La tesi fa luce sulle principali dinamiche che hanno generato un terreno favorevole allo sgretolamento di uno dei più grandi imperi sovranazionali della storia moderna e contemporanea: quello ottomano. A tal fine, prediligendo una visione di lunga durata e traendo beneficio da un approccio metodologico comparato, viene mostrato come le origini dello sgretolamento della Sublime Porta in entità statali su base etnico-nazionale siano da ricercare in dinamiche sovrapposte e di lungo corso. Vengono pertanto analizzati i mutamenti epocali, sia interni che esterni, che interessarono l’area del Mediterraneo orientale. Cercando di evitare approcci eurocentrici e/o orientalisti, la tesi indaga altresì il ruolo degli altri due maggiori imperi attivi nella regione, quello francese e quello britannico. Ponendo come termine a quo il 1827 – data in cui avvenne quello che è passato alla storia come il primo intervento umanitario – la ricerca ha il fine di analizzare come la penetrazione imperiale straniera europea abbia progressivamente scardinato il cosmo di coesistenza presente nella regione, basato su una concezione fluida e porosa dell’identità, attraverso una multiforme ingerenza e una costante penetrazione e imposizione dell’idea di Stato nazione. Infatti, concentrando l’attenzione sui casi studio paradigmatici di Libano e Palestina, verrà in seguito analizzato come gli interventi europei crearono e/o fomentarono le fratture azionando un “processo di minorizzazione” i cui risvolti sono osservabili ancora oggi. Come cesura epocale e acme di questo processo viene individuato il dispositivo del Mandato della Società delle Nazioni. Attraverso l’analisi di questi due contesti, la ricerca si propone di analizzare come l’imposizione top-down del mandato e la conseguente idea di omogenizzazione etno-confessionale, abbiano cancellato secoli di coesistenza fluida e pacifica – che stentano a trovare confronto nell’Europa dell’epoca – aprendo così le porte al confessionalismo e al settarismo. Pertanto, la tesi si propone di indagare le origini, decostruendole all’interno di quattro capitoli, di quelle che sovente e acriticamente vengono descritte come “fratture insanabili” all’interno delle varie comunità del Mediterraneo orientale.

Narrazioni e pratiche delle divisioni imperiali: i casi del Libano e della Palestina

GIRARDI, TIZIANO
2020/2021

Abstract

La tesi fa luce sulle principali dinamiche che hanno generato un terreno favorevole allo sgretolamento di uno dei più grandi imperi sovranazionali della storia moderna e contemporanea: quello ottomano. A tal fine, prediligendo una visione di lunga durata e traendo beneficio da un approccio metodologico comparato, viene mostrato come le origini dello sgretolamento della Sublime Porta in entità statali su base etnico-nazionale siano da ricercare in dinamiche sovrapposte e di lungo corso. Vengono pertanto analizzati i mutamenti epocali, sia interni che esterni, che interessarono l’area del Mediterraneo orientale. Cercando di evitare approcci eurocentrici e/o orientalisti, la tesi indaga altresì il ruolo degli altri due maggiori imperi attivi nella regione, quello francese e quello britannico. Ponendo come termine a quo il 1827 – data in cui avvenne quello che è passato alla storia come il primo intervento umanitario – la ricerca ha il fine di analizzare come la penetrazione imperiale straniera europea abbia progressivamente scardinato il cosmo di coesistenza presente nella regione, basato su una concezione fluida e porosa dell’identità, attraverso una multiforme ingerenza e una costante penetrazione e imposizione dell’idea di Stato nazione. Infatti, concentrando l’attenzione sui casi studio paradigmatici di Libano e Palestina, verrà in seguito analizzato come gli interventi europei crearono e/o fomentarono le fratture azionando un “processo di minorizzazione” i cui risvolti sono osservabili ancora oggi. Come cesura epocale e acme di questo processo viene individuato il dispositivo del Mandato della Società delle Nazioni. Attraverso l’analisi di questi due contesti, la ricerca si propone di analizzare come l’imposizione top-down del mandato e la conseguente idea di omogenizzazione etno-confessionale, abbiano cancellato secoli di coesistenza fluida e pacifica – che stentano a trovare confronto nell’Europa dell’epoca – aprendo così le porte al confessionalismo e al settarismo. Pertanto, la tesi si propone di indagare le origini, decostruendole all’interno di quattro capitoli, di quelle che sovente e acriticamente vengono descritte come “fratture insanabili” all’interno delle varie comunità del Mediterraneo orientale.
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