The dissertation focuses on the enhancement and conservation of the ecological, environmental and cultural values of historical urban forests. In particular, the case study is the high park of the Moncalieri Castle (TO), which has been the subject of research for several years by the Department of Agricultural, Forestry and Food Sciences (DISAFA) of the University of Turin, on behalf of the Municipality of Moncalieri. In over three Centuries of history, the park has undergone various transformations. The park is located on a hilly slope and it is structured in terraces. At the present, the lower part of the Castle, including the park, is used by the Carabinieri army. The upper part of the park, in a state of semi-abandonment, belongs to the municipality, which wants to redevelop it and open it to a public use. The aim is to enhance the Castle's upper park by identifying aspects of historical and ecological interest, to be used as guidelines for future management. After a historical overview of the stages in the creation of the urban forest from the middle of the seventeenth Century to the present day, the theme of ecosystem services was explored. This is a mixed uneven-aged forest, with a prevalence of broad-leaved trees, whose specific composition and varied structure are the result of planning choices made over the Centuries and renewal processes, both of native and invasive species (such as Ailanthus altissima (Mill.) Swingle and Broussonetia papyrifera (L.) Vent.). In order to define the current stand structure, 12 circular plots with a fixed radius (r=12 m) were created, homogeneously distributed within the park, in which the main dendrometric parameters (diameter at 1.30 m, height, species) of all the trees present were measured, as well as the diameters and heights of stumps and standing dead trees. The ground component of the deadwood (logs) was measured along 12 transects of 50 m, using the Line Intersect Sampling method. Growing stock, epigeal phytomass, amount of CO2 stored by the epigeal tree component and deadwood volume were then calculated. The presence of dendro-microhabitats was further investigated by applying the survey protocol developed within the Integrate+ project to 63 trees selected from the most valuable specimens. Within the park, values of growing stock and volume of deadwood are higher than the national average, as a result of the presence of trees of considerable diameter and height, also due to lack of management. The statistical analysis of the data (PAST software) showed that the type and frequency of dendro-microhabitats is influenced by the genus and size of the individuals. For example, specimens with a diameter of more than 55 cm have a greater diversity of microhabitats, while specimens belonging to genera with a low-cracked bark and hardwood (e.g. Celtis australis) have fewer microhabitats. The results obtained can provide useful indications for the future management of the park, aimed both at the possible enhancement of the historical and cultural aspects, with the recovery, where possible, of characteristic elements of the original plant, and at the conservation of individuals of high ecological value, due to the presence of habitats that are fundamental for the conservation of biodiversity in an urban context.
La tesi affronta il tema della valorizzazione e conservazione delle valenze ecologico-ambientali e storico-culturali dei boschi urbani di interesse storico. In particolare, si è approfondito il caso studio del parco alto del Castello di Moncalieri (TO), già oggetto di ricerche da alcuni anni da parte del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA) dell’Università degli Studi di Torino, su incarico del Comune di Moncalieri. Nei suoi oltre tre secoli di storia il parco ha subìto diverse trasformazioni. Il parco è strutturato a terrazze, la parte inferiore è di pertinenza dell’Arma dei carabinieri, che occupano anche una parte del Castello. Il parco alto, in stato di semi-abbandono, è del Comune che lo vuole riqualificare per aprirlo alla fruizione pubblica. L’obiettivo è la valorizzazione del parco alto del Castello, con l’individuazione di aspetti di interesse storico ed ecologico, da utilizzare come linee guida per la futura gestione. Dopo un inquadramento di tipo storico sulle fasi di realizzazione del bosco urbano dalla metà del Seicento ad oggi, si è approfondito il tema dei servizi ecosistemici. Si tratta di un bosco misto disetaneo, a prevalenza di latifoglie, la cui composizione specifica e struttura molto variegate sono il risultato di scelte progettuali operate nel corso dei secoli e di processi di rinnovazione, sia di specie autoctone che di invasive (quali Ailanthus altissima (Mill.) Swingle e Broussonetia papyrifera (L.) Vent.). Per definire la struttura attuale del popolamento, sono state realizzate 12 aree di saggio circolari a raggio fisso (r=12 m), distribuite omogeneamente all’interno del parco, in cui sono stati rilevati i principali parametri dendrometrici (diametro a 1.30 m, altezza, specie) di tutti gli individui arborei presenti, nonché diametri e altezze di ceppaie e alberi morti in piedi. La componente a terra della necromassa è stata invece rilevata lungo 12 transetti da 50 m, utilizzando il metodo del Line Intersect Sampling. Sono state successivamente calcolate provvigione, fitomassa epigea, quantità di CO2 stoccata dalla componente arborea epigea e volume di necromassa. Un ulteriore approfondimento è stato dedicato alla presenza di dendro-microhabitat, applicando il protocollo di rilievo messo a punto nell’ambito del progetto Integrate+ su 63 individui arborei selezionati tra gli esemplari di maggior pregio. All’interno del parco si registrano valori di provvigione e volume di necromassa superiori a quelli medi nazionali, come risultato della presenza di alberi di diametro e altezza rilevanti, anche per effetto della mancata gestione. L’analisi statistica dei dati (software PAST) ha evidenziato come la tipologia e la frequenza dei dendro-microhabitat sia influenzata dal genere e dalle dimensioni degli individui. Gli esemplari di diametro superiore a 55 cm presentano ad esempio una maggiore diversità di microhabitat, mentre individui appartenenti a generi caratterizzati da corteccia poco fessurata e legno duro (i.e. Celtis australis) hanno una minor quantità di microhabitat. I risultati ottenuti possono fornire indicazioni utili per la futura gestione del parco, finalizzata sia all’eventuale valorizzazione degli aspetti storico-culturali, con il recupero, dove possibile, di elementi caratteristici dell’impianto originario, che alla conservazione di individui di elevato pregio ecologico, per la presenza di habitat fondamentali per la conservazione della biodiversità in un contesto urbano.
Approccio multifunzionale alla gestione e valorizzazione di un bosco urbano storico: il caso del Parco Alto del Castello di Moncalieri
ORAMI, DARIA
2020/2021
Abstract
La tesi affronta il tema della valorizzazione e conservazione delle valenze ecologico-ambientali e storico-culturali dei boschi urbani di interesse storico. In particolare, si è approfondito il caso studio del parco alto del Castello di Moncalieri (TO), già oggetto di ricerche da alcuni anni da parte del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA) dell’Università degli Studi di Torino, su incarico del Comune di Moncalieri. Nei suoi oltre tre secoli di storia il parco ha subìto diverse trasformazioni. Il parco è strutturato a terrazze, la parte inferiore è di pertinenza dell’Arma dei carabinieri, che occupano anche una parte del Castello. Il parco alto, in stato di semi-abbandono, è del Comune che lo vuole riqualificare per aprirlo alla fruizione pubblica. L’obiettivo è la valorizzazione del parco alto del Castello, con l’individuazione di aspetti di interesse storico ed ecologico, da utilizzare come linee guida per la futura gestione. Dopo un inquadramento di tipo storico sulle fasi di realizzazione del bosco urbano dalla metà del Seicento ad oggi, si è approfondito il tema dei servizi ecosistemici. Si tratta di un bosco misto disetaneo, a prevalenza di latifoglie, la cui composizione specifica e struttura molto variegate sono il risultato di scelte progettuali operate nel corso dei secoli e di processi di rinnovazione, sia di specie autoctone che di invasive (quali Ailanthus altissima (Mill.) Swingle e Broussonetia papyrifera (L.) Vent.). Per definire la struttura attuale del popolamento, sono state realizzate 12 aree di saggio circolari a raggio fisso (r=12 m), distribuite omogeneamente all’interno del parco, in cui sono stati rilevati i principali parametri dendrometrici (diametro a 1.30 m, altezza, specie) di tutti gli individui arborei presenti, nonché diametri e altezze di ceppaie e alberi morti in piedi. La componente a terra della necromassa è stata invece rilevata lungo 12 transetti da 50 m, utilizzando il metodo del Line Intersect Sampling. Sono state successivamente calcolate provvigione, fitomassa epigea, quantità di CO2 stoccata dalla componente arborea epigea e volume di necromassa. Un ulteriore approfondimento è stato dedicato alla presenza di dendro-microhabitat, applicando il protocollo di rilievo messo a punto nell’ambito del progetto Integrate+ su 63 individui arborei selezionati tra gli esemplari di maggior pregio. All’interno del parco si registrano valori di provvigione e volume di necromassa superiori a quelli medi nazionali, come risultato della presenza di alberi di diametro e altezza rilevanti, anche per effetto della mancata gestione. L’analisi statistica dei dati (software PAST) ha evidenziato come la tipologia e la frequenza dei dendro-microhabitat sia influenzata dal genere e dalle dimensioni degli individui. Gli esemplari di diametro superiore a 55 cm presentano ad esempio una maggiore diversità di microhabitat, mentre individui appartenenti a generi caratterizzati da corteccia poco fessurata e legno duro (i.e. Celtis australis) hanno una minor quantità di microhabitat. I risultati ottenuti possono fornire indicazioni utili per la futura gestione del parco, finalizzata sia all’eventuale valorizzazione degli aspetti storico-culturali, con il recupero, dove possibile, di elementi caratteristici dell’impianto originario, che alla conservazione di individui di elevato pregio ecologico, per la presenza di habitat fondamentali per la conservazione della biodiversità in un contesto urbano.| File | Dimensione | Formato | |
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