Since the 1980s, in North America, the need for specific treatment aimed at sex offenders has emerged due to the increase in sexual crimes against adult victims, especially women, but also minors. The most widely used models of relapse risk reduction are those of the cognitive-behavioral approach, which proved to be the most effective, and psychodynamic therapy, often combined with drug therapy. While individualized programs have been activated in North America and Europe, in Italy there are still no national guidelines to intervene in this direction. However, several projects have been implemented in some Italian prisons, the leader of which is the Milano-Bollate prison. The results of these experimental programs highlighted the urgency of building an intervention network throughout the national territory.
A partire dagli Anni ’80 in America del Nord è emersa l’esigenza di un trattamento specifico rivolto ai sex offenders a causa dell’aumento dei reati sessuali ai danni di vittime adulte, soprattutto donne, ma anche minorenni. I modelli di riduzione del rischio di recidiva utilizzati maggiormente sono quelli dell’approccio cognitivo-comportamentale, risultato il più efficace, e la terapia psicodinamica, spesso combinata alla terapia farmacologica. Se in Nordamerica e in Europa sono stati attivati programmi individualizzati, in Italia mancano ancora delle linee guida nazionali per intervenire in questa direzione. Tuttavia, sonno stati attuati diversi progetti i alcuni istituti penitenziari italiani, di cui il capofila è il carcere di Milano-Bollate. Gli esiti di questi programmi sperimentali hanno evidenziato l’urgenza di costruire una rete di intervento su tutto il territorio nazionale.
IL TRATTAMENTO DEI SEX OFFENDERS. MODELLI DI INTERVENTO.
GARBARINO, MARTA
2020/2021
Abstract
A partire dagli Anni ’80 in America del Nord è emersa l’esigenza di un trattamento specifico rivolto ai sex offenders a causa dell’aumento dei reati sessuali ai danni di vittime adulte, soprattutto donne, ma anche minorenni. I modelli di riduzione del rischio di recidiva utilizzati maggiormente sono quelli dell’approccio cognitivo-comportamentale, risultato il più efficace, e la terapia psicodinamica, spesso combinata alla terapia farmacologica. Se in Nordamerica e in Europa sono stati attivati programmi individualizzati, in Italia mancano ancora delle linee guida nazionali per intervenire in questa direzione. Tuttavia, sonno stati attuati diversi progetti i alcuni istituti penitenziari italiani, di cui il capofila è il carcere di Milano-Bollate. Gli esiti di questi programmi sperimentali hanno evidenziato l’urgenza di costruire una rete di intervento su tutto il territorio nazionale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/67030