La moderna frutticoltura è chiamata a rispondere a una duplice sfida: le richieste da parte del mercato in termini di quantità, qualità e standardizzazione del prodotto e le richieste da parte della società di maggiore sostenibilità del settore. Una delle strade possibili da intraprendere per cercare di soddisfare entrambe le parti è quella dell’intensificazione ecologica. Tale strategia mira a migliorare la conoscenza delle relazioni tra l’agroecosistema e i servizi ecosistemici (SE) forniti dagli organismi che ne fanno parte, al fine di mantenere, se non aumentare, gli attuali livelli produttivi e minimizzare l’impatto sull’ambiente. Tra le pratiche adottabili vi sono le cover crop, che in ambito frutticolo possono trovare applicazione nella gestione dell’interfila. La pratica dell’inerbimento in frutticoltura è largamente diffusa e consolidata, in particolare in Piemonte, ma il mix di essenze è ancora costituito da una vegetazione spontanea poco controllata e non valorizzata. Per meglio studiare le potenzialità di utilizzo di miscugli selezionati appositamente seminati, è stata condotta una prova di confronto di due anni (2022 e 2023) tra due miscugli e un controllo spontaneo, in impianti di melo e mirtillo gigante americano. Sono state coinvolte due aziende agricole situate nella provincia di Torino. Per monitorare l’evoluzione degli inerbimenti e il mantenimento dei miscugli tra un anno e l’altro sono stati condotti rilievi fitosociologici tra il periodo primaverile e autunnale dei due anni. Con i dati ottenuti dai rilievi fitosociologici è stato condotto un confronto tra i tre inerbimenti, con un duplice obiettivo: valutare il comportamento dei miscugli rispetto al controllo spontaneo e testare un indice funzionale ideato per restituire un’interpretazione qualitativa delle funzioni che un inerbimento è in grado di svolgere. Le funzioni prese in considerazione per la costruzione di questo indice sono state: azotofissazione, supporto meccanico del suolo, supporto degli insetti pronubi, supporto dell’impollinazione della coltura e persistenza dell’inerbimento. Dai risultati ottenuti si è osservata la difficoltà da parte dei miscugli nell’insediarsi e mantenersi tra i due anni e, soprattutto, nel competere e primeggiare in termini di copertura, diversità e funzionalità con il controllo spontaneo. Invece, l’indice ideato ha mostrato un’interessante utilità nel valutare e confrontare la funzionalità tra inerbimenti, dimostrando la possibilità di contribuire come strumento di supporto decisionale nella gestione degli inerbimenti in frutteto, la valorizzazione dei SE e i dei potenziali vantaggi che essi possono fornire, indirettamente, sull’economia aziendale e sulla sanità dell’agroecosistema.

Verso una frutticoltura più sostenibile: inerbimenti controllati e servizi ecosistemici

LOVERA, MATTEO
2022/2023

Abstract

La moderna frutticoltura è chiamata a rispondere a una duplice sfida: le richieste da parte del mercato in termini di quantità, qualità e standardizzazione del prodotto e le richieste da parte della società di maggiore sostenibilità del settore. Una delle strade possibili da intraprendere per cercare di soddisfare entrambe le parti è quella dell’intensificazione ecologica. Tale strategia mira a migliorare la conoscenza delle relazioni tra l’agroecosistema e i servizi ecosistemici (SE) forniti dagli organismi che ne fanno parte, al fine di mantenere, se non aumentare, gli attuali livelli produttivi e minimizzare l’impatto sull’ambiente. Tra le pratiche adottabili vi sono le cover crop, che in ambito frutticolo possono trovare applicazione nella gestione dell’interfila. La pratica dell’inerbimento in frutticoltura è largamente diffusa e consolidata, in particolare in Piemonte, ma il mix di essenze è ancora costituito da una vegetazione spontanea poco controllata e non valorizzata. Per meglio studiare le potenzialità di utilizzo di miscugli selezionati appositamente seminati, è stata condotta una prova di confronto di due anni (2022 e 2023) tra due miscugli e un controllo spontaneo, in impianti di melo e mirtillo gigante americano. Sono state coinvolte due aziende agricole situate nella provincia di Torino. Per monitorare l’evoluzione degli inerbimenti e il mantenimento dei miscugli tra un anno e l’altro sono stati condotti rilievi fitosociologici tra il periodo primaverile e autunnale dei due anni. Con i dati ottenuti dai rilievi fitosociologici è stato condotto un confronto tra i tre inerbimenti, con un duplice obiettivo: valutare il comportamento dei miscugli rispetto al controllo spontaneo e testare un indice funzionale ideato per restituire un’interpretazione qualitativa delle funzioni che un inerbimento è in grado di svolgere. Le funzioni prese in considerazione per la costruzione di questo indice sono state: azotofissazione, supporto meccanico del suolo, supporto degli insetti pronubi, supporto dell’impollinazione della coltura e persistenza dell’inerbimento. Dai risultati ottenuti si è osservata la difficoltà da parte dei miscugli nell’insediarsi e mantenersi tra i due anni e, soprattutto, nel competere e primeggiare in termini di copertura, diversità e funzionalità con il controllo spontaneo. Invece, l’indice ideato ha mostrato un’interessante utilità nel valutare e confrontare la funzionalità tra inerbimenti, dimostrando la possibilità di contribuire come strumento di supporto decisionale nella gestione degli inerbimenti in frutteto, la valorizzazione dei SE e i dei potenziali vantaggi che essi possono fornire, indirettamente, sull’economia aziendale e sulla sanità dell’agroecosistema.
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