In molti settori i prezzi al dettaglio non si adattano rapidamente alle variazioni nei costi o nelle condizioni di mercato. Ad esempio, i ristoranti mantengono prezzi sul menu, ossia i prezzi al dettaglio, stabili per la maggior parte dei piatti anche quando i prezzi degli ingredienti, cioè i costi all’ingrosso, fluttuano. I fornitori di servizi, dai barbieri ai veterinari, regolano la volatilità della domanda con meccanismi non tariffari (di solito le code) piuttosto che regolando i prezzi per bilanciare il mercato in tempi di eccesso di domanda. Probabilmente, tuttavia, in nessun altro settore la separazione fra prezzi al dettaglio e costi all’ingrosso è così grande come nei mercati ristrutturati dell'elettricità. In questo contesto, il Demand Response non solo costituisce un’opzione strategica per rimuovere tale disallineamento, ma rappresenta anche un’opportunità per ridurre l’impatto ambientale del settore della generazione elettrica. Tuttavia, mentre l’utilizzo del DR cresce di anno in anno con l’introduzione di nuovi programmi e progetti innovativi, come il Progetto Pilota UVAM che vedremo nel Capitolo 3, il contributo della letteratura scientifica su uno degli impatti potenzialmente più importanti del Demand Response, ossia quello ambientale, è ancora limitato e di dubbia capacità di fornire risultati qualitativi o quantitativi univoci. Dunque, alla base di questo studio vi è una rassegna della letteratura esistente, condotta nel Capitolo 2, in merito all’impatto del Demand Response sulle emissioni di CO2 derivanti dalla generazione di energia elettrica. Attraverso la rassegna della letteratura ed il Caso Studio sul Progetto UVAM e A2A, società multiutility italiana, proveremo a verificare la tesi che il Demand Response ha un impatto ambientale positivo, ossia porta ad una riduzione aggregata delle emissioni. La Tesi è organizzata in quattro Capitoli: nel Capitolo 1 introduciamo il tema del Demand Response e forniamo una prima trattazione dei possibili driver dell’impatto ambientale del DR e delle tipologie di programmi di DRP (Demand Response Program). Oggetto del Capitolo 2 è, come anticipato, la rassegna della letteratura scientifica: in questo Capitolo, proviamo ad estrarre considerazioni e risultati generali dall’analisi critica di una popolazione di studi definita con un processo di ricerca e affinamento oggettivo e ripetibile. Nel Capitolo 3, è presente la prima parte del Caso Studio sul Progetto Pilota UVAM e A2A. In questo Capitolo, trattiamo dell’evoluzione regolamentare e strutturale del Progetto, del suo stato attuale, delle tendenze del mercato, delle strategie adottate dagli operatori e dai potenziali impatti ambientali che ne derivano. È oggetto del Capitolo 4 la parte del Caso Studio relativa all’operatore considerato, A2A. In particolare, trattiamo della sua partecipazione al Progetto UVAM, delle modalità con le quali è avvenuta, delle strategie adottate e di come esse, alla luce delle considerazioni e risultati ottenuti nella rassegna della letteratura del Capitolo 2, possano impattare positivamente o negativamente l’ambiente, in termini di una riduzione o un aumento delle emissioni di CO2.
Impatto del Demand Response sulle Emissioni di CO2: Valutazione degli Impatti attraverso la Rassegna della Letteratura e il Caso Studio sul Progetto UVAM e A2A
AMENTA, CLAUDIO
2020/2021
Abstract
In molti settori i prezzi al dettaglio non si adattano rapidamente alle variazioni nei costi o nelle condizioni di mercato. Ad esempio, i ristoranti mantengono prezzi sul menu, ossia i prezzi al dettaglio, stabili per la maggior parte dei piatti anche quando i prezzi degli ingredienti, cioè i costi all’ingrosso, fluttuano. I fornitori di servizi, dai barbieri ai veterinari, regolano la volatilità della domanda con meccanismi non tariffari (di solito le code) piuttosto che regolando i prezzi per bilanciare il mercato in tempi di eccesso di domanda. Probabilmente, tuttavia, in nessun altro settore la separazione fra prezzi al dettaglio e costi all’ingrosso è così grande come nei mercati ristrutturati dell'elettricità. In questo contesto, il Demand Response non solo costituisce un’opzione strategica per rimuovere tale disallineamento, ma rappresenta anche un’opportunità per ridurre l’impatto ambientale del settore della generazione elettrica. Tuttavia, mentre l’utilizzo del DR cresce di anno in anno con l’introduzione di nuovi programmi e progetti innovativi, come il Progetto Pilota UVAM che vedremo nel Capitolo 3, il contributo della letteratura scientifica su uno degli impatti potenzialmente più importanti del Demand Response, ossia quello ambientale, è ancora limitato e di dubbia capacità di fornire risultati qualitativi o quantitativi univoci. Dunque, alla base di questo studio vi è una rassegna della letteratura esistente, condotta nel Capitolo 2, in merito all’impatto del Demand Response sulle emissioni di CO2 derivanti dalla generazione di energia elettrica. Attraverso la rassegna della letteratura ed il Caso Studio sul Progetto UVAM e A2A, società multiutility italiana, proveremo a verificare la tesi che il Demand Response ha un impatto ambientale positivo, ossia porta ad una riduzione aggregata delle emissioni. La Tesi è organizzata in quattro Capitoli: nel Capitolo 1 introduciamo il tema del Demand Response e forniamo una prima trattazione dei possibili driver dell’impatto ambientale del DR e delle tipologie di programmi di DRP (Demand Response Program). Oggetto del Capitolo 2 è, come anticipato, la rassegna della letteratura scientifica: in questo Capitolo, proviamo ad estrarre considerazioni e risultati generali dall’analisi critica di una popolazione di studi definita con un processo di ricerca e affinamento oggettivo e ripetibile. Nel Capitolo 3, è presente la prima parte del Caso Studio sul Progetto Pilota UVAM e A2A. In questo Capitolo, trattiamo dell’evoluzione regolamentare e strutturale del Progetto, del suo stato attuale, delle tendenze del mercato, delle strategie adottate dagli operatori e dai potenziali impatti ambientali che ne derivano. È oggetto del Capitolo 4 la parte del Caso Studio relativa all’operatore considerato, A2A. In particolare, trattiamo della sua partecipazione al Progetto UVAM, delle modalità con le quali è avvenuta, delle strategie adottate e di come esse, alla luce delle considerazioni e risultati ottenuti nella rassegna della letteratura del Capitolo 2, possano impattare positivamente o negativamente l’ambiente, in termini di una riduzione o un aumento delle emissioni di CO2.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
941324_tesi_di_laurea_claudio_amenta.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
1.52 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.52 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/67492