Mentre in Francia stava per iniziare la Rivoluzione, in Inghilterra, nel 1760, si inaugurava l’epoca delle rivoluzioni industriali: a livello politico e commerciale il mondo stava per essere stravolto e, come sempre in questi casi, la consapevolezza dei cittadini era di gran lunga inferiore al cataclisma che li stava attendendo. La rivoluzione industriale si compone di due fasi principali: 1. La prima, tra la fine del ‘700 e il 1830, che vide in primis la società inglese e in secundis quella europea passare da agricolo-artigianali a industrializzate, con un intensivo utilizzo di fonti energetiche non rinnovabili. Questo processo vide interessato soprattutto il settore tessile, grazie all’invenzione della spoletta volante e la macchina a vapore che elevò quello metallurgico. 2. La seconda, partita nel 1870, con la scoperta dell’energia elettrica, dei prodotti chimici e del petrolio, invece, sospinse a nuovi livelli tecnologi il settore metallurgico. In tutto ciò è impossibile dimenticarsi delle pessime condizioni di lavoro del proletariato ivi assunto: sottopagato, sottoposto a condizioni lavorative al limite del disumano e della schiavitù e a numerosi pericoli sul luogo di lavoro. Ma non solo. L’utilizzo massiccio del carbone fino in età moderna e delle maggiori fonti di energie non rinnovabili, invece, fino in età contemporanea, ha avuto un grosso impatto sul cambiamento climatico, peggiorando via via le condizioni di vita della popolazione globale. Su queste basi, oggi, le aziende di spicco del mercato hanno iniziato a muoversi in direzione della green economy. In primo luogo, la decarbonizzazione, ovvero il passaggio dall’uso del carbone come fonte energetica alle fonti di energie rinnovabili (eolica, idroelettrica, solare e geotermica per fare alcuni esempi). Il principale strumento di questo passaggio storico è stata l’elettrificazione, cioè la progressiva sostituzione delle tecnologie che utilizzano combustibili fossili con tecnologie che abbiano al loro centro l’elettricità derivante da fonti rinnovabili nel maggior numero di settori possibili. Tutto ciò non potrà che migliorare con l’intensificarsi della digitalizzazione e il conseguente miglioramento dell’efficienza energetica. In linea con essa sono le energie rinnovabili, le quali rappresentano il presente e il futuro di una società consapevole di avere un solo pianeta a propria disposizione. Sole, forza del vento o dell’acqua, calore della terra: produrre energia rinnovabile significa utilizzare tutte quelle fonti – presenti massicciamente in natura – per generare energia elettrica e in grado di diminuire drasticamente le emissioni di CO2 e altre sostanze tossiche per l’ambiente che ci circonda. Su questa base si è espressa la Conferenza dell’ONU ponendo le basi della Agenda 21 del 1992, primo programma internazionale sulla sostenibilità ambientale. Fino al 2030 sono stati posti i seguenti obiettivi per migliorare la vita della popolazione mondiale e salvaguardare l’ecosistema: - Adozione di tecnologie e pratiche basate sui principi della circular economy; - Conservazione e tutela della biodiversità; - Promozione di fonti rinnovabili; - Utilizzo efficiente delle risorse; - Riciclo degli scarti di produzione e rifiuti; - Incentivazione della mobilità sostenibile; - Conservazione delle risorse marine. In linea con il primo punto si è mossa l’Unione Europea, promuovendo la transizione verso un modello di economia circolare,in alternativa al modello economico lineare

Il Bilancio Sociale (ESG) e la Corporate Social Responsability (CSR)

NEMINI, BEATRICE
2021/2022

Abstract

Mentre in Francia stava per iniziare la Rivoluzione, in Inghilterra, nel 1760, si inaugurava l’epoca delle rivoluzioni industriali: a livello politico e commerciale il mondo stava per essere stravolto e, come sempre in questi casi, la consapevolezza dei cittadini era di gran lunga inferiore al cataclisma che li stava attendendo. La rivoluzione industriale si compone di due fasi principali: 1. La prima, tra la fine del ‘700 e il 1830, che vide in primis la società inglese e in secundis quella europea passare da agricolo-artigianali a industrializzate, con un intensivo utilizzo di fonti energetiche non rinnovabili. Questo processo vide interessato soprattutto il settore tessile, grazie all’invenzione della spoletta volante e la macchina a vapore che elevò quello metallurgico. 2. La seconda, partita nel 1870, con la scoperta dell’energia elettrica, dei prodotti chimici e del petrolio, invece, sospinse a nuovi livelli tecnologi il settore metallurgico. In tutto ciò è impossibile dimenticarsi delle pessime condizioni di lavoro del proletariato ivi assunto: sottopagato, sottoposto a condizioni lavorative al limite del disumano e della schiavitù e a numerosi pericoli sul luogo di lavoro. Ma non solo. L’utilizzo massiccio del carbone fino in età moderna e delle maggiori fonti di energie non rinnovabili, invece, fino in età contemporanea, ha avuto un grosso impatto sul cambiamento climatico, peggiorando via via le condizioni di vita della popolazione globale. Su queste basi, oggi, le aziende di spicco del mercato hanno iniziato a muoversi in direzione della green economy. In primo luogo, la decarbonizzazione, ovvero il passaggio dall’uso del carbone come fonte energetica alle fonti di energie rinnovabili (eolica, idroelettrica, solare e geotermica per fare alcuni esempi). Il principale strumento di questo passaggio storico è stata l’elettrificazione, cioè la progressiva sostituzione delle tecnologie che utilizzano combustibili fossili con tecnologie che abbiano al loro centro l’elettricità derivante da fonti rinnovabili nel maggior numero di settori possibili. Tutto ciò non potrà che migliorare con l’intensificarsi della digitalizzazione e il conseguente miglioramento dell’efficienza energetica. In linea con essa sono le energie rinnovabili, le quali rappresentano il presente e il futuro di una società consapevole di avere un solo pianeta a propria disposizione. Sole, forza del vento o dell’acqua, calore della terra: produrre energia rinnovabile significa utilizzare tutte quelle fonti – presenti massicciamente in natura – per generare energia elettrica e in grado di diminuire drasticamente le emissioni di CO2 e altre sostanze tossiche per l’ambiente che ci circonda. Su questa base si è espressa la Conferenza dell’ONU ponendo le basi della Agenda 21 del 1992, primo programma internazionale sulla sostenibilità ambientale. Fino al 2030 sono stati posti i seguenti obiettivi per migliorare la vita della popolazione mondiale e salvaguardare l’ecosistema: - Adozione di tecnologie e pratiche basate sui principi della circular economy; - Conservazione e tutela della biodiversità; - Promozione di fonti rinnovabili; - Utilizzo efficiente delle risorse; - Riciclo degli scarti di produzione e rifiuti; - Incentivazione della mobilità sostenibile; - Conservazione delle risorse marine. In linea con il primo punto si è mossa l’Unione Europea, promuovendo la transizione verso un modello di economia circolare,in alternativa al modello economico lineare
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/66807