Gli studi archeozoologici hanno come obiettivo la ricostruzione delle interazioni tra le popolazioni umane e quelle animali avvenute dalla preistoria ad oggi. Prendono in considerazione attività sociali, simboliche e rituali ma anche tematiche ambientali, ad esempio le ricostruzioni paleoclimatiche. In particolare, i resti scheletrici di alcune specie possono essere indicatori sensibili dell’ecosistema in cui vengono ritrovati e possono fornire informazioni sugli ambienti passati e sulla loro interazione con l’uomo durante il percorso evolutivo. Un esempio è rappresentato dall’avifauna ed in particolare dalla famiglia delle Anatidae: resti osteologici di questi uccelli acquatici migratori sono utilizzati in ambito archeologico per ricostruire fluttuazioni ambientali a breve termine ed alta frequenza. La determinazione di campioni di avifauna richiede una profonda conoscenza della morfologia schelet- rica ed è spesso resa difficoltosa dalla frammentarietà del campione osteologico. Al fine di ovviare a tali problematiche, è stato sviluppato nell’ultimo decennio un metodo archeozoologico a base moleco- lare, “Zooarchaeology by Mass Spectrometry” (ZooMS), utile all’identificazione di resti osteologici di specie ignote. Il metodo ZooMS si basa sull’utilizzo di sequenze amminoacidiche del collagene, la pro- teina principale delle ossa, quali marker tassonomici. Questi danno origine a specifici “fingerprints” che vengono rilevati in campioni antichi tramite spettrometria di massa MALDI-TOF. La presenza di valori di massa su carica (m/z) noti all’interno degli spettri consente l’attribuzione a taxa diversi: mentre i marker per i mammiferi sono stati derivati in studi precedenti, questo lavoro di tesi è stato dedicato all’individuazione di nuovi possibili marker per la classe Aves. La loro determinazione è stata possibile grazie al confronto di numerose sequenze proteiche del collagene di tipo I, appartenenti a diversi ordini di uccelli, rese disponibili grazie alla collaborazione con il gruppo di ricerca del “Birds 10,000 genomes”. L’esame delle sequenze peptidiche ha permesso di individuare alcuni possibili marker validati in una seconda fase del lavoro, condotta in collaborazione con il “Museo di Storia Naturale” di Copenhagen. Questo ha consentito di verificare l’effettiva presenza dei nuovi markers all’interno di spettri di massa acquisiti su campioni di riferimento moderni, tutti appartenenti alla famiglia delle Anatidae. Il metodo è stato poi applicato su alcuni resti di piccola fauna provenienti dal sito archeologico di Chania, nell’isola di Creta. Il campione esaminato risale ad un periodo dell’Età del Bronzo interessato da una decisa instabilità climatica, che potrebbe aver contribuito allo sviluppo culturale e al declino delle comunità presenti nella regione, inclusa la civiltà minoica. Tali fluttuazioni, in particolare un aumento della temperatura insieme a frequenti episodi di aridità, ebbero un impatto sull’evoluzione delle zone umide allora esistenti nei pressi del sito. La presenza di resti di avifauna acquatica, ipo- tizzata dagli archeologi, consentirebbe quindi di ottenere informazioni rilevanti alla ricostruzione del paleoambiente e delle strategie di adattamento ai cambiamenti ecologici. Lo studio pilota condotto per questa tesi ha dimostrato come i reperti analizzati mostrino una buona preservazione del collagene, permettendo di identificare circa i due terzi dei campioni come appartenenti alla specie Mus musculus, e due cam
Sviluppo del metodo ZooMS (Zooarchaeology by Mass Spectrometry) per l’identificazione di resti di avifauna e sua applicazione a un sito dell’Età del Bronzo a Chania (Creta, Grecia).
IUNCO, PIERGREGORY
2021/2022
Abstract
Gli studi archeozoologici hanno come obiettivo la ricostruzione delle interazioni tra le popolazioni umane e quelle animali avvenute dalla preistoria ad oggi. Prendono in considerazione attività sociali, simboliche e rituali ma anche tematiche ambientali, ad esempio le ricostruzioni paleoclimatiche. In particolare, i resti scheletrici di alcune specie possono essere indicatori sensibili dell’ecosistema in cui vengono ritrovati e possono fornire informazioni sugli ambienti passati e sulla loro interazione con l’uomo durante il percorso evolutivo. Un esempio è rappresentato dall’avifauna ed in particolare dalla famiglia delle Anatidae: resti osteologici di questi uccelli acquatici migratori sono utilizzati in ambito archeologico per ricostruire fluttuazioni ambientali a breve termine ed alta frequenza. La determinazione di campioni di avifauna richiede una profonda conoscenza della morfologia schelet- rica ed è spesso resa difficoltosa dalla frammentarietà del campione osteologico. Al fine di ovviare a tali problematiche, è stato sviluppato nell’ultimo decennio un metodo archeozoologico a base moleco- lare, “Zooarchaeology by Mass Spectrometry” (ZooMS), utile all’identificazione di resti osteologici di specie ignote. Il metodo ZooMS si basa sull’utilizzo di sequenze amminoacidiche del collagene, la pro- teina principale delle ossa, quali marker tassonomici. Questi danno origine a specifici “fingerprints” che vengono rilevati in campioni antichi tramite spettrometria di massa MALDI-TOF. La presenza di valori di massa su carica (m/z) noti all’interno degli spettri consente l’attribuzione a taxa diversi: mentre i marker per i mammiferi sono stati derivati in studi precedenti, questo lavoro di tesi è stato dedicato all’individuazione di nuovi possibili marker per la classe Aves. La loro determinazione è stata possibile grazie al confronto di numerose sequenze proteiche del collagene di tipo I, appartenenti a diversi ordini di uccelli, rese disponibili grazie alla collaborazione con il gruppo di ricerca del “Birds 10,000 genomes”. L’esame delle sequenze peptidiche ha permesso di individuare alcuni possibili marker validati in una seconda fase del lavoro, condotta in collaborazione con il “Museo di Storia Naturale” di Copenhagen. Questo ha consentito di verificare l’effettiva presenza dei nuovi markers all’interno di spettri di massa acquisiti su campioni di riferimento moderni, tutti appartenenti alla famiglia delle Anatidae. Il metodo è stato poi applicato su alcuni resti di piccola fauna provenienti dal sito archeologico di Chania, nell’isola di Creta. Il campione esaminato risale ad un periodo dell’Età del Bronzo interessato da una decisa instabilità climatica, che potrebbe aver contribuito allo sviluppo culturale e al declino delle comunità presenti nella regione, inclusa la civiltà minoica. Tali fluttuazioni, in particolare un aumento della temperatura insieme a frequenti episodi di aridità, ebbero un impatto sull’evoluzione delle zone umide allora esistenti nei pressi del sito. La presenza di resti di avifauna acquatica, ipo- tizzata dagli archeologi, consentirebbe quindi di ottenere informazioni rilevanti alla ricostruzione del paleoambiente e delle strategie di adattamento ai cambiamenti ecologici. Lo studio pilota condotto per questa tesi ha dimostrato come i reperti analizzati mostrino una buona preservazione del collagene, permettendo di identificare circa i due terzi dei campioni come appartenenti alla specie Mus musculus, e due camFile | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/66395