L’innovazione tecnologica sta trasformando giorno dopo giorno il mondo della produzione e dell’erogazione di prodotti e servizi in ogni genere di industry; sempre più spesso i modelli di business sono oggetto di revisione e di ammodernamento all’interno delle aziende, con l’obiettivo di connettere tecnologia e mercato, così da portare un valore economico tangibile sia ai consumatori sia alle imprese e ai suoi stakeholders. In questo processo di cambiamento in atto, identificato dagli esperti del settore col termine di “digital transformation” o “digital disruption”, le aziende sono chiamate ad aprire le porte della loro organizzazione verso l’esterno, spostandosi verso nuovi paradigmi operativi che mirano a trarre vantaggio da collaborazioni, partnership e commistioni con ambienti e attori esterni alla realtà aziendale, attraverso le più disparate forme contrattuali, espressione della cosiddetta teoria dell’ “open innovation”. Il settore assicurativo non si sottrae a questo contesto: oggi infatti si utilizza comunemente il termine “Insurtech” per indicare le imprese assicurative che hanno fondato il loro modello di business sull’uso della tecnologia e dell’innovazione di prodotti e servizi, allo scopo di essere più vicine alle esigenze dei clienti e diventare concretamente “customer-centriche”. L’obiettivo che questo elaborato si pone è dunque quello di andare a investigare lo stato dell’arte della “digital transformation” assicurativa, prendendo le mosse da quanto avvenuto sul panorama internazionale per focalizzare poi l’attenzione sul mercato domestico, andando ad esplorare il punto di vista dei consumatori finali di prodotti assicurativi, delle nuove start-up Insurtech e delle compagnie tradizionali incumbent che operano nel settore. Per farlo sono stati consultati numerosi studi, ricerche e analisi condotte da enti di ricerca e da società di consulenza, è stato inoltre analizzato un caso scuola di integrazione tecnologica nel mondo assicurativo, quello della start-up americana Lemonade, e infine sono stati elaborati e distribuiti due questionari indagatori, sottoposti rispettivamente ad un panel variegato di consumatori e di compagnie del settore, allo scopo di sondare abitudini attuali e aspettative future circa il consumo e la produzione di prodotti e servizi assicurativi. I risultati ottenuti da tutte le fonti consultate sono concordi nel sostenere che l’Italia è oggi ancora in una fase esplorativa delle nuove opportunità fornite dalla tecnologia, posizionandosi leggermente in ritardo rispetto agli altri Paesi europei, nonostante i primi passi nel percorso di trasformazione digitale siano stati già compiuti; d’altro canto gli stessi consumatori risultano essere ancora molto legati a un concetto obsoleto di assicurazione, fortemente permeato dalla mancanza di conoscenza dei temi assicurativi e dalla sfiducia verso i provider di tali servizi, per cui gli elementi cardine nella scelta della protezione dei rischi sono quelli del prezzo e dell’affidabilità del marchio a cui affidarsi. I prossimi anni saranno perciò decisivi per consolidare gli investimenti in automazione dei processi e digitalizzazione dei servizi già intrapresi dalle compagnie ma, allo stesso tempo, risulteranno non del tutto efficaci se non combinati ad una opportuna educazione dei consumatori verso una presa di coscienza dei propri bisogni assicurativi in grado di orientare ad una scelta consapevole di acquisto.

Assicurazione e Insurtech: come l'Innovation Technology cambierà il Business Model delle compagnie assicurative

GUGLIELMI, VALENTINA
2021/2022

Abstract

L’innovazione tecnologica sta trasformando giorno dopo giorno il mondo della produzione e dell’erogazione di prodotti e servizi in ogni genere di industry; sempre più spesso i modelli di business sono oggetto di revisione e di ammodernamento all’interno delle aziende, con l’obiettivo di connettere tecnologia e mercato, così da portare un valore economico tangibile sia ai consumatori sia alle imprese e ai suoi stakeholders. In questo processo di cambiamento in atto, identificato dagli esperti del settore col termine di “digital transformation” o “digital disruption”, le aziende sono chiamate ad aprire le porte della loro organizzazione verso l’esterno, spostandosi verso nuovi paradigmi operativi che mirano a trarre vantaggio da collaborazioni, partnership e commistioni con ambienti e attori esterni alla realtà aziendale, attraverso le più disparate forme contrattuali, espressione della cosiddetta teoria dell’ “open innovation”. Il settore assicurativo non si sottrae a questo contesto: oggi infatti si utilizza comunemente il termine “Insurtech” per indicare le imprese assicurative che hanno fondato il loro modello di business sull’uso della tecnologia e dell’innovazione di prodotti e servizi, allo scopo di essere più vicine alle esigenze dei clienti e diventare concretamente “customer-centriche”. L’obiettivo che questo elaborato si pone è dunque quello di andare a investigare lo stato dell’arte della “digital transformation” assicurativa, prendendo le mosse da quanto avvenuto sul panorama internazionale per focalizzare poi l’attenzione sul mercato domestico, andando ad esplorare il punto di vista dei consumatori finali di prodotti assicurativi, delle nuove start-up Insurtech e delle compagnie tradizionali incumbent che operano nel settore. Per farlo sono stati consultati numerosi studi, ricerche e analisi condotte da enti di ricerca e da società di consulenza, è stato inoltre analizzato un caso scuola di integrazione tecnologica nel mondo assicurativo, quello della start-up americana Lemonade, e infine sono stati elaborati e distribuiti due questionari indagatori, sottoposti rispettivamente ad un panel variegato di consumatori e di compagnie del settore, allo scopo di sondare abitudini attuali e aspettative future circa il consumo e la produzione di prodotti e servizi assicurativi. I risultati ottenuti da tutte le fonti consultate sono concordi nel sostenere che l’Italia è oggi ancora in una fase esplorativa delle nuove opportunità fornite dalla tecnologia, posizionandosi leggermente in ritardo rispetto agli altri Paesi europei, nonostante i primi passi nel percorso di trasformazione digitale siano stati già compiuti; d’altro canto gli stessi consumatori risultano essere ancora molto legati a un concetto obsoleto di assicurazione, fortemente permeato dalla mancanza di conoscenza dei temi assicurativi e dalla sfiducia verso i provider di tali servizi, per cui gli elementi cardine nella scelta della protezione dei rischi sono quelli del prezzo e dell’affidabilità del marchio a cui affidarsi. I prossimi anni saranno perciò decisivi per consolidare gli investimenti in automazione dei processi e digitalizzazione dei servizi già intrapresi dalle compagnie ma, allo stesso tempo, risulteranno non del tutto efficaci se non combinati ad una opportuna educazione dei consumatori verso una presa di coscienza dei propri bisogni assicurativi in grado di orientare ad una scelta consapevole di acquisto.
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