Lo studio si pone l'obiettivo di indicare quali siano le migliori aziende che hanno affrontato meglio la concorrenza lungo la filiera agroalimentare estesa in Italia, in un arco temporale di 9 anni. Per farlo si è considerata la teoria di Chris Bradley, Martin Hirt e Sven Smit del 2018, presente nel libro "Strategy Beyond the Hockey Stick_People, Probabilities and Big Moves to Beat the Odds". Tale teoria considera la volontà di fronteggiare il lato sociale della strategia per migliorare le probabilità di successo delle imprese attraverso le curve di potenza, costruite tenendo conto dell'economic profit medio temporale. Ogni azienda migliorerà la sua competitività se migliora la posizione lungo tale curva la cui posizione dipende dalla soddisfazione di dieci variabili. Dopo aver indicato da quante filiere e comparti sia composto l'agrifood, sono state considerate 964 aziende, costruite le curve di potenza e analizzate le singole filiere dell'agrifood: produzione,trasformazione,distribuzione B2B e distribuzione B2C-Ho.Re.Ca, indicando le migliori e peggiori aziende per filiera. Sono state analizzate 7 su 10 variabili , questo per mancanza di dati, e si è fatto un confronto tra filiere indicando quella che contribuisce maggiormente sull'agrifood. Infine, si è fatto un case study su un'azienda rappresentativa sulle variabili, in particolare sulla variabile "andamento del settore". Qui si osserva che, per un'azienda con prestazioni medie, competere in un mercato in crescita sia più profittevole rispetto ad un'azienda con migliori prestazioni in un mercato statico. La ricerca mostra la difficoltà e differenza della filiera di produzione, rispetto alle altre, per avere il 63% di aziende aventi EP negativi, la crescita e un miglior posizionamento della filiera di distribuzione B2B e la miglior azienda lungo l'agrifood che è Esselunga. Presenta il miglior EP medio, il miglior fatturato ed EBITDA nei nove anni ed è l'unica ad aver rispettato tutte le variabili. Tra le migliori rientra anche il gruppo "Eurospin Italia SpA", mentre situazione opposta per il gruppo Coop, le cui cooperative occupano le posizioni più basse lungo la curva di potenza. La teoria degli autori presenta un modello che si può replicare, mostrando così, nel corso degli anni, vi sono cambiamenti di posizione e di vantaggio competitivo delle imprese lungo la catena dell'agrifood o di qualsiasi altra industria.
Un nuovo studio empirico basato su come migliorare la competitività aziendale attraverso le probabilità: il caso della filiera agroalimentare italiana.
DINOI, GREGORIO
2021/2022
Abstract
Lo studio si pone l'obiettivo di indicare quali siano le migliori aziende che hanno affrontato meglio la concorrenza lungo la filiera agroalimentare estesa in Italia, in un arco temporale di 9 anni. Per farlo si è considerata la teoria di Chris Bradley, Martin Hirt e Sven Smit del 2018, presente nel libro "Strategy Beyond the Hockey Stick_People, Probabilities and Big Moves to Beat the Odds". Tale teoria considera la volontà di fronteggiare il lato sociale della strategia per migliorare le probabilità di successo delle imprese attraverso le curve di potenza, costruite tenendo conto dell'economic profit medio temporale. Ogni azienda migliorerà la sua competitività se migliora la posizione lungo tale curva la cui posizione dipende dalla soddisfazione di dieci variabili. Dopo aver indicato da quante filiere e comparti sia composto l'agrifood, sono state considerate 964 aziende, costruite le curve di potenza e analizzate le singole filiere dell'agrifood: produzione,trasformazione,distribuzione B2B e distribuzione B2C-Ho.Re.Ca, indicando le migliori e peggiori aziende per filiera. Sono state analizzate 7 su 10 variabili , questo per mancanza di dati, e si è fatto un confronto tra filiere indicando quella che contribuisce maggiormente sull'agrifood. Infine, si è fatto un case study su un'azienda rappresentativa sulle variabili, in particolare sulla variabile "andamento del settore". Qui si osserva che, per un'azienda con prestazioni medie, competere in un mercato in crescita sia più profittevole rispetto ad un'azienda con migliori prestazioni in un mercato statico. La ricerca mostra la difficoltà e differenza della filiera di produzione, rispetto alle altre, per avere il 63% di aziende aventi EP negativi, la crescita e un miglior posizionamento della filiera di distribuzione B2B e la miglior azienda lungo l'agrifood che è Esselunga. Presenta il miglior EP medio, il miglior fatturato ed EBITDA nei nove anni ed è l'unica ad aver rispettato tutte le variabili. Tra le migliori rientra anche il gruppo "Eurospin Italia SpA", mentre situazione opposta per il gruppo Coop, le cui cooperative occupano le posizioni più basse lungo la curva di potenza. La teoria degli autori presenta un modello che si può replicare, mostrando così, nel corso degli anni, vi sono cambiamenti di posizione e di vantaggio competitivo delle imprese lungo la catena dell'agrifood o di qualsiasi altra industria.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/66659