La coltivazione dei piccoli frutti, in particolare del mirtillo, è un comparto in continua crescita e non sembra mostrare segni di arresto. Nelle aree piemontesi dove si sta ampliando l’estensione degli impianti di Vaccinium corymbosum L., non esiste ancora una tecnica univoca nella gestione della potatura. Il lavoro di tesi si è incentrato sul confronto fra due metodi di potatura differenti: una potatura severa e una potatura debole su mirtilli coltivati in tre areali diversi (pianura, collina e montagna). L’obiettivo prefissato è stato quello di individuare il metodo di potatura e la zona di coltivazione più adeguata; ovvero quelle condizioni che estrinsechino il miglior equilibrio tra produzione e caratteristiche qualitative del frutto. Più precisamente sono stati valutati i parametri produttivi e qualitativi alla raccolta. Inoltre, alcuni campioni di frutti, dello stacco commerciale, sono stati posti in conservazione in cella frigorifera e monitorati durante un periodo di 21 giorni. I frutteti sono stati scelti in base al tipo di potatura praticata e in particolare tre erano caratterizzati da potatura più severa e tre da una potatura debole. L’indagine è stata perciò realizzata andando a studiare i parametri produttivi e qualitativi dei frutti, alla raccolta e a seguito di conservazione in cella frigorifera, di tre piante per ogni azienda selezionata. I risultati hanno rivelato come le caratteristiche pedoclimatiche di un areale influenzino in modo determinante più le caratteristiche qualitative che quelle produttive dei mirtilli. Il trend è particolarmente evidente nel caso in cui i frutti vengano sottoposti a conservazione frigorifera. Dove, gli areali di pianura, e in parte anche quelli collinari, conferiscono una migliore conservazione del frutto; il quale presenta una maggiore consistenza, e un maggiore contenuto in zuccheri antociani e polifenoli, rispetto ai mirtilli conservati in cella frigorifera provenienti da zone montane. Il metodo di potatura impiegato non ha evidenziato particolari differenze produttive tra i frutteti. In merito invece agli aspetti qualitativi del frutto è risultato che, l’esecuzione di una potatura più severa, conferisce al frutto una maggiore pezzatura, un contenuto più elevato in polifenoli e una maggiore consistenza in termini di penetrazione e compressione. Tuttavia sottoponendo i frutti a conservazione frigorifera risulta che il metodo di potatura debole permetta una migliore conservazione dei parametri qualitativi dei frutti; soprattutto per quanto riguarda la consistenza della bacca. Infine, riveste particolare importanza, anche l’associazione del metodo di potatura all’areale di coltivazione in cui si decide di realizzare un impianto di mirtillo. Infatti, eseguendo una potatura vigorosa, in areali di pianura, ne consegue un prodotto che alla raccolta presenta parametri migliori di consistenza in termini di durezza, penetrazione e compressione. All’opposto, in areali di coltivazione montano-collinari, in cui il frutteto viene gestito con una potatura debole, risulta che i mirtilli acquisiscano una migliore colorazione (luminosità e tonalità) e un maggiore peso alla raccolta. Tuttavia, la conduzione dell’indagine durante l’arco di una sola annata, non consente di dare risposte definitive riguardo a quale sia il metodo di potatura migliore in base all’areale di coltivazione. Sarà pertanto utile continuare lo studio in annate successive allargando l’indagine anche ad altre cultivar.
Influenza della tipologia di potatura e della zona di coltivazione sulle caratteristiche produttive di mirtillo gigante americano (Vaccinium corymbosum L.)
VARALDO, ALICE
2020/2021
Abstract
La coltivazione dei piccoli frutti, in particolare del mirtillo, è un comparto in continua crescita e non sembra mostrare segni di arresto. Nelle aree piemontesi dove si sta ampliando l’estensione degli impianti di Vaccinium corymbosum L., non esiste ancora una tecnica univoca nella gestione della potatura. Il lavoro di tesi si è incentrato sul confronto fra due metodi di potatura differenti: una potatura severa e una potatura debole su mirtilli coltivati in tre areali diversi (pianura, collina e montagna). L’obiettivo prefissato è stato quello di individuare il metodo di potatura e la zona di coltivazione più adeguata; ovvero quelle condizioni che estrinsechino il miglior equilibrio tra produzione e caratteristiche qualitative del frutto. Più precisamente sono stati valutati i parametri produttivi e qualitativi alla raccolta. Inoltre, alcuni campioni di frutti, dello stacco commerciale, sono stati posti in conservazione in cella frigorifera e monitorati durante un periodo di 21 giorni. I frutteti sono stati scelti in base al tipo di potatura praticata e in particolare tre erano caratterizzati da potatura più severa e tre da una potatura debole. L’indagine è stata perciò realizzata andando a studiare i parametri produttivi e qualitativi dei frutti, alla raccolta e a seguito di conservazione in cella frigorifera, di tre piante per ogni azienda selezionata. I risultati hanno rivelato come le caratteristiche pedoclimatiche di un areale influenzino in modo determinante più le caratteristiche qualitative che quelle produttive dei mirtilli. Il trend è particolarmente evidente nel caso in cui i frutti vengano sottoposti a conservazione frigorifera. Dove, gli areali di pianura, e in parte anche quelli collinari, conferiscono una migliore conservazione del frutto; il quale presenta una maggiore consistenza, e un maggiore contenuto in zuccheri antociani e polifenoli, rispetto ai mirtilli conservati in cella frigorifera provenienti da zone montane. Il metodo di potatura impiegato non ha evidenziato particolari differenze produttive tra i frutteti. In merito invece agli aspetti qualitativi del frutto è risultato che, l’esecuzione di una potatura più severa, conferisce al frutto una maggiore pezzatura, un contenuto più elevato in polifenoli e una maggiore consistenza in termini di penetrazione e compressione. Tuttavia sottoponendo i frutti a conservazione frigorifera risulta che il metodo di potatura debole permetta una migliore conservazione dei parametri qualitativi dei frutti; soprattutto per quanto riguarda la consistenza della bacca. Infine, riveste particolare importanza, anche l’associazione del metodo di potatura all’areale di coltivazione in cui si decide di realizzare un impianto di mirtillo. Infatti, eseguendo una potatura vigorosa, in areali di pianura, ne consegue un prodotto che alla raccolta presenta parametri migliori di consistenza in termini di durezza, penetrazione e compressione. All’opposto, in areali di coltivazione montano-collinari, in cui il frutteto viene gestito con una potatura debole, risulta che i mirtilli acquisiscano una migliore colorazione (luminosità e tonalità) e un maggiore peso alla raccolta. Tuttavia, la conduzione dell’indagine durante l’arco di una sola annata, non consente di dare risposte definitive riguardo a quale sia il metodo di potatura migliore in base all’areale di coltivazione. Sarà pertanto utile continuare lo studio in annate successive allargando l’indagine anche ad altre cultivar.File | Dimensione | Formato | |
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