La crescita dell’utilizzo di piattaforme e-commerce sta modificando l’idea di molte aziende che oggi cercano di realizzare un’esperienza personificata e diversa al consumatore. Questo perché gli acquisti online negli e-commerce sono stati da sempre molto differenti dagli acquisti eseguiti in un negozio: numerosi sono gli individui che preferiscono avere il prodotto nell’immediato, senza attenderne l’arrivo. Come conseguenza, numerose aziende, nate principalmente come marketplace, o meglio luogo di acquisti online, hanno dovuto dimostrare la fiducia agli utenti e hanno maggiormente lavorato per riuscire a trasformare i propri visitatori del sito web in consumatori. Lo studio del comportamento dei consumatori è stato uno dei primi studi eseguito dagli economisti nel passato. Al giorno d’oggi, ci sono numerosi strumenti per poter analizzare e studiare più nel dettaglio la figura del consumatore e le sue scelte. L’uomo è un essere in parte irrazionale, ma soprattutto condizionato fortemente dal ruolo delle emozioni e dalle informazioni circolanti nell’ambiente che lo circonda. La tematica del comportamento di acquisto online conduce verso un’altra importante scienza: il neuromarketing. Il neuromarketing è una disciplina emergente connessa al campo della psicologia e della neuroscienza con l’economia. Il suo obiettivo è di studiare come il cervello umano sia fisiologicamente affetto da strategie di marketing e campagne pubblicitarie. Numerose sono le tecniche di neuromarketing utilizzate per rendere le piattaforme e-commerce più attrattive; tra queste è opportuno considerare che la grafica, cosi come la struttura ed i colori siano utilizzate in modo tale da semplificare la navigabilità nel sito. Naturalmente, lo sviluppo di attività online da parte di numerose aziende, in particolare con lo scoppio della pandemia, ha aumentato il numero di competitori: per questo, non solo il neuromarketing, ma anche l’introduzione dei bias cognitivi ha permesso alle aziende di utilizzare tecniche e metodi differenti per poter attrarre più consumatori. Il termine bias venne introdotto per la prima volta da Amos Tversky e Daniel Kahneman nel 1974. Il loro obiettivo era di comprendere come gli uomini, circondati da un ambiente esterno, vengano ogni giorno condizionati dai numerosi dati ottenuti. In particolare, i bias cognitivi intervengono quando il soggetto ha poche informazioni disponibili. Esistono già più di 100 bias, ma grazie alle nuove ricerche è complicato poter definire un numero esatto al giorno d’oggi.
Gli effetti dei Bias cognitivi e la loro influenza sul comportamento dei consumatori nelle piattaforme e-commerce CASO STUDIO EBAY
GIGLIO, ELISABETTA
2020/2021
Abstract
La crescita dell’utilizzo di piattaforme e-commerce sta modificando l’idea di molte aziende che oggi cercano di realizzare un’esperienza personificata e diversa al consumatore. Questo perché gli acquisti online negli e-commerce sono stati da sempre molto differenti dagli acquisti eseguiti in un negozio: numerosi sono gli individui che preferiscono avere il prodotto nell’immediato, senza attenderne l’arrivo. Come conseguenza, numerose aziende, nate principalmente come marketplace, o meglio luogo di acquisti online, hanno dovuto dimostrare la fiducia agli utenti e hanno maggiormente lavorato per riuscire a trasformare i propri visitatori del sito web in consumatori. Lo studio del comportamento dei consumatori è stato uno dei primi studi eseguito dagli economisti nel passato. Al giorno d’oggi, ci sono numerosi strumenti per poter analizzare e studiare più nel dettaglio la figura del consumatore e le sue scelte. L’uomo è un essere in parte irrazionale, ma soprattutto condizionato fortemente dal ruolo delle emozioni e dalle informazioni circolanti nell’ambiente che lo circonda. La tematica del comportamento di acquisto online conduce verso un’altra importante scienza: il neuromarketing. Il neuromarketing è una disciplina emergente connessa al campo della psicologia e della neuroscienza con l’economia. Il suo obiettivo è di studiare come il cervello umano sia fisiologicamente affetto da strategie di marketing e campagne pubblicitarie. Numerose sono le tecniche di neuromarketing utilizzate per rendere le piattaforme e-commerce più attrattive; tra queste è opportuno considerare che la grafica, cosi come la struttura ed i colori siano utilizzate in modo tale da semplificare la navigabilità nel sito. Naturalmente, lo sviluppo di attività online da parte di numerose aziende, in particolare con lo scoppio della pandemia, ha aumentato il numero di competitori: per questo, non solo il neuromarketing, ma anche l’introduzione dei bias cognitivi ha permesso alle aziende di utilizzare tecniche e metodi differenti per poter attrarre più consumatori. Il termine bias venne introdotto per la prima volta da Amos Tversky e Daniel Kahneman nel 1974. Il loro obiettivo era di comprendere come gli uomini, circondati da un ambiente esterno, vengano ogni giorno condizionati dai numerosi dati ottenuti. In particolare, i bias cognitivi intervengono quando il soggetto ha poche informazioni disponibili. Esistono già più di 100 bias, ma grazie alle nuove ricerche è complicato poter definire un numero esatto al giorno d’oggi.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/67308