La letteratura politologica si è soffermata largamente sui risultati elettorali delle forze politiche nel nostro Paese, ma poco sui voti di preferenza. Scopo di questo lavoro è pertanto quello di sistematizzare tale tema partendo da un ampio database dei voti di preferenza espressi nelle elezioni europee e politiche svolte dal 1948 a oggi nel nostro Paese. Le preferenze sono infatti state impiegate per tutte le elezioni europee che si sono tenute dal 1979 a oggi e per le elezioni della Camera che hanno avuto luogo dal 1948 al 1992. Nello specifico, si cercherà di capire come è mutato nel tempo l’uso del voto di preferenza nel nostro Paese, anche in ragione delle differenti leggi elettorali adottate. Si traccerà pertanto un’analisi diacronica, cercando di evidenziare le differenze nell’uso del voto di preferenza tra Prima e Seconda Repubblica. Quest’analisi diacronica si articolerà in particolare lungo due dimensioni: una partitica e una territoriale. La dimensione partitica mirerà ad analizzare – attraverso l’indice di preferenza – quali partiti ricevono più preferenze rispetto ai voti di lista ottenuti e quali meno, e allo stesso tempo servirà a comprendere – attraverso l’indice di Gini – quali partiti hanno preferenze “concentrate” su poche persone e quali invece presentano dinamiche più competitive tra i candidati, portando a una maggiore distribuzione delle preferenze. La dimensione territoriale, invece, ha come obiettivo quello di analizzare il mutamento dell’uso del voto di preferenza tra le macroregioni d’Italia, cercando altresì di comprendere le ragioni dietro queste differenze territoriali.
Il voto di preferenza in Italia
VERNETTI, ALESSIO
2021/2022
Abstract
La letteratura politologica si è soffermata largamente sui risultati elettorali delle forze politiche nel nostro Paese, ma poco sui voti di preferenza. Scopo di questo lavoro è pertanto quello di sistematizzare tale tema partendo da un ampio database dei voti di preferenza espressi nelle elezioni europee e politiche svolte dal 1948 a oggi nel nostro Paese. Le preferenze sono infatti state impiegate per tutte le elezioni europee che si sono tenute dal 1979 a oggi e per le elezioni della Camera che hanno avuto luogo dal 1948 al 1992. Nello specifico, si cercherà di capire come è mutato nel tempo l’uso del voto di preferenza nel nostro Paese, anche in ragione delle differenti leggi elettorali adottate. Si traccerà pertanto un’analisi diacronica, cercando di evidenziare le differenze nell’uso del voto di preferenza tra Prima e Seconda Repubblica. Quest’analisi diacronica si articolerà in particolare lungo due dimensioni: una partitica e una territoriale. La dimensione partitica mirerà ad analizzare – attraverso l’indice di preferenza – quali partiti ricevono più preferenze rispetto ai voti di lista ottenuti e quali meno, e allo stesso tempo servirà a comprendere – attraverso l’indice di Gini – quali partiti hanno preferenze “concentrate” su poche persone e quali invece presentano dinamiche più competitive tra i candidati, portando a una maggiore distribuzione delle preferenze. La dimensione territoriale, invece, ha come obiettivo quello di analizzare il mutamento dell’uso del voto di preferenza tra le macroregioni d’Italia, cercando altresì di comprendere le ragioni dietro queste differenze territoriali.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/66929