L'arrivo del lupo in pianura: ecologia alimentare del branco dell'Orba in provincia di Alessandria

This research thesis describes the food ecology of a wolf pack in the province of Alessandria, the first to inhabit a lowland habitat in Piedmont. The pack has settled few kilometers south of the city of Alessandria, on the west bank of the Orba torrent, and it seems to have adapted to a highly anthropized environment. The study consisted in the collection and analysis of wolf feces and the results show that the diet of the pack is mainly composed of wild animals, despite the hight availability of anthropogenic resources in the area. The main prey is the roe deer, along with nutria and lagomorphs. Domestic ungulates were also found in the feces but they consist of less than 10% of the total food categories and no garbage or any other type of human derived waste were found. 
The genetic analysis of the feces allowed to confirm the presence of only one pack in the study area, composed of six individuals, and that the whole collected sample belong to this pack. 
This study’s results confirm the role of the wolf as an apex predator in the lowland food chain and the non habituation of the diet to anthropogenic resources, contrary to what could be expected in such an anthropized environment. This result is also extremely relevant for the conservation of the species in Italy.

Questa tesi di ricerca descrive l'ecologia alimentare di un branco di lupi nella provincia di Alessandria, il primo ad occupare un ambiente di pianura in Piemonte. Il branco si è stabilito a pochi chilometri a sud di Alessandria, nei pressi della sponda occidentale del torrente Orba, e sembra essersi adattato a vivere in un ambiente fortemente antropizzato e dominato dall'uomo. Lo studio è consistito nella raccolta e analisi di escrementi in laboratorio e i risultati ottenuti illustrano come la dieta del branco sia fondata quasi esclusivamente su animali selvatici, nonostante la vasta disponibilità di risorse antropogeniche presenti sul territorio. La preda principale è il capriolo (Capreolus capreolus), affiancato in percentuali rilevanti da nutria e lagomorfi. Sono stati riscontrati anche ungulati domestici nella dieta ma costituiscono meno del 10% del totale delle categorie alimentari e non è stato trovato alcun tipo di rifiuto di derivazione umana. L’analisi genetica svolta sugli escrementi ha permesso di confermare la presenza nell’area di studio di un unico branco, composto da sei individui, e l’appartenenza ad esso dell’intero campione raccolto. 
I risultati di questo studio confermano il ruolo di superpredatore del lupo all'interno di una catena alimentare di pianura e la non dipendenza da fonti di cibo di natura antropica, contrariamente a quanto si sarebbe potuto supporre in un ambiente così fortemente antropizzato. Questo risultato è estremamente rilevante per la conservazione della specie in Italia.