Gli individui appartenenti a specie altamente sociali, come l’essere umano, hanno continue interazioni nell’arco della propria vita. Saper comunicare attraverso differenti canali sensoriali è essenziale per essere integrati in un gruppo. Nella nostra specie, le espressioni facciali sono certamente tra i segnali comunicativi più importanti per stabilire una connessione emotiva con gli altri. I meccanismi prossimi e ultimi che permettono di riconoscere e condividere le espressioni facciali sono stati oggetto di interesse per numerose discipline, tra cui la neurobiologia, la psicologia e l’etologia. L’empatia, nella sua forma più basilare (empatia emozionale), è la capacità di percepire e condividere lo stato emotivo altrui, senza ricorso a forme cognitivamente più complesse che fanno ugualmente parte del fenomeno empatico (empatia cognitiva). Secondo il modello dell’empatia detto della “bambola russa” e proposto da de Waal e Preston (2011, 2017), questa condivisione involontaria e automatica prende il nome di contagio emotivo e rappresenta lo strato più basale della sfera empatica. Per questo studio, abbiamo dapprima raccolto dati comportamentali naturalistici su un ampio gruppo di studenti dell’Università di Torino. In base alle frequenze di comportamenti affiliativi (sit-in-contact, gentle touch, etc.) è stato determinato il legame sociale tra soggetti, poi suddiviso in tre categorie (in grado decrescente di familiarità): amici, conosciuti e sconosciuti. A seguire è stata effettuata la parte sperimentale, che aveva il duplice scopo di misurare il contagio emotivo (empatia emotiva) attraverso il contagio di sbadiglio e di misurare i livelli di cooperazione (empatia cognitiva) attraverso il gioco del Dilemma del Prigioniero. L’approccio sperimentale ha coinvolto 15 giovani donne che hanno preso parte a prove video per misurare il contagio di sbadiglio in risposta a modelli/e amici/amiche, conosciuti/e, sconosciuti/e. Inoltre, le 15 donne hanno preso parte al gioco del Dilemma del Prigioniero per poter valutare la propensione delle donne in oggetto a cooperare o tradire a seconda che l’altro giocatore o giocatrice fosse amico/a, conosciuto/a o sconosciuto/a. I nostri risultati hanno dimostrato come il livello di affiliazione diadico influenzi il contagio dello sbadiglio e il livello di cooperazione, entrambi maggiori tra soggetti con legami sociali più forti. Nonostante le limitazioni riscontrate in questa ricerca, in particolare legate al numero piuttosto limitato di soggetti, i risultati hanno mostrato come diversi fenomeni più o meno cognitivamente complessi legati alla sfera empatica (come il contagio dello sbadiglio e la cooperazione) siano socialmente modulati e seguano un andamento similare.

Fattori che influenzano il contagio dello sbadiglio in un gruppo di giovani donne: un approccio combinato sperimentale e naturalistico

BRESCINI, MARTINA
2020/2021

Abstract

Gli individui appartenenti a specie altamente sociali, come l’essere umano, hanno continue interazioni nell’arco della propria vita. Saper comunicare attraverso differenti canali sensoriali è essenziale per essere integrati in un gruppo. Nella nostra specie, le espressioni facciali sono certamente tra i segnali comunicativi più importanti per stabilire una connessione emotiva con gli altri. I meccanismi prossimi e ultimi che permettono di riconoscere e condividere le espressioni facciali sono stati oggetto di interesse per numerose discipline, tra cui la neurobiologia, la psicologia e l’etologia. L’empatia, nella sua forma più basilare (empatia emozionale), è la capacità di percepire e condividere lo stato emotivo altrui, senza ricorso a forme cognitivamente più complesse che fanno ugualmente parte del fenomeno empatico (empatia cognitiva). Secondo il modello dell’empatia detto della “bambola russa” e proposto da de Waal e Preston (2011, 2017), questa condivisione involontaria e automatica prende il nome di contagio emotivo e rappresenta lo strato più basale della sfera empatica. Per questo studio, abbiamo dapprima raccolto dati comportamentali naturalistici su un ampio gruppo di studenti dell’Università di Torino. In base alle frequenze di comportamenti affiliativi (sit-in-contact, gentle touch, etc.) è stato determinato il legame sociale tra soggetti, poi suddiviso in tre categorie (in grado decrescente di familiarità): amici, conosciuti e sconosciuti. A seguire è stata effettuata la parte sperimentale, che aveva il duplice scopo di misurare il contagio emotivo (empatia emotiva) attraverso il contagio di sbadiglio e di misurare i livelli di cooperazione (empatia cognitiva) attraverso il gioco del Dilemma del Prigioniero. L’approccio sperimentale ha coinvolto 15 giovani donne che hanno preso parte a prove video per misurare il contagio di sbadiglio in risposta a modelli/e amici/amiche, conosciuti/e, sconosciuti/e. Inoltre, le 15 donne hanno preso parte al gioco del Dilemma del Prigioniero per poter valutare la propensione delle donne in oggetto a cooperare o tradire a seconda che l’altro giocatore o giocatrice fosse amico/a, conosciuto/a o sconosciuto/a. I nostri risultati hanno dimostrato come il livello di affiliazione diadico influenzi il contagio dello sbadiglio e il livello di cooperazione, entrambi maggiori tra soggetti con legami sociali più forti. Nonostante le limitazioni riscontrate in questa ricerca, in particolare legate al numero piuttosto limitato di soggetti, i risultati hanno mostrato come diversi fenomeni più o meno cognitivamente complessi legati alla sfera empatica (come il contagio dello sbadiglio e la cooperazione) siano socialmente modulati e seguano un andamento similare.
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