Il rapporto sempre più autonomo e responsabile che il cittadino intrattiene oggi con il proprio benessere fa di salute e malattia il terreno fertile su cui si misurano bisogni individuali e collettivi, esigenze relazionali e alterazioni della sfera biofisica, richieste di intervento di apparati normalizzanti, per modificare, normalizzare e regolarizzare, quello che non sempre il nostro corpo riesce a porre rimedio ad un vuoto accidentale su cui non sempre è possibile esercitare alcun controllo e potere. D’altro canto, con il progredire della scienza e l’avanzare della tecnologia, abbiamo assistito allo sviluppo di tecniche innovative; medici e scienziati ed altri esperti nel campo studiano ogni giorno una serie di combinazioni per trovare nuove cure a malattie genetiche, degenerative che solo poco tempo fa sembravano inguaribili. La ricaduta di tali eventi nel quotidiano richiede chiavi di lettura diversificate. Per quanto riguarda l’aspetto simbolico della legge n.40/2004 è particolarmente complesso, in quanto investe la sessualità, i rapporti tra i sessi e le generazioni, il corpo della donna, e la vita riproduttiva. Questa legge, mi pare, nasce per produrre certezze, mentre produce divieti e insicurezze. Non solo, vista più da vicino, tale norma risulta stigmatizzante, ed è anche interessante ed esplicativo comprendere il momento storico in cui essa si forma, ovvero attorno alla radice dell’insicurezza del presente. Con questo lavoro ho cercato di avere una visione d’insieme su vari aspetti. In particolare, l’argomento che concerne la Procreazione medicalmente assistita e tutte le tecniche relative che vengono messe a disposizione di coloro che soffrono di sterilità e infertilità, a tale proposito mi sono maggiormente interessata al profilo sociologico e psicologico di questo problema, sia in ambito femminile che maschile.
PROCREAZIONE MEDICALMENTE ASSISTITA: TECNOLOGIA, SCIENZA E CAPITALE.
CECCONI, MARIA LUCE
2021/2022
Abstract
Il rapporto sempre più autonomo e responsabile che il cittadino intrattiene oggi con il proprio benessere fa di salute e malattia il terreno fertile su cui si misurano bisogni individuali e collettivi, esigenze relazionali e alterazioni della sfera biofisica, richieste di intervento di apparati normalizzanti, per modificare, normalizzare e regolarizzare, quello che non sempre il nostro corpo riesce a porre rimedio ad un vuoto accidentale su cui non sempre è possibile esercitare alcun controllo e potere. D’altro canto, con il progredire della scienza e l’avanzare della tecnologia, abbiamo assistito allo sviluppo di tecniche innovative; medici e scienziati ed altri esperti nel campo studiano ogni giorno una serie di combinazioni per trovare nuove cure a malattie genetiche, degenerative che solo poco tempo fa sembravano inguaribili. La ricaduta di tali eventi nel quotidiano richiede chiavi di lettura diversificate. Per quanto riguarda l’aspetto simbolico della legge n.40/2004 è particolarmente complesso, in quanto investe la sessualità, i rapporti tra i sessi e le generazioni, il corpo della donna, e la vita riproduttiva. Questa legge, mi pare, nasce per produrre certezze, mentre produce divieti e insicurezze. Non solo, vista più da vicino, tale norma risulta stigmatizzante, ed è anche interessante ed esplicativo comprendere il momento storico in cui essa si forma, ovvero attorno alla radice dell’insicurezza del presente. Con questo lavoro ho cercato di avere una visione d’insieme su vari aspetti. In particolare, l’argomento che concerne la Procreazione medicalmente assistita e tutte le tecniche relative che vengono messe a disposizione di coloro che soffrono di sterilità e infertilità, a tale proposito mi sono maggiormente interessata al profilo sociologico e psicologico di questo problema, sia in ambito femminile che maschile.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/67352