Since its inception, Israel has distinguished itself as the bearer of a gender equality policy unique in the international context. Since 1948, universal military conscription has been compulsory for both men and women. Still, over time more in-depth studies have exposed the gender distinctions that occur in both military and civilian contexts. In particular, after the case of Alice Miller, the Israeli state and its military apparatus - Israel Defense Force (IDF) - began a process aimed at creating effective gender equality by opening up a range of military jobs, mainly in combat roles, previously barred to the female population. The feminist debate has helped to highlight how crucial the active participation of citizens in war contexts is in determining a range of civil, political and economic rights within Israeli society. Indeed, the military has always been the main tool of Israeli nation-building. In the first section of this research, we will start by tracing the history of the Israeli army from the para-military organizations of the pre-state period. Then we will focus our attention to the various functionalities that the IDF has taken on over time, in particular on those that transcend the mere perpetration of violence, among which its role as a nation-binder overwhelmingly stands out. Indeed, the Israeli leadership consciously entrusted this role to the army so that it could advance Zionist values and ideals. Therefore, a regression on the development of Zionism and its relationship with the army will be dissected in the last part of the first chapter. We will then present the gender dimension of the research, starting with the identification of the links between gender, security and nationalism as they apply to the specific case of Israel. In addition, it was necessary to delve into the development of Israeli hegemonic masculinity: in order to be able to talk about women actively taking over the organization that most promotes (and represents) hegemonic masculinity, it is necessary to be aware about how it came into being and what characteristics distinguish it. In the third and final chapter, we will review the gender literature on the subject: starting with the feminist debate on the gender dimension of citizenship, and then continuing with precious studies conducted on the position of women in the IDF. The interviews conducted for this research will be analyzed with the various tools acquired through the contextualization of the phenomenon and the insights raised. The main objective of the present study is to trace the history of Israeli women within the army and to assess the impact of the opening of female combat roles on gender equality.
Sin dalla sua nascita, Israele si è differenziato dal resto del mondo in quanto portatore di una policy di uguaglianza di genere unica nel contesto internazionale. La leva militare, infatti, è sempre stata ufficialmente e legalmente obbligatoria per uomini e donne dal 1948. Nel corso del tempo, tuttavia, studi più approfonditi della società israeliana hanno fatto emergere con forza le differenze di genere presenti in un contesto sia militare che civile. Benché al centro di riflessioni accademiche da lungo tempo, è grazie al caso di Alice Miller a metà degli anni 90 che lo stato israeliano e il suo apparato militare - Israel Defence Force (IDF) - hanno iniziato un processo volto a creare una effettiva uguaglianza di genere, aprendo una serie di lavori militari, principalmente in ruoli di combattimento, fino a quel momento preclusi alla popolazione femminile. Il ricco dibattito femminista israeliano (e non solo) ha contribuito ad evidenziare quanto sia cruciale la partecipazione attiva dei cittadini al conflitto nel determinare una serie di diritti civili, politici ed economici all’interno della società israeliana. Si consideri, infatti, che l’esercito è da sempre stato il principale mezzo di nation-building israeliana. Nella prima sezione di questa ricerca, si ripercorrerà la storia dell’esercito israeliano a partire dalle organizzazioni para-militari del periodo prestatale, quindi si rivolgerà l’attenzione alle varie funzionalità che l’IDF ha assunto nel corso del tempo che travalicano la sola perpetrazione di violenza, tra le quali spicca prepotentemente il suo ruolo di nation-binder. La leadership israeliana, infatti, ha affidato consciamente questo ruolo all’esercito affinché esso potesse portare avanti i valori e gli ideali sionisti. Pertanto, una regressione sullo sviluppo del Sionismo e del suo rapporto con l’esercito verrà sviscerato nell’ultima parte del primo capitolo. In seconda battuta, si presenterà la dimensione di genere della ricerca. In primo luogo, si identificheranno i nessi tra i temi di genere, di sicurezza, e di nazionalismo, i quali verranno applicati al caso specifico presentato da Israele. Inoltre, ci è sembrato doveroso approfondire lo sviluppo della mascolinità egemonica israeliana: per poter parlare di donne che subentrano attivamente nell’organizzazione che più di tutte promuove (e rappresenta) la mascolinità egemonica, è necessario aver chiaro come è nata la stessa e quali sono le caratteristiche che la contraddistinguono. Nel terzo e ultimo capitolo, si passerà in rassegna la letteratura di genere sull’argomento: a partire dal dibattitto femminista sulla dimensione gender della cittadinanza, per poi proseguire con gli studi precedenti fatti sulla posizione della donna nell’IDF. Con i vari strumenti acquisiti grazie alla contestualizzazione del fenomeno e agli spunti sollevati dai precedenti studi, si analizzeranno le interviste svolte durante il periodo di ricerca. Il presente studio ha come obiettivo principale quello di ripercorrere la storia delle donne israeliane all’interno dell’esercito e di valutare l’impatto dell’apertura dei female combat roles sulla gender equality.
Gender equality tramite il combattimento: un successo o un fallimento? Case study: Israel.
LENOCI, ALESSIA
2021/2022
Abstract
Sin dalla sua nascita, Israele si è differenziato dal resto del mondo in quanto portatore di una policy di uguaglianza di genere unica nel contesto internazionale. La leva militare, infatti, è sempre stata ufficialmente e legalmente obbligatoria per uomini e donne dal 1948. Nel corso del tempo, tuttavia, studi più approfonditi della società israeliana hanno fatto emergere con forza le differenze di genere presenti in un contesto sia militare che civile. Benché al centro di riflessioni accademiche da lungo tempo, è grazie al caso di Alice Miller a metà degli anni 90 che lo stato israeliano e il suo apparato militare - Israel Defence Force (IDF) - hanno iniziato un processo volto a creare una effettiva uguaglianza di genere, aprendo una serie di lavori militari, principalmente in ruoli di combattimento, fino a quel momento preclusi alla popolazione femminile. Il ricco dibattito femminista israeliano (e non solo) ha contribuito ad evidenziare quanto sia cruciale la partecipazione attiva dei cittadini al conflitto nel determinare una serie di diritti civili, politici ed economici all’interno della società israeliana. Si consideri, infatti, che l’esercito è da sempre stato il principale mezzo di nation-building israeliana. Nella prima sezione di questa ricerca, si ripercorrerà la storia dell’esercito israeliano a partire dalle organizzazioni para-militari del periodo prestatale, quindi si rivolgerà l’attenzione alle varie funzionalità che l’IDF ha assunto nel corso del tempo che travalicano la sola perpetrazione di violenza, tra le quali spicca prepotentemente il suo ruolo di nation-binder. La leadership israeliana, infatti, ha affidato consciamente questo ruolo all’esercito affinché esso potesse portare avanti i valori e gli ideali sionisti. Pertanto, una regressione sullo sviluppo del Sionismo e del suo rapporto con l’esercito verrà sviscerato nell’ultima parte del primo capitolo. In seconda battuta, si presenterà la dimensione di genere della ricerca. In primo luogo, si identificheranno i nessi tra i temi di genere, di sicurezza, e di nazionalismo, i quali verranno applicati al caso specifico presentato da Israele. Inoltre, ci è sembrato doveroso approfondire lo sviluppo della mascolinità egemonica israeliana: per poter parlare di donne che subentrano attivamente nell’organizzazione che più di tutte promuove (e rappresenta) la mascolinità egemonica, è necessario aver chiaro come è nata la stessa e quali sono le caratteristiche che la contraddistinguono. Nel terzo e ultimo capitolo, si passerà in rassegna la letteratura di genere sull’argomento: a partire dal dibattitto femminista sulla dimensione gender della cittadinanza, per poi proseguire con gli studi precedenti fatti sulla posizione della donna nell’IDF. Con i vari strumenti acquisiti grazie alla contestualizzazione del fenomeno e agli spunti sollevati dai precedenti studi, si analizzeranno le interviste svolte durante il periodo di ricerca. Il presente studio ha come obiettivo principale quello di ripercorrere la storia delle donne israeliane all’interno dell’esercito e di valutare l’impatto dell’apertura dei female combat roles sulla gender equality.File | Dimensione | Formato | |
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