The analysis of the material culture of a population, i.e., the ensemble of the artifacts they produce, can enable the reconstruction of some aspects of their behavior and mental functioning. “Modern human behavior”, the behavior that researchers associate with Homo sapiens, can be detected from a variety of elements in the archaeological record. Some of these, such as tool use, are widely shared with other human and non-human species, while other elements, such as art, use of pigments, ritual burials and use of personal ornaments, are characteristic features of genus Homo and are believed to have performed symbolic functions. The first tangible material traces of modern human behavior date back to the African Middle Stone Age, around 100,000 years ago, and among these, personal ornaments are considered as indisputable proxies of symbolic behavior by many scholars. Personal ornaments provide useful hints for the reconstruction of some aspects of the evolution of human behavior through space and time, but also for the description of the archaeological cultures that characterized human groups during Prehistory, i.e., their sense of identity, their differences and similarities, their contacts and interactions. In order to exploit the full potential of ornaments as markers of human cultures, gathering complete and representative datasets is fundamental. Data must include information about spatial, temporal, and geographic distribution of personal ornaments, their main typological features and their correlation with other elements of the material culture. This information, if at all available, is usually scattered in archaeological publications, many of which are difficult to retrieve (as in the case of older articles, that are not in digital format), and it is often presented in tables in pdf documents, which are not editable nor directly usable. The international scientific community is therefore currently advocating an increase in studies dealing with datification processes, which is required in order to normalize information, transform it into data, and use it in quantitative and descriptive analyses. This dissertation begins with a review of the literature about the evolution of modern human behavior and its archaeological proxies, focusing on personal ornaments and their importance for tracking human behavior. After pointing out the role that personal ornaments play in behavioral and cultural studies, a database of Italian personal ornaments has been gathered and is presented. The data have been obtained from existing publications (243) and cover the timespan from the Middle-Upper Paleolithic (ca. 50,000 years ago) to the Neolithic (ca. 5,000 years ago). The data have been classified according to their archaeological context (culture, dating, location) and main features (raw material, manufacturing, state of preservation). A GIS software has been used to georeference the database and to carry out some prelaminar spatial analysis on the distribution of the sites, ornaments, and types of raw material. This analysis showed some trends concerning the interaction of human groups of prehistoric Italy with their environment, including their preferences for specific types of raw material and the existence of exchange networks. The database has been released in open access and has been included in a scientific publication currently in press for the journal ArcheoLogica Data.
L’analisi degli artefatti risultanti dall’attività umana (la “cultura materiale”) permette di far luce su alcuni aspetti del comportamento e del funzionamento mentale di chi li ha prodotti. Il comportamento umano “moderno” è quello che viene tipicamente associato a Homo sapiens e può essere descritto da una serie di elementi presenti nel record archeologico. Alcuni di questi elementi sono in realtà condivisi con altri ominidi e animali non umani, come nel caso dell’uso di tools, altri invece sono distintivi del genere umano: l’arte, l’uso di pigmenti, le sepolture rituali e l’uso di ornamenti personali, ovvero quelle componenti della cultura materiale che sembrano aver svolto una funzione simbolica. I primi segni tangibili del comportamento “moderno” compaiono già circa 100.000 anni fa in Africa e tra questi la produzione e l’utilizzo di ornamenti personali (per esempio, conchiglie perforate) sono ritenuti chiari indicatori del comportamento umano simbolico. Lo studio degli ornamenti personali è utile sia quando si tenti di ricostruire alcuni aspetti dell’evoluzione del comportamento umano nello spazio e nel tempo, sia per descrivere le culture archeologiche che hanno caratterizzato i diversi gruppi umani nella Preistoria, tracciandone identità, somiglianze, differenze, contatti ed interazioni. Per poter sfruttare appieno il potenziale informativo degli ornamenti personali è fondamentale considerare un corpus di dati il più possibile completo e rappresentativo, che comprenda riferimenti circa la loro distribuzione spaziale, temporale e geografica, le loro caratteristiche tipologiche e l’associazione con altri elementi della cultura materiale. Queste informazioni si trovano tipicamente all’interno di pubblicazioni archeologiche non sempre facilmente accessibili (come nel caso di articoli non digitalizzati) e spesso riportate in forma discorsiva anziché come dati. La comunità scientifica internazionale sta quindi caldeggiando studi che prevedano un processo di datificazione, ovvero di trasformazione delle informazioni in dati, in modo da standardizzarle e uniformarle al fine di permetterne l’utilizzo in analisi di tipo quantitativo-descrittivo. Questa tesi si avvia con una revisione della letteratura riguardante l’evoluzione del comportamento umano moderno e gli indicatori archeologici che lo definiscono, con un riferimento particolare agli ornamenti personali in quanto caratterizzanti il comportamento simbolico. Una volta evidenziata l’importanza che gli ornamenti assumono per il comportamento umano inizialmente e per la cultura umana successivamente, verrà presentata una base di dati relativa a ornamenti personali ritrovati in siti archeologici italiani tra il Paleolitico Medio-Superiore e il Neolitico (circa 50.000-5.000 anni fa). I dati sono stati estrapolati da 243 pubblicazioni e classificati in base al contesto archeologico (cultura, datazione, posizione geografica) e alle caratteristiche degli ornamenti (materia prima, lavorazione, stato di preservazione). Il database così costruito è stato in seguito georeferenziato e tramite un software GIS sono state condotte delle analisi spaziali preliminari sulla distribuzione di siti, ornamenti e materie prime. Questo ha permesso di evidenziare alcune tendenze per quanto riguarda l’interazione tra i gruppi umani dell’Italia preistorica e il loro ambiente. Il database è stato presentato in una pubblicazione scientifica sulla rivista ArcheoLogica Data ed è disponibile in formato open access.
Dalla cultura materiale al comportamento umano: un database degli ornamenti preistorici italiani
CAPO, MELISSA
2020/2021
Abstract
L’analisi degli artefatti risultanti dall’attività umana (la “cultura materiale”) permette di far luce su alcuni aspetti del comportamento e del funzionamento mentale di chi li ha prodotti. Il comportamento umano “moderno” è quello che viene tipicamente associato a Homo sapiens e può essere descritto da una serie di elementi presenti nel record archeologico. Alcuni di questi elementi sono in realtà condivisi con altri ominidi e animali non umani, come nel caso dell’uso di tools, altri invece sono distintivi del genere umano: l’arte, l’uso di pigmenti, le sepolture rituali e l’uso di ornamenti personali, ovvero quelle componenti della cultura materiale che sembrano aver svolto una funzione simbolica. I primi segni tangibili del comportamento “moderno” compaiono già circa 100.000 anni fa in Africa e tra questi la produzione e l’utilizzo di ornamenti personali (per esempio, conchiglie perforate) sono ritenuti chiari indicatori del comportamento umano simbolico. Lo studio degli ornamenti personali è utile sia quando si tenti di ricostruire alcuni aspetti dell’evoluzione del comportamento umano nello spazio e nel tempo, sia per descrivere le culture archeologiche che hanno caratterizzato i diversi gruppi umani nella Preistoria, tracciandone identità, somiglianze, differenze, contatti ed interazioni. Per poter sfruttare appieno il potenziale informativo degli ornamenti personali è fondamentale considerare un corpus di dati il più possibile completo e rappresentativo, che comprenda riferimenti circa la loro distribuzione spaziale, temporale e geografica, le loro caratteristiche tipologiche e l’associazione con altri elementi della cultura materiale. Queste informazioni si trovano tipicamente all’interno di pubblicazioni archeologiche non sempre facilmente accessibili (come nel caso di articoli non digitalizzati) e spesso riportate in forma discorsiva anziché come dati. La comunità scientifica internazionale sta quindi caldeggiando studi che prevedano un processo di datificazione, ovvero di trasformazione delle informazioni in dati, in modo da standardizzarle e uniformarle al fine di permetterne l’utilizzo in analisi di tipo quantitativo-descrittivo. Questa tesi si avvia con una revisione della letteratura riguardante l’evoluzione del comportamento umano moderno e gli indicatori archeologici che lo definiscono, con un riferimento particolare agli ornamenti personali in quanto caratterizzanti il comportamento simbolico. Una volta evidenziata l’importanza che gli ornamenti assumono per il comportamento umano inizialmente e per la cultura umana successivamente, verrà presentata una base di dati relativa a ornamenti personali ritrovati in siti archeologici italiani tra il Paleolitico Medio-Superiore e il Neolitico (circa 50.000-5.000 anni fa). I dati sono stati estrapolati da 243 pubblicazioni e classificati in base al contesto archeologico (cultura, datazione, posizione geografica) e alle caratteristiche degli ornamenti (materia prima, lavorazione, stato di preservazione). Il database così costruito è stato in seguito georeferenziato e tramite un software GIS sono state condotte delle analisi spaziali preliminari sulla distribuzione di siti, ornamenti e materie prime. Questo ha permesso di evidenziare alcune tendenze per quanto riguarda l’interazione tra i gruppi umani dell’Italia preistorica e il loro ambiente. Il database è stato presentato in una pubblicazione scientifica sulla rivista ArcheoLogica Data ed è disponibile in formato open access.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/66884