di epoca medievale per secoli nascosti sotto più strati di intonaco, fra questi, nel 1980, tra i ruderi del castello di Villa Castelnuovo furono ritrovati i lacerti di affresco oggetto di questo lavoro. I Nove Prodi riemersi dopo un lungo lavoro di restauro da parte degli organi competenti, hanno rivelato un’importanza non solo dal punto di vista storico-artistica ma anche sociale e culturale. Rappresentare i guerrieri più valorosi della storia sulle pareti di una dimora signorile non risponde a una sola necessità decorativa ma racconta di una nobiltà che persegue i valori e gli ideali della cultura cavalleresca. Dal punto di vista prettamente artistico i dati stilistici accuratamente studiati hanno permesso di delineare non solo un linguaggio innovativo e caratteristico della zona ma hanno anche rivelato l’artista che nel secondo quarto del XV secolo ha realizzato l’opera nel castello dei San Martino di Castelnuovo. Si tratta di Giacomino da Ivrea, un artista canavesano che ebbe modo non solo di conoscere le novità artistiche tardo medievali attraverso maestranze straniere che lavorarono in alcuni cantieri della sua terra, ma lui stesso si spinse a lavorare in Valle d’Aosta, dove ha avuto modo di confrontarsi con il linguaggio jaqueriano, e nell’alta Savoia. In realtà, lo stile di Giacomino non si adeguò mai alle nuove sperimentazioni del Gotico Internazionale, egli è un artista conosciuto e apprezzato per il suo linguaggio didascalico, ingenuo, ma efficace il cui risultato è un racconto, quasi schematico, di dettagli curiosi da un gusto vivace e popolaresco. Si tratta di uno stile del tutto personale che contraddistingue in maniera inequivocabile le opere di Giacomino da Ivrea.
L'affresco dei Nove Prodi proveniente dal castello di Villa Castelnuovo
DE SANTIS, MARZIA
2020/2021
Abstract
La scoperta e il restauro dell’affresco dei Nove Prodi rinvenuto all’interno del castello di Villa Castelnuovo ha certamente fornito una testimonianza palpabile della cultura artistica che si respirava nel Tardo Medioevo in Canavese. Il Canavese è una regione del Piemonte per troppo tempo trascurata. Il processo di rivalutazione del suo patrimonio artistico ebbe inizio solo sul finire dello scorso secolo quando furono pubblicate le prime ricerche sul panorama figurativo medievale del Canavese. Si descrive una situazione molto complessa: scontri, distruzioni, nuove mode artistiche hanno impoverito drasticamente il patrimonio medievale di questa zona. Tuttavia, grazie a un mirato percorso di rivalutazione, si sono riscoperti degli affreschi più o meno frammentari di epoca medievale per secoli nascosti sotto più strati di intonaco, fra questi, nel 1980, tra i ruderi del castello di Villa Castelnuovo furono ritrovati i lacerti di affresco oggetto di questo lavoro. I Nove Prodi riemersi dopo un lungo lavoro di restauro da parte degli organi competenti, hanno rivelato un’importanza non solo dal punto di vista storico-artistica ma anche sociale e culturale. Rappresentare i guerrieri più valorosi della storia sulle pareti di una dimora signorile non risponde a una sola necessità decorativa ma racconta di una nobiltà che persegue i valori e gli ideali della cultura cavalleresca. Dal punto di vista prettamente artistico i dati stilistici accuratamente studiati hanno permesso di delineare non solo un linguaggio innovativo e caratteristico della zona ma hanno anche rivelato l’artista che nel secondo quarto del XV secolo ha realizzato l’opera nel castello dei San Martino di Castelnuovo. Si tratta di Giacomino da Ivrea, un artista canavesano che ebbe modo non solo di conoscere le novità artistiche tardo medievali attraverso maestranze straniere che lavorarono in alcuni cantieri della sua terra, ma lui stesso si spinse a lavorare in Valle d’Aosta, dove ha avuto modo di confrontarsi con il linguaggio jaqueriano, e nell’alta Savoia. In realtà, lo stile di Giacomino non si adeguò mai alle nuove sperimentazioni del Gotico Internazionale, egli è un artista conosciuto e apprezzato per il suo linguaggio didascalico, ingenuo, ma efficace il cui risultato è un racconto, quasi schematico, di dettagli curiosi da un gusto vivace e popolaresco. Si tratta di uno stile del tutto personale che contraddistingue in maniera inequivocabile le opere di Giacomino da Ivrea.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/67788