The work analyzes the different uses of the form "già", paying particular attention to regional Italian of Piedmont. The theoretical survey starts from the prototypical phasal use of "già"; then the non-temporal uses are discussed, trying at the same time to find parallels with the uses of Latin "iam". The main focus of the work is on a particular use of "già" in questions, by which the speaker signals that he previously knew the information he is now asking for: a use that seems to be linked to regional Italian of Piedmont. Similar uses of French "déjà" are also discussed, to outline the differences and shed light on the possible contact dynamics. The theoretical part of the work ends with the analysis of "già" as a confirmative marker and with a reflection on a couple of functions of "già che", not well defined yet. In a typological and interlinguistic perspective, "già" is compared with other Romance outcomes derived from Latin "iam" and with other correspondences of its interrogative function in other Italian regional varieties. The theoretical reflections are enriched by examples taken from online and personal corpora, and by data from a questionnaire submitted to over one hundred speakers from Piedmont and others regions of Italy.
In questo lavoro si analizzano gli usi della forma "già", rivolgendo in modo particolare l'attenzione verso l'italiano regionale piemontese. La prima parte consta di una rassegna che, partendo dall’uso prototipico fasale di "già", estende l’analisi agli utilizzi non temporali, cercando contemporaneamente di rintracciare dei paralleli con il latino "iam". Il lavoro si concentra poi sull’impiego di "già" nelle interrogative del tipo "come si chiama già?", uso che sembra essere specifico dell’italiano regionale piemontese, soffermandosi anche sul "déjà" francese, per delineare le differenze e per far luce sulle eventuali dinamiche di contatto. Il quadro teorico si chiude infine con l’analisi di "già" come segnale di conferma e con una riflessione su un paio di funzioni di "già che", non ancora ben delineate. In una prospettiva tipologica e interlinguistica, "già" è stato confrontato con altri esiti romanzi derivati dalla forma latina e con altre corrispondenze della sua funzione interrogativa in altre varietà regionali di italiano. Le riflessioni teoriche sono state arricchite da esempi tratti da corpora online e personali, e dai dati rilevati da un questionario sottoposto ad oltre un centinaio di parlanti di area piemontese e non.
Gli usi di "già" nell’italiano regionale piemontese: tra particella modale e segnali di conferma
GARELLI, SARA
2020/2021
Abstract
In questo lavoro si analizzano gli usi della forma "già", rivolgendo in modo particolare l'attenzione verso l'italiano regionale piemontese. La prima parte consta di una rassegna che, partendo dall’uso prototipico fasale di "già", estende l’analisi agli utilizzi non temporali, cercando contemporaneamente di rintracciare dei paralleli con il latino "iam". Il lavoro si concentra poi sull’impiego di "già" nelle interrogative del tipo "come si chiama già?", uso che sembra essere specifico dell’italiano regionale piemontese, soffermandosi anche sul "déjà" francese, per delineare le differenze e per far luce sulle eventuali dinamiche di contatto. Il quadro teorico si chiude infine con l’analisi di "già" come segnale di conferma e con una riflessione su un paio di funzioni di "già che", non ancora ben delineate. In una prospettiva tipologica e interlinguistica, "già" è stato confrontato con altri esiti romanzi derivati dalla forma latina e con altre corrispondenze della sua funzione interrogativa in altre varietà regionali di italiano. Le riflessioni teoriche sono state arricchite da esempi tratti da corpora online e personali, e dai dati rilevati da un questionario sottoposto ad oltre un centinaio di parlanti di area piemontese e non.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/67272