La gestione attenta e responsabile di un progetto o di un investimento finanziario è stata ed è, mai come ora, considerata un tassello fondamentale per garantire il successo economico della stessa. Mai come negli ultimi anni, durante i quali si sono verificati pesanti crolli sui mercati finanziari insieme ad una sempre più marcata attenzione ai cambiamenti climatici, le società di tutto il mondo o quasi, hanno cominciato ad investire percentuali importanti dei loro patrimoni in quelle che sono considerate attività ad impatto sostenibile. Seguendo quindi con maggiore attenzione il tema della Social Responsibility le aziende hanno progressivamente reagito alle fasi di recessione del mercato prestando un’attenzione sempre maggiore a questi temi iniziando a tenere conto degli impatti sociali e ambientali dei propri modelli di business e conseguentemente dei loro operati sui mercati. La definizione di finanza sostenibile più diffusa (Eurosif, 2018) condivisa con il Global Sustainable Investment Alliance (GSIA) e dal Forum Italiano per la Finanza Sostenibile è infatti quella di un modello che tiene assieme, in una visione di lungo periodo, sia il rendimento finanziario per l’investitore che la creazione di un valore sociale condiviso, comprensivo della mitigazione dei rischi ambientali e delle disuguaglianze generate dall’attività economica. In quest’ottica rientrano sia gli investimenti socialmente responsabili, ovvero che costruiscono soluzioni d’investimento basate sulla valutazione anche delle performance non finanziarie degli emittenti, sia quelli più propriamente sostenibili, cioè direttamente connessi alla generazione di un impatto positivo per l’ambiente e la società. Sorge quindi spontanea la domanda; come sono collegati i mercati finanziari, principale “porto” per l’approvvigionamento dei capitali, con l’orientamento sempre più verde dei business delle società? La risposta va ricercata nei comportamenti del passato delle medesime società che hanno sempre privilegiato l’ottenimento di buone performance nel breve periodo, vuoi per politiche remunerative del management non proporzionali all’andamento nel lungo periodo delle performance societarie. Tale approccio ha generato una forte consapevolezza tra gli attori circa gli impatti negativi che un investimento riesce a creare nei confronti degli stakeholders e non solo, innescando quindi ben presto una morale ed un’etica tra questi ultimi che hanno incrementato esponenzialmente l’ammontare degli investimenti con carattere sociale a riprova dell’impegno sempre maggiore verso la salvaguardia del pianeta e non solo. A tal proposito con la sigla “ESG” ovvero Environmental, Social and Governance” si vanno ad individuare tutta una serie di temi verso i quali, a partire dalle Nazioni Unite per poi coinvolgere quasi tutte le istituzioni finanziarie del pianeta, negli ultimi anni si è spostata la stragrande maggioranza degli interessi non solo economici ma soprattutto di salvaguardia del pianeta ma anche relativamente al rispetto dei diritti umani, parità di genere, riduzione della povertà, istruzione etc. Questo repentino interesse verso i temi di sostenibilità ambientale, sociale e di governance potrebbe quindi, ed in parte ha già, agevolare l’allocazione dei capitali da una parte e consentire alle imprese una migliore raccolta fondi sui mercati dall’altra.
Social Impact Investing: Rating ESG e performance di mercato
FABRUZZO, ENRICO
2020/2021
Abstract
La gestione attenta e responsabile di un progetto o di un investimento finanziario è stata ed è, mai come ora, considerata un tassello fondamentale per garantire il successo economico della stessa. Mai come negli ultimi anni, durante i quali si sono verificati pesanti crolli sui mercati finanziari insieme ad una sempre più marcata attenzione ai cambiamenti climatici, le società di tutto il mondo o quasi, hanno cominciato ad investire percentuali importanti dei loro patrimoni in quelle che sono considerate attività ad impatto sostenibile. Seguendo quindi con maggiore attenzione il tema della Social Responsibility le aziende hanno progressivamente reagito alle fasi di recessione del mercato prestando un’attenzione sempre maggiore a questi temi iniziando a tenere conto degli impatti sociali e ambientali dei propri modelli di business e conseguentemente dei loro operati sui mercati. La definizione di finanza sostenibile più diffusa (Eurosif, 2018) condivisa con il Global Sustainable Investment Alliance (GSIA) e dal Forum Italiano per la Finanza Sostenibile è infatti quella di un modello che tiene assieme, in una visione di lungo periodo, sia il rendimento finanziario per l’investitore che la creazione di un valore sociale condiviso, comprensivo della mitigazione dei rischi ambientali e delle disuguaglianze generate dall’attività economica. In quest’ottica rientrano sia gli investimenti socialmente responsabili, ovvero che costruiscono soluzioni d’investimento basate sulla valutazione anche delle performance non finanziarie degli emittenti, sia quelli più propriamente sostenibili, cioè direttamente connessi alla generazione di un impatto positivo per l’ambiente e la società. Sorge quindi spontanea la domanda; come sono collegati i mercati finanziari, principale “porto” per l’approvvigionamento dei capitali, con l’orientamento sempre più verde dei business delle società? La risposta va ricercata nei comportamenti del passato delle medesime società che hanno sempre privilegiato l’ottenimento di buone performance nel breve periodo, vuoi per politiche remunerative del management non proporzionali all’andamento nel lungo periodo delle performance societarie. Tale approccio ha generato una forte consapevolezza tra gli attori circa gli impatti negativi che un investimento riesce a creare nei confronti degli stakeholders e non solo, innescando quindi ben presto una morale ed un’etica tra questi ultimi che hanno incrementato esponenzialmente l’ammontare degli investimenti con carattere sociale a riprova dell’impegno sempre maggiore verso la salvaguardia del pianeta e non solo. A tal proposito con la sigla “ESG” ovvero Environmental, Social and Governance” si vanno ad individuare tutta una serie di temi verso i quali, a partire dalle Nazioni Unite per poi coinvolgere quasi tutte le istituzioni finanziarie del pianeta, negli ultimi anni si è spostata la stragrande maggioranza degli interessi non solo economici ma soprattutto di salvaguardia del pianeta ma anche relativamente al rispetto dei diritti umani, parità di genere, riduzione della povertà, istruzione etc. Questo repentino interesse verso i temi di sostenibilità ambientale, sociale e di governance potrebbe quindi, ed in parte ha già, agevolare l’allocazione dei capitali da una parte e consentire alle imprese una migliore raccolta fondi sui mercati dall’altra.File | Dimensione | Formato | |
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