This thesis examines the construction of sexual terror as an expression of a patriarchal system, drawing on the concept of the “sexual contract” developed by Carole Pateman. In The Sexual Contract (1988), Pateman challenges the notion of the social contract, traditionally framed as the foundation of equality and freedom. She argues that this concept excludes and subordinates women. In this context, the "sexual contract" emerges as a structural basis for patriarchal power, manifesting through forms of social and biopolitical control that govern women’s bodies, minds, and lives. The thesis is divided into three chapters, each facing a crucial aspect of the relationships among gender, power, and biopolitics. It focuses specifically on the construction of sexual terror and on forms of female resistance. The first chapter examines the link between the sexual contract and the social contract. Through a critical analysis of classical contract theories, particularly those of Locke and Rousseau, it highlights how these theories, while promoting values of freedom and justice, have historically excluded women from full citizenship and the public sphere. Pateman introduces the concept of the sexual contract to reveal how patriarchy is founded on an implicit agreement that relegates women to a subordinate position. In this context, the marriage contract is emblematic, formally enshrining female subordination. The separation of public and private spaces, and the resulting gendered division of labor, is analyzed as a mechanism that supports both patriarchal and capitalist structures. Silvia Federici’s theory on the need for wages for domestic work is discussed as a potential response to the marginalization of reproductive and domestic labor. The second chapter explores the relationship between power and body control, focusing on dynamics of surveillance and discipline applied to women. Using Steven Lukes’ multi-level analysis of power and Foucault’s concept of the Panopticon, it analyzes how patriarchal power is exercised not only through direct coercion but also through subtler forms of social control that promote self-discipline. Sexual terror, the ultimate expression of such control, functions as a biopolitical tool to maintain female subordination. Rape and other forms of sexual violence are interpreted not only as acts of physical oppression but also as instruments of power aimed at consolidating the patriarchal hierarchy. Particular attention is given to the sexist microphysics of power, which influences behaviors and gender expectations to maintain control. The third chapter focuses on forms of female resistance. The case of Franca Viola, an Italian woman who refused a “rehabilitative” marriage with her rapist, is analyzed as an example of active opposition to patriarchal norms. Her story is important for a critical reflection on the role of the state and legal culture in perpetuating male dominance. An analysis of media communication reveals how language contributes to the construction of oppressive narratives. The thesis concludes by advocating for an intersectional feminism capable of recognizing and challenging the complexity of oppressions, fostering critical awareness and promoting a path that leads to a collective emancipation.

Il presente studio analizza la costruzione del terrore sessuale come espressione di un sistema patriarcale, basandosi sull’idea del “contratto sessuale” elaborata da Carole Pateman. Nell’opera The Sexual Contract (1988) Pateman mette in discussione il concetto di contratto sociale teorizzato come fondamento di uguaglianza e libertà ma che, nelle sue implicazioni profonde, esclude e subordina le donne. In tale contesto il “contratto sessuale” emerge come fondamento strutturale del potere patriarcale, manifestandosi attraverso forme di controllo sociale e biopolitico che disciplinano corpi, menti e vite delle donne. La tesi si struttura in tre capitoli, ciascuno dedicato a un aspetto cruciale delle relazioni tra genere, potere e biopolitica, con un focus specifico sulla costruzione del terrore sessuale e sulle forme di resistenza femminile. Nel primo capitolo viene affrontato il legame tra contratto sessuale e contratto sociale. Attraverso un’analisi critica delle teorie contrattualiste classiche di Locke e Rousseau si evidenzia come tali teorie, pur proclamando valori di libertà e giustizia, abbiano storicamente escluso le donne dalla piena partecipazione alla cittadinanza e alla sfera pubblica. Pateman introduce quindi il concetto di contratto sessuale mettendo in luce come il patriarcato si fondi su un accordo implicito che relega le donne a una posizione subordinata. Emblematico in questo contesto è il contratto matrimoniale in cui la subordinazione femminile è sancita formalmente. La separazione tra spazio pubblico e privato e la divisione sessuale del lavoro che ne deriva, è analizzata come un meccanismo che sostiene la struttura patriarcale e capitalistica. La teoria di Silvia Federici sulla necessità di un salario per il lavoro domestico rappresenta una possibile risposta alla marginalizzazione del lavoro riproduttivo e domestico. Il secondo capitolo esplora il rapporto tra potere e controllo dei corpi, soffermandosi sulle dinamiche di vigilanza e disciplina applicate alle donne. Attraverso l’analisi multilivello di Steven Lukes e il concetto foucaultiano di Panopticon si analizza come il potere patriarcale non si esprima solo mediante la coercizione diretta ma anche attraverso forme di controllo sociale più sottili che mirano all’autodisciplina dei soggetti. Il terrore sessuale, espressione ultima di tale controllo, si manifesta come una tecnologia biopolitica atta a mantenere la subordinazione femminile. Lo stupro e altre forme di violenza sessuale vengono quindi interpretati non solo come atti di oppressione fisica, ma anche come strumenti di potere volti a consolidare la gerarchia patriarcale. Particolare attenzione è riservata alla microfisica sessista del potere che agisce a livello pervasivo per mantenere il controllo sui comportamenti e sulle aspettative di genere. Il terzo capitolo si concentra sulle forme di resistenza femminile. Il caso di Franca Viola, che negli anni '60 in Italia rifiutò il matrimonio riparatore, è analizzato come esempio di opposizione attiva alle norme patriarcali e come spunto per una riflessione critica sul ruolo dello Stato e della cultura giuridica nella riproduzione del dominio maschile. L’analisi della comunicazione mediatica, inoltre, mette in luce come il linguaggio contribuisca alla costruzione di narrazioni oppressive. La tesi conclude invocando un femminismo intersezionale, capace di riconoscere e sfidare la complessità delle oppressioni, per promuovere una consapevolezza critica e un percorso di emancipazione collettiva.

Genere e biopolitica: la costruzione del terrore sessuale come espressione del contratto sessuale

SERAFINI, GIORGIA
2023/2024

Abstract

Il presente studio analizza la costruzione del terrore sessuale come espressione di un sistema patriarcale, basandosi sull’idea del “contratto sessuale” elaborata da Carole Pateman. Nell’opera The Sexual Contract (1988) Pateman mette in discussione il concetto di contratto sociale teorizzato come fondamento di uguaglianza e libertà ma che, nelle sue implicazioni profonde, esclude e subordina le donne. In tale contesto il “contratto sessuale” emerge come fondamento strutturale del potere patriarcale, manifestandosi attraverso forme di controllo sociale e biopolitico che disciplinano corpi, menti e vite delle donne. La tesi si struttura in tre capitoli, ciascuno dedicato a un aspetto cruciale delle relazioni tra genere, potere e biopolitica, con un focus specifico sulla costruzione del terrore sessuale e sulle forme di resistenza femminile. Nel primo capitolo viene affrontato il legame tra contratto sessuale e contratto sociale. Attraverso un’analisi critica delle teorie contrattualiste classiche di Locke e Rousseau si evidenzia come tali teorie, pur proclamando valori di libertà e giustizia, abbiano storicamente escluso le donne dalla piena partecipazione alla cittadinanza e alla sfera pubblica. Pateman introduce quindi il concetto di contratto sessuale mettendo in luce come il patriarcato si fondi su un accordo implicito che relega le donne a una posizione subordinata. Emblematico in questo contesto è il contratto matrimoniale in cui la subordinazione femminile è sancita formalmente. La separazione tra spazio pubblico e privato e la divisione sessuale del lavoro che ne deriva, è analizzata come un meccanismo che sostiene la struttura patriarcale e capitalistica. La teoria di Silvia Federici sulla necessità di un salario per il lavoro domestico rappresenta una possibile risposta alla marginalizzazione del lavoro riproduttivo e domestico. Il secondo capitolo esplora il rapporto tra potere e controllo dei corpi, soffermandosi sulle dinamiche di vigilanza e disciplina applicate alle donne. Attraverso l’analisi multilivello di Steven Lukes e il concetto foucaultiano di Panopticon si analizza come il potere patriarcale non si esprima solo mediante la coercizione diretta ma anche attraverso forme di controllo sociale più sottili che mirano all’autodisciplina dei soggetti. Il terrore sessuale, espressione ultima di tale controllo, si manifesta come una tecnologia biopolitica atta a mantenere la subordinazione femminile. Lo stupro e altre forme di violenza sessuale vengono quindi interpretati non solo come atti di oppressione fisica, ma anche come strumenti di potere volti a consolidare la gerarchia patriarcale. Particolare attenzione è riservata alla microfisica sessista del potere che agisce a livello pervasivo per mantenere il controllo sui comportamenti e sulle aspettative di genere. Il terzo capitolo si concentra sulle forme di resistenza femminile. Il caso di Franca Viola, che negli anni '60 in Italia rifiutò il matrimonio riparatore, è analizzato come esempio di opposizione attiva alle norme patriarcali e come spunto per una riflessione critica sul ruolo dello Stato e della cultura giuridica nella riproduzione del dominio maschile. L’analisi della comunicazione mediatica, inoltre, mette in luce come il linguaggio contribuisca alla costruzione di narrazioni oppressive. La tesi conclude invocando un femminismo intersezionale, capace di riconoscere e sfidare la complessità delle oppressioni, per promuovere una consapevolezza critica e un percorso di emancipazione collettiva.
Gender and biopolitics: the construction of sexual terror as an expression of the sexual contract
This thesis examines the construction of sexual terror as an expression of a patriarchal system, drawing on the concept of the “sexual contract” developed by Carole Pateman. In The Sexual Contract (1988), Pateman challenges the notion of the social contract, traditionally framed as the foundation of equality and freedom. She argues that this concept excludes and subordinates women. In this context, the "sexual contract" emerges as a structural basis for patriarchal power, manifesting through forms of social and biopolitical control that govern women’s bodies, minds, and lives. The thesis is divided into three chapters, each facing a crucial aspect of the relationships among gender, power, and biopolitics. It focuses specifically on the construction of sexual terror and on forms of female resistance. The first chapter examines the link between the sexual contract and the social contract. Through a critical analysis of classical contract theories, particularly those of Locke and Rousseau, it highlights how these theories, while promoting values of freedom and justice, have historically excluded women from full citizenship and the public sphere. Pateman introduces the concept of the sexual contract to reveal how patriarchy is founded on an implicit agreement that relegates women to a subordinate position. In this context, the marriage contract is emblematic, formally enshrining female subordination. The separation of public and private spaces, and the resulting gendered division of labor, is analyzed as a mechanism that supports both patriarchal and capitalist structures. Silvia Federici’s theory on the need for wages for domestic work is discussed as a potential response to the marginalization of reproductive and domestic labor. The second chapter explores the relationship between power and body control, focusing on dynamics of surveillance and discipline applied to women. Using Steven Lukes’ multi-level analysis of power and Foucault’s concept of the Panopticon, it analyzes how patriarchal power is exercised not only through direct coercion but also through subtler forms of social control that promote self-discipline. Sexual terror, the ultimate expression of such control, functions as a biopolitical tool to maintain female subordination. Rape and other forms of sexual violence are interpreted not only as acts of physical oppression but also as instruments of power aimed at consolidating the patriarchal hierarchy. Particular attention is given to the sexist microphysics of power, which influences behaviors and gender expectations to maintain control. The third chapter focuses on forms of female resistance. The case of Franca Viola, an Italian woman who refused a “rehabilitative” marriage with her rapist, is analyzed as an example of active opposition to patriarchal norms. Her story is important for a critical reflection on the role of the state and legal culture in perpetuating male dominance. An analysis of media communication reveals how language contributes to the construction of oppressive narratives. The thesis concludes by advocating for an intersectional feminism capable of recognizing and challenging the complexity of oppressions, fostering critical awareness and promoting a path that leads to a collective emancipation.
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