Legionella spp. è un batterio presente nelle acque naturali e all’interno di impianti idrici artificiali, in forma libera oppure inglobato da amebe e biofilm, che lo proteggono da condizioni avverse esterne e ne permettono la proliferazione e la diffusione. A livello di salute pubblica, rappresenta un problema in quanto causa di alcune forme particolarmente gravi di polmonite, soprattutto in quei soggetti che vengono considerati più a rischio: immunodepressi, anziani, individui affetti da patologie concomitanti e/o ospedalizzati. La situazione si complica considerando che i luoghi maggiormente incriminati per la comparsa di focolai di legionellosi, o malattia del legionario, sono proprio quelli frequentati da tali individui: case di cura, case di riposo, ospedali, ma anche luoghi comunitari e di aggregazione come hotel, piscine, palestre e tutti quei luoghi in cui si può essere esposti ad acqua vaporizzata e nebulizzata. L’infezione avviene infatti per inalazione di droplets contaminate, attraverso le quali il batterio raggiunge i macrofagi alveolari a livello dei polmoni. Ai fini di prevenire il diffondersi dell’infezione e il presentarsi di più o meno espansi focolai, è necessario attuare delle misure di monitoraggio della qualità dell’acqua che possono essere svolte essenzialmente secondo due metodiche: il metodo microbiologico classico, che prevede una coltura su piastra con successivo conteggio delle colonie, e il metodo di amplificazione della sequenza genica tramite reazione a catena della polimerasi (PCR), nel quale vengono applicate le conoscenze base della biologia molecolare. I due metodi sono stati messi in atto in parallelo per fare un confronto delle rispettive criticità e dei rispettivi aspetti vantaggiosi, il tutto sempre facendo riferimento alle normative vigenti, in particolare la UNI EN ISO 11731:2017 per la prima tecnica e la ISO/TS 12869:2019 per la seconda. È stato visto che entrambe le metodiche sono ad oggi considerate valide; avendo però caratteristiche di esecuzione differenti, ciò che porta a preferirne una all’altra sono, per esempio, il grado di specificità che si vuole raggiungere nell’identificazione, l’urgenza dell’analisi, le necessità e le possibilità del laboratorio in cui si svolgono. Il concetto principale è quindi che ogni analisi debba essere valutata in relazione alla situazione. Sono state poi prese in considerazione le misure per la disinfezione e il mantenimento di una qualità accettabile delle acque, da attuare assolutamente nei luoghi a maggior rischio di contaminazione, ma anche, per esempio, nelle abitazioni private; ed è stato esaminato quanto possano influire l’informazione ed una maggiore consapevolezza della popolazione nel controllo della patologia.
Ricerca e conteggio di Legionella spp. su acqua. Tecniche analitiche a confronto: metodo colturale su piastra e metodo di amplificazione della sequenza genica tramite reazione a catena della polimerasi (PCR). Criticità a confronto e valutazione dell'applicabilità ai sensi delle normative vigenti.
BOGINO, GIULIA
2020/2021
Abstract
Legionella spp. è un batterio presente nelle acque naturali e all’interno di impianti idrici artificiali, in forma libera oppure inglobato da amebe e biofilm, che lo proteggono da condizioni avverse esterne e ne permettono la proliferazione e la diffusione. A livello di salute pubblica, rappresenta un problema in quanto causa di alcune forme particolarmente gravi di polmonite, soprattutto in quei soggetti che vengono considerati più a rischio: immunodepressi, anziani, individui affetti da patologie concomitanti e/o ospedalizzati. La situazione si complica considerando che i luoghi maggiormente incriminati per la comparsa di focolai di legionellosi, o malattia del legionario, sono proprio quelli frequentati da tali individui: case di cura, case di riposo, ospedali, ma anche luoghi comunitari e di aggregazione come hotel, piscine, palestre e tutti quei luoghi in cui si può essere esposti ad acqua vaporizzata e nebulizzata. L’infezione avviene infatti per inalazione di droplets contaminate, attraverso le quali il batterio raggiunge i macrofagi alveolari a livello dei polmoni. Ai fini di prevenire il diffondersi dell’infezione e il presentarsi di più o meno espansi focolai, è necessario attuare delle misure di monitoraggio della qualità dell’acqua che possono essere svolte essenzialmente secondo due metodiche: il metodo microbiologico classico, che prevede una coltura su piastra con successivo conteggio delle colonie, e il metodo di amplificazione della sequenza genica tramite reazione a catena della polimerasi (PCR), nel quale vengono applicate le conoscenze base della biologia molecolare. I due metodi sono stati messi in atto in parallelo per fare un confronto delle rispettive criticità e dei rispettivi aspetti vantaggiosi, il tutto sempre facendo riferimento alle normative vigenti, in particolare la UNI EN ISO 11731:2017 per la prima tecnica e la ISO/TS 12869:2019 per la seconda. È stato visto che entrambe le metodiche sono ad oggi considerate valide; avendo però caratteristiche di esecuzione differenti, ciò che porta a preferirne una all’altra sono, per esempio, il grado di specificità che si vuole raggiungere nell’identificazione, l’urgenza dell’analisi, le necessità e le possibilità del laboratorio in cui si svolgono. Il concetto principale è quindi che ogni analisi debba essere valutata in relazione alla situazione. Sono state poi prese in considerazione le misure per la disinfezione e il mantenimento di una qualità accettabile delle acque, da attuare assolutamente nei luoghi a maggior rischio di contaminazione, ma anche, per esempio, nelle abitazioni private; ed è stato esaminato quanto possano influire l’informazione ed una maggiore consapevolezza della popolazione nel controllo della patologia.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/66981