In today's society, the concept of merit and meritocracy are used by public opinion and institutional representatives of the most diverse political colors almost as a slogan to indicate a model of just society to pursue. However, there is no clarity on the different meanings that these two terms assume over time also in relation to different social and institutional contexts. This gives rise to a hyper-simplified discourse that leads to fruitless contrasts between meritocracy and egalitarianism, equality of opportunity and equality of results and, ultimately, between quality and equity. Contrasts that have also affected the debate on school, in particular with respect to evaluation practices in and on the school. A debate from which, however, the reflection on school as a context of (re)production of social inequalities is totally excluded and in which the voices of those who work in the school context are absent or not very present. For these reasons, in this contribution, it was decided to investigate through discursive interviews what were the representations on academic merit and evaluation practices of a sample of teachers from a middle school in Turin, trying to understand if there was a attention by them both to equity and to the quality of learning. This in a level of education that represents an important moment of transition for the school career of Italian students. The single case studied is certainly not generalizable, because it is strongly anchored to the relational networks and dynamics of the specific territory, but it is believed that the reflection developed starting from the testimonies of the teachers involved, can in any case help to stimulate the scientific debate, and not only, on these issues that are still little investigated starting from the representations of the actors who operate in the school context. But above all it can also act as an instrument of reflexivity with respect to the more general debate on merit and its relationship with the principle of equality in its various forms.
Nella società attuale il concetto di merito e di meritocrazia vengono usati dall’opinione pubblica e dai rappresentati istituzionali dei più diversi colori politici quasi come uno slogan per indicare un modello di società giusta da perseguire. Tuttavia, è assente una chiarezza sui significati e le accezioni differenti che questi due termini assumono nel tempo anche in relazione ai diversi contesti sociali e istituzionali. Questo dà luogo ad un discorso iper-semplificato che porta a sterili contrapposizioni tra meritocrazia e egualitarismo, uguaglianza d’opportunità e uguaglianza dei risultati e, in ultimo, tra qualità ed equità. Contrapposizioni che hanno interessato anche il dibattito sulla scuola, in particolare rispetto alle pratiche valutative nella e sulla scuola. Un dibattito da cui però viene totalmente tagliata fuori la riflessione sulla scuola come contesto di (ri)produzione delle diseguaglianze sociali e in cui sono assenti o poco presenti le voci di coloro che operano nel contesto scolastico. Per tali ragioni, si è deciso di indagare attraverso delle interviste discorsive quali fossero le rappresentazioni sul merito scolastico e le pratiche valutative di un campione di insegnanti di una scuola secondaria di primo grado di Torino, cercando di capire se ci fosse un’attenzione da parte degli stessi tanto all’equità quanto alla qualità degli apprendimenti. Questo in un livello d’istruzione che rappresenta un momento di passaggio importante per la carriera scolastica degli studenti italiani. Il singolo caso studiato non è certamente generalizzabile, perché fortemente ancorato alle reti di relazione e alle dinamiche dello specifico territorio, ma si ritiene che la riflessione sviluppata, a partire dalle testimonianze dei docenti coinvolti, possa comunque aiutare a stimolare il dibattito scientifico, e non solo, su questi temi ancora poco indagati a partire dalle rappresentazioni degli attori che operano nel contesto scolastico. Ma che soprattutto possa porsi anche come strumento di riflessività rispetto al dibattito più generale sul merito e la sua relazione con il principio di uguaglianza nelle sue diverse declinazioni.
Il merito della scuola, il merito nella scuola. Una ricerca sulle pratiche e le rappresentazioni degli insegnanti di una scuola media di Torino.
CRESCITELLI, ELISA
2021/2022
Abstract
Nella società attuale il concetto di merito e di meritocrazia vengono usati dall’opinione pubblica e dai rappresentati istituzionali dei più diversi colori politici quasi come uno slogan per indicare un modello di società giusta da perseguire. Tuttavia, è assente una chiarezza sui significati e le accezioni differenti che questi due termini assumono nel tempo anche in relazione ai diversi contesti sociali e istituzionali. Questo dà luogo ad un discorso iper-semplificato che porta a sterili contrapposizioni tra meritocrazia e egualitarismo, uguaglianza d’opportunità e uguaglianza dei risultati e, in ultimo, tra qualità ed equità. Contrapposizioni che hanno interessato anche il dibattito sulla scuola, in particolare rispetto alle pratiche valutative nella e sulla scuola. Un dibattito da cui però viene totalmente tagliata fuori la riflessione sulla scuola come contesto di (ri)produzione delle diseguaglianze sociali e in cui sono assenti o poco presenti le voci di coloro che operano nel contesto scolastico. Per tali ragioni, si è deciso di indagare attraverso delle interviste discorsive quali fossero le rappresentazioni sul merito scolastico e le pratiche valutative di un campione di insegnanti di una scuola secondaria di primo grado di Torino, cercando di capire se ci fosse un’attenzione da parte degli stessi tanto all’equità quanto alla qualità degli apprendimenti. Questo in un livello d’istruzione che rappresenta un momento di passaggio importante per la carriera scolastica degli studenti italiani. Il singolo caso studiato non è certamente generalizzabile, perché fortemente ancorato alle reti di relazione e alle dinamiche dello specifico territorio, ma si ritiene che la riflessione sviluppata, a partire dalle testimonianze dei docenti coinvolti, possa comunque aiutare a stimolare il dibattito scientifico, e non solo, su questi temi ancora poco indagati a partire dalle rappresentazioni degli attori che operano nel contesto scolastico. Ma che soprattutto possa porsi anche come strumento di riflessività rispetto al dibattito più generale sul merito e la sua relazione con il principio di uguaglianza nelle sue diverse declinazioni.File | Dimensione | Formato | |
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