L’idea di questa tesi è nata durante la preparazione dell’esame magistrale di Antropologia dei Beni Culturali e Ambientali della professoressa Laura Bonato. Parte della prova consisteva nel compiere una ricerca attiva sul campo su un argomento a scelta dello studente. La mia decisione ricadde su un’antica coltura di cui non ero a conoscenza fino a quel momento: la canapicoltura. Questa, nonostante avesse rappresentato un’importante risorsa per il nostro Paese fino a pochi decenni fa, è stata dimenticata da molti ed è tutt’oggi sconosciuta ad altri. Fin dal primo lavoro di ricerca documentale non ho potuto che rimanere affascinata sia dalla storia e i possibili utilizzi di questa pianta sia dal suo stretto legame con il territorio e il popolo italiano. Tuttavia, il mio interesse è cresciuto in seguito al vero e proprio lavoro di ricerca sul campo, compiuto nella zona in cui sono nata e cresciuta: il Polesine. Durante questa fase ho avuto l’opportunità di intervistare alcune persone che con i loro ricordi sono state in grado di raccontarmi le lunghe e faticose procedure di lavorazione previste perla canapa. Le loro spiegazioni sono state cruciali per la mia ricerca che, in accordo con la professoressa Bonato, ho successivamente deciso di approfondire scrivendo questa tesi. Ho quindi ampliato il precedente lavoro visitando due luoghi nel territorio polesano che ancora oggi conservano tali memorie: il museo etnografico di Costa di Rovigo – in cui sono esposti alcuni degli attrezzi che venivano utilizzati in passato – e l’azienda agricola “Corte Milana”, dove è possibile ammirare un antico macero. Così facendo sono entrata in contatto con persone di generazioni successive rispetto ai primi intervistati e che non hanno perciò vissuto personalmente l’antica lavorazione della canapa ma che, avendone riconosciuto l’importanza storico-culturale, hanno deciso di intraprendere iniziative che la possano valorizzare in prospettiva futura. Ho dunque elaborato questa tesi con un duplice scopo: da un lato non perdere queste preziose testimonianze del passato e dall’altro riportare attenzione su una coltura che ha ancora oggi grandi potenzialità. Per fare ciò ho strutturato il mio elaborato in tre capitoli: il primo è di carattere introduttivo, con nozioni generali sulle caratteristiche botaniche della Cannabis, sulla sua diffusione e sulle cause che ne hanno segnato il declino. Il secondo capitolo prevede invece un focus sulla produzione italiana e, ancora più nello specifico, sulla tradizionale lavorazione della canapa nel Polesine. Si troveranno elencati i vari passaggi e i diversi strumenti che erano necessari per la realizzazione dei prodotti in canapa, senza dimenticare gli sforzi e la fatica a cui la manodopera dell’epoca era sottoposta. Infine, nel terzo e ultimo capitolo l’attenzione ricade sul presente. Quand’è rinato l’interesse verso questa coltura? Com’è cambiata la coltivazione? Quali prodotti si possono ricavare oggi? Queste sono soltanto alcune delle domande che mi sono posta e a cui ho cercato di dare risposta, ponendo particolare attenzione al tema della sostenibilità.
Antropologia e canapicoltura: il racconto della tradizione polesana e le nuove realtà
CAPPELLATO, CHIARA
2021/2022
Abstract
L’idea di questa tesi è nata durante la preparazione dell’esame magistrale di Antropologia dei Beni Culturali e Ambientali della professoressa Laura Bonato. Parte della prova consisteva nel compiere una ricerca attiva sul campo su un argomento a scelta dello studente. La mia decisione ricadde su un’antica coltura di cui non ero a conoscenza fino a quel momento: la canapicoltura. Questa, nonostante avesse rappresentato un’importante risorsa per il nostro Paese fino a pochi decenni fa, è stata dimenticata da molti ed è tutt’oggi sconosciuta ad altri. Fin dal primo lavoro di ricerca documentale non ho potuto che rimanere affascinata sia dalla storia e i possibili utilizzi di questa pianta sia dal suo stretto legame con il territorio e il popolo italiano. Tuttavia, il mio interesse è cresciuto in seguito al vero e proprio lavoro di ricerca sul campo, compiuto nella zona in cui sono nata e cresciuta: il Polesine. Durante questa fase ho avuto l’opportunità di intervistare alcune persone che con i loro ricordi sono state in grado di raccontarmi le lunghe e faticose procedure di lavorazione previste perla canapa. Le loro spiegazioni sono state cruciali per la mia ricerca che, in accordo con la professoressa Bonato, ho successivamente deciso di approfondire scrivendo questa tesi. Ho quindi ampliato il precedente lavoro visitando due luoghi nel territorio polesano che ancora oggi conservano tali memorie: il museo etnografico di Costa di Rovigo – in cui sono esposti alcuni degli attrezzi che venivano utilizzati in passato – e l’azienda agricola “Corte Milana”, dove è possibile ammirare un antico macero. Così facendo sono entrata in contatto con persone di generazioni successive rispetto ai primi intervistati e che non hanno perciò vissuto personalmente l’antica lavorazione della canapa ma che, avendone riconosciuto l’importanza storico-culturale, hanno deciso di intraprendere iniziative che la possano valorizzare in prospettiva futura. Ho dunque elaborato questa tesi con un duplice scopo: da un lato non perdere queste preziose testimonianze del passato e dall’altro riportare attenzione su una coltura che ha ancora oggi grandi potenzialità. Per fare ciò ho strutturato il mio elaborato in tre capitoli: il primo è di carattere introduttivo, con nozioni generali sulle caratteristiche botaniche della Cannabis, sulla sua diffusione e sulle cause che ne hanno segnato il declino. Il secondo capitolo prevede invece un focus sulla produzione italiana e, ancora più nello specifico, sulla tradizionale lavorazione della canapa nel Polesine. Si troveranno elencati i vari passaggi e i diversi strumenti che erano necessari per la realizzazione dei prodotti in canapa, senza dimenticare gli sforzi e la fatica a cui la manodopera dell’epoca era sottoposta. Infine, nel terzo e ultimo capitolo l’attenzione ricade sul presente. Quand’è rinato l’interesse verso questa coltura? Com’è cambiata la coltivazione? Quali prodotti si possono ricavare oggi? Queste sono soltanto alcune delle domande che mi sono posta e a cui ho cercato di dare risposta, ponendo particolare attenzione al tema della sostenibilità.File | Dimensione | Formato | |
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