Dall’esclusione all’inclusione: nascita ed evoluzione del concetto di BES

Today it is finally possible to speak in terms of inclusion and no longer of integration and it can be done in a conscious way knowing the real significance of the two terms and the very different meanings they imply and have. All this, above all, declining this evolution in the classroom and classroom context, finding more and more legitimacy and confirmation in the noble and fundamentally relevant role of the support teacher. This figure, as well as the survey carried out to complete the analysis carried out, is now increasingly present in the classes and increasingly perceived for the positive and proactive role it has not only for the pupil with SEN who is entrusted to him. , but also for the overall harmony of the class as a whole. Having overcome many of the stereotypes about the uselessness or ineffectiveness of this figure, in fact, one is now increasingly aware of it, appreciating the strategic and fundamental contribution it can give in didactic, human and general terms in the classroom context. Regardless of the level and grade of the school it operates in. The history of the scholastic inclusion of pupils with Special Educational Needs (SEN), and more generally of pupils with disabilities, has seen the succession of several important phases in the Italian social, educational and legislative dimension. The original situation is marked and oriented to a general principle of exclusion from society and from any educational intervention. Progressively, the phase of exclusion developed into the separation in pre-established special schools, then to the insertion and integration within the school of all, to arrive at the new perspective of inclusion in the school for all within a context that is always more heterogeneous and predisposed to the educational care of different needs. In the analysis conducted, the main finding that seems to represent a reason of extreme and profound interest was the close connection between the theoretical evolution that has been detected over the years around the theme of diversity and the development of an awareness that has characterized the factual reality of teaching and managing pupils with SEN. As evidenced by the historical excursus that in the first part of the thesis was reconstructed, in fact, we have gone from the denial of any possibility and perspective for the "different" to a plan of integration of the same that progressively over the decades has always been less perceived as different but as, above all, a person. This is also confirmed by the results of the qualitative survey conducted and reported in the last part of the thesis work in which we directly contacted support teachers who have already played this type of role in the various orders for at least 5 years and grades of the Italian school. The in-depth interviews made it possible to identify a series of nuances thanks to the interest the interviewees showed for the research. Parallel to the survey, the interviewees were also allowed to specifically describe the projects they had carried out with the pupils entrusted to them, in order to better understand the declinations, in fact, of how in the school of autonomy inclusion can be concretely pursued regardless of the level of preparation that the school structures, not always up to the situation, allow to achieve.

Oggi si può finalmente parlare in termini di inclusione e non più di integrazione e lo si può fare in modo consapevole conoscendo la reale portata dei due termini ed il significato molto diverso che sottendono ed hanno. Il tutto, soprattutto, declinando tale evoluzione nel contesto d’aula e di classe, trovando sempre più legittimazione e riscontro nel ruolo nobile quanto fondamentalmente rilevante dell’insegnante di sostegno. Una figura, questa, che come anche l’indagine svolta a completamento dell’analisi effettuata, risulta oggi sempre più presente nelle classi e sempre meglio percepita per il ruolo positivo e propositivo che ha non solo per l’alunno con BES che gli viene affidato, ma anche per l’armonia complessiva della classe nella sua interezza. Superati molti degli stereotipi sull’inutilità o l’inefficacia di questa figura, infatti, se ne sta ormai sempre con maggior consapevolezza, apprezzando lo strategico e fondamentale apporto che può dare in termini didattici, umani e generali nel contesto d’aula. A prescindere dal livello e dal grado della scuola in esso si trova ad operare. La storia dell’inclusione scolastica degli alunni con Bisogni Educativi Speciali (BES), e più in generale degli alunni con disabilità, ha visto il susseguirsi di diverse fasi importanti nella dimensione sociale, educativa e legislativa italiana. La situazione originaria è segnata ed orientata ad un principio generale di esclusione dalla società e da qualsiasi intervento educativo. Progressivamente, la fase di esclusione si è sviluppata nella separazione in scuole speciali prestabilite, poi all’inserimento e all’integrazione all’interno della scuola di tutti, per arrivare alla nuova prospettiva di inclusione nella scuola per tutti all’interno di un contesto sempre più eterogeneo e predisposto alla cura educativa di bisogni differenti. Nell’analisi condotta la principale risultanza che pare rappresentare un motivo di estremo e profondo interesse è stata la stretta connessione tra l’evoluzione teorica che si è rilevata nel corso degli anni intorno al tema della diversità e lo sviluppo di una consapevolezza che ha caratterizzato la realtà fattuale dell’insegnamento e della gestione degli alunni con BES. Come ha evidenziato l’excursus storico che nella prima parte della tesi è stato ricostruito, infatti, si è passati dalla negazione di qualsiasi possibilità e prospettiva per il “diverso” ad un piano di integrazione dello stesso che progressivamente nel corso dei decenni è stato sempre meno percepito come diverso ma come, in primis, una persona. Lo confermano anche i risultati dell’indagine qualitativa condotta e riportata nell’ultima parte del lavoro di tesi nella quale ci si è rivolti direttamente a docenti di sostegno che hanno già svolto da almeno 5 anni questo tipo di ruolo nell’ambito dei diversi ordini e gradi della scuola italiana. Le interviste in profondità hanno permesso di individuare una serie di sfumature grazie all’interesse che gli intervistati hanno dimostrato per la ricerca. Parallelamente alla rilevazione è stato consentito agli intervistati anche di descrivere nello specifico i progetti che avevano realizzato con gli alunni affidatigli, per meglio comprendere le declinazioni, nella realtà fattuale, di come nella scuola dell’autonomia l’inclusione possa essere perseguita concretamente a prescindere dal livello di preparazione che le struttura scolastiche, non sempre all’altezza della situazione, consentono di realizzare.