The Elves of Middle-earth are described by Tolkien as creatures closely tied to Faerie, that realm beyond the human world with which humans occasionally encounter. In order to make this people and the realm associated with them imaginable, in a process defined by Tolkien “enchantment”, the author employs a specific literary style, in which a musical imagery and the presence of numerous poems, which are essentially songs sung by various characters, are central. This use of music is drawn from a long-standing Western tradition, particularly the British tradition. It is so visible that Music has traditionally played the role of making fantastic imaginable. These descriptions, and therefore the subjects they describe, become particularly complex to depict in an art like cinema, whose fundamental characteristic is its connection to the tangible reality of cinematic frame. By the observation of the fantasy genre as a whole, it’s possibile to see that musical scores have traditionally played a central role in representing the fantastic in cinema. For this reason has been analyzed the work of the composer Howard Shore in the cinematic trilogy of “The Lord of the Rings, with particular attention given to the Elvish people, for the characteristics mentioned before. This study has shown that the composer realize the score following a traditional leitmotif structure, in which the various musical materials are associated with one another based on the people they represent, in what are defined as music domains. By comparing the different music domains and looking at how the varius material are employed, it is possible to observe how Elvish materials stand out, by contrast, as enchanted and unfamiliar, through a series of musical choices conventionally tied to the supernatural and a set of references foreign to Western tradition, making these materials sound unfamiliar to the listener. In other words, the music is not used to represent the fantastic per se, but allows the viewer to feel the images associated with it unfamiliar and enchanted, making the Faerie of Middle-earth possible in the reality of cinema.
Gli Elfi della Terra di Mezzo sono descritti da Tolkien come creature strettamente legate al Faerie, quel reame al di là del mondo umano, con il quale l’uomo entra casualmente in contatto. Al fine di rendere immaginabile questo popolo e il reame ad esso associato, in un processo definito da Tolkien enchantment, l’autore sfrutta uno stile letterario specifico, nel quale è centrale l’uso di un immaginario musicale e la presenza di numerose poesie, le quali non sono altro che canzoni cantate dai vari personaggi. Questo uso della musica è ripreso da una secolare tradizione occidentale, in particolare quella britannica. La musica cioè ha tradizionalmente svolto il ruolo di rendere pensabili diversi immaginari fantastici. Queste descrizioni, dunque i soggetti da loro descritti, saranno particolarmente complesse da riportare in un’arte come il cinema, il cui carattere fondante è il legame con la realtà sensibile dell’immagine cinematografica. Osservando il genere fantasy nel suo complesso si può osservare che anche in questo caso gli score musicali hanno tradizionalmente svolto un ruolo centrale nella rappresentazione del fantastico nel cinema. Per questa ragione si è osservato il lavoro compiuto dal compositore Howard Shore all’interno della trilogia cinematografica del Signore degli Anelli, ponendo attenzione particolare al popolo elfico, per le caratteristiche menzionate in precedenza. Da questo studio si è osservato che il compositore realizza lo score seguendo una tradizionale struttura a leitmotif, nella quale però i vari materiali musicali vengono associati tra loro in base al popolo che rappresentano, in quelli che vengono definiti music domain. Paragonando i diversi music domain e osservando come i vari materiali vengano presentati, è possibile osservare come i materiali elfici risultino, per contrasto, enchanted e unfamiliar, attraverso una serie scelte musicali convenzionalmente legate al sovrannaturale e ad una serie di riferimenti estranei alla tradizione Occidentale che fanno risultare questi materiali estranei all’orecchio dello spettatore. La musica cioè, non viene utilizzata per rappresentare il fantastico in sè, ma permette allo spettatore di rendere unfamiliar ed enchanted le immagini ad essa associate, rendendo percepibile il Faerie della Terra di Mezzo nella realtà del cinema.
Enchantment e Unfamiliar: La Musica degli Elfi nella Terra di Mezzo
VALLERGA, GIORGIO
2023/2024
Abstract
Gli Elfi della Terra di Mezzo sono descritti da Tolkien come creature strettamente legate al Faerie, quel reame al di là del mondo umano, con il quale l’uomo entra casualmente in contatto. Al fine di rendere immaginabile questo popolo e il reame ad esso associato, in un processo definito da Tolkien enchantment, l’autore sfrutta uno stile letterario specifico, nel quale è centrale l’uso di un immaginario musicale e la presenza di numerose poesie, le quali non sono altro che canzoni cantate dai vari personaggi. Questo uso della musica è ripreso da una secolare tradizione occidentale, in particolare quella britannica. La musica cioè ha tradizionalmente svolto il ruolo di rendere pensabili diversi immaginari fantastici. Queste descrizioni, dunque i soggetti da loro descritti, saranno particolarmente complesse da riportare in un’arte come il cinema, il cui carattere fondante è il legame con la realtà sensibile dell’immagine cinematografica. Osservando il genere fantasy nel suo complesso si può osservare che anche in questo caso gli score musicali hanno tradizionalmente svolto un ruolo centrale nella rappresentazione del fantastico nel cinema. Per questa ragione si è osservato il lavoro compiuto dal compositore Howard Shore all’interno della trilogia cinematografica del Signore degli Anelli, ponendo attenzione particolare al popolo elfico, per le caratteristiche menzionate in precedenza. Da questo studio si è osservato che il compositore realizza lo score seguendo una tradizionale struttura a leitmotif, nella quale però i vari materiali musicali vengono associati tra loro in base al popolo che rappresentano, in quelli che vengono definiti music domain. Paragonando i diversi music domain e osservando come i vari materiali vengano presentati, è possibile osservare come i materiali elfici risultino, per contrasto, enchanted e unfamiliar, attraverso una serie scelte musicali convenzionalmente legate al sovrannaturale e ad una serie di riferimenti estranei alla tradizione Occidentale che fanno risultare questi materiali estranei all’orecchio dello spettatore. La musica cioè, non viene utilizzata per rappresentare il fantastico in sè, ma permette allo spettatore di rendere unfamiliar ed enchanted le immagini ad essa associate, rendendo percepibile il Faerie della Terra di Mezzo nella realtà del cinema.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Vallerga_Tesi DAMS 2023-2024.pdf
non disponibili
Dimensione
700.65 kB
Formato
Adobe PDF
|
700.65 kB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/6636