Religion has always been a predominant aspect of life for the ancients, both in private and public spheres. Before declaring war, embarking on an expedition, or conquering a territory, divine approval and good omens were sought through rituals, sacrifices, and envoys sent to the most important sanctuaries in Greece to request oracles, either directly from a mantis or from a collection preserved in a sanctuary, often at Delphi or Dodona.Not all prophets were the same, each one specialized in a specific area. There were the manteis, the chresmologoi, the prophetes, the theopropoi, the theoroi, the exegetai, and the agyrtai. Each had a specific role for the people and was called upon by the powerful for different purposes. Additionally, depending on the period in which they operated, they gained varying levels of fame even within their own group. For example, in the 6th century, the chresmologoi were highly renowned, as they were partly responsible for creating and then preserving the official collections of oracles in the poleis, as in the case of Onomacritus in Athens. In the 5th century, however, with the outbreak of the Peloponnesian War, Thucydides tells us that these figures lost much of their value, as the circulation of oracles became increasingly widespread, and prophecies started to favor one side or the other, making it difficult to find true prophets. For this reason, Aristophanes satirized many false-oracle-seekers in his comedies, as they would arrive in cities claiming to possess collections of various ancient manteis according to tradition, such as Bacis, Musaeus, Orpheus, and Epimenides. After this initial preamble on the topic of oracles, the aim of this essay is to expand the research on the figure of Bacis, a legendary mantis whose activities can be placed approximately in the Archaic period and whose origins remain uncertain. Many sources mention him throughout history, some by historians, others by philosophers, and still others by comic writers; and their descriptions of the seer vary greatly depending on the historical period in which they wrote.Despite being mentioned by many, little is known about Bacis. He was certainly a legendary seer, but it is unclear if he ever actually existed. No one describes his deeds, with the exception of Theopompus, who tells us that Bacis went to Sparta by the will of Apollo to heal women who had gone mad. All other sources convey some of his oracles, some more credible like those of Herodotus, others more satirical like those of Aristophanes; or they refer to him in the plural as a category of seers inspired by the Muses.Building on this last statement, the intention is to extend the discussion by mentioning nympholepsy and those who practiced it, where a seer was not possessed by a god but by a nymph. In Bacis' case, it was the Sphragitid nymphs, but there were other less famous nympholeptoi, such as Pantalkes and Archedamos.During the Peloponnesian War, the most renowned source speaking of seers and oracles was Thucydides, who treated manteis and chresmologoi alike: charlatans who, during the war, exploited the population by making all sorts of prophecies. Oracle collections began to be officially created for the poleis starting in the 6th century. However, unofficial private collections also emerged. Among the most important were those of Onomacritus in Athens, Abaris, a shaman from northern Greece, and Epimenides, who has always been the subject of scholarly reflection regarding the historicity of his oracles and their meaning.
La religione è sempre stata una dimensione preponderante nella vita degli antichi, sia dal punto di vista privato, che pubblico; secondo cui prima di dichiarare guerra, partire per una spedizione, conquistare un territorio, si chiedeva l’approvazione e il buon auspicio degli dei attraverso riti, sacrifici e messi che si recavano nei santuari più importanti della Grecia per richiedere gli oracoli profetizzati, o direttamente da un μάντις, oppure contenuti in una raccolta e conservata nel santuario, spesso di Delfi o di Dodona. I profeti non erano tutti uguali, ognuno era specializzato in un ambito; c’erano i μάντεις, i κρῆσμολογοι, i prophetes, i theopropoi, theororoi, exegetai e agyrtai. Ognuno di loro aveva uno specifico significato per il popolo e veniva chiamato dai potenti per impieghi differenti. Inoltre, in base al periodo in cui operarono, ottennero anche una notorietà differente all’interno del loro stesso gruppo operante. Ad esempio, i chresmologoi nel VI secolo erano molto rinomati come coloro che in parte crearono, e poi conservarono le raccolte di oracoli ufficiali nelle πόλεις come nel caso di Onomacrito ad Atene. Nel V secolo, con lo scoppiare della Guerra del Peloponneso invece Tucidide ci dice che queste figure furono svalutate moltissimo, in quanto la circolazione degli oracoli divenne sempre più imponente, le profezie iniziarono ad essere favorevoli all’uno o all’altro schieramento senza che si riuscissero più a reperire i veri profeti. Per questo stesso motivo Aristofane cita molti falsi-oracolisti satirizzandoli nelle sue commedie in quanto arrivavano nelle città sostenendo di possedere raccolte di diversi μάντεις più antichi secondo la tradizione; come nel caso di Bacide, Museo, Orfeo ed Epimenide. Dopo questo primo preambolo sul tema degli oracolisti, l’obiettivo della trattazione è quello di ampliare la ricerca sulla figura di Bacide, μάντις leggendario il cui operato si può collocare all’incirca in età arcaica e di cui la provenienza rimane incerta. Molte fonti lo citano nel corso della storia, alcune sono di storici, altre di filosofi e altre ancora di comici; e la loro descrizione dell’indovino differisce molto in base al periodo storico in cui operarono. Di Bacide, nonostante venga citato da molti, si sa poco, era certamente un indovino leggendario ma non si sa se effettivamente sia mai esistito. Nessuno ne descrive le imprese, solamente Teopompo ci dice che si recò a Sparta secondo il volere di Apollo per sanificare le donne che erano impazzite. Tutte le altre fonti ci trasmettono alcuni dei suoi oracoli, alcuni più credibili come quelli di Erodoto, altri una presa in giro come quelli di Aristofane; oppure lo citano al plurale come categoria di indovini ispirati dalle muse. Partendo da quest’ultima affermazione, l’intento è quello di prolungare il discorso menzionando la nympholepsia e coloro che presero parte a questa pratica, secondo la quale un indovino non veniva invasato da un dio ma bensì da una Ninfa. Nel caso di Bacide si tratta delle Ninfe sfragitidi, ma ci sono altri nympholeptoi meno famosi come Pantalkes e Archedamo. Durante la Guerra del Peloponneso la fonte notoriamente più accreditata che ci parla di indovini e oracolisti fu Tucidide, che trattava μάντεις e χρῆσμολογοι alla stregua; imbroglioni che durante la guerra si approfittavano della popolazione per ottenere riguardi facendo profezie di ogni tipo. Le raccolte oracolari iniziarono ad essere create a partire dal VI secolo in maniera ufficiale per le πόλεις. Tuttavia, nacquero anche in maniera ufficiosa quelle private. Tra le più importanti ci sono quelle di Onomacrito ad Atene, quella di Abaris, uno sciamano proveniente dal nord della Grecia e quella di Epimenide che è da sempre al centro della riflessione da parte degli studiosi per la storicità dei suoi oracoli e il significato di essi.
La storia di Bacide tra leggenda e realtà. Studio delle figure di oracolisti e indovini nell'antica Grecia.
RONZINO, SOFIA
2023/2024
Abstract
La religione è sempre stata una dimensione preponderante nella vita degli antichi, sia dal punto di vista privato, che pubblico; secondo cui prima di dichiarare guerra, partire per una spedizione, conquistare un territorio, si chiedeva l’approvazione e il buon auspicio degli dei attraverso riti, sacrifici e messi che si recavano nei santuari più importanti della Grecia per richiedere gli oracoli profetizzati, o direttamente da un μάντις, oppure contenuti in una raccolta e conservata nel santuario, spesso di Delfi o di Dodona. I profeti non erano tutti uguali, ognuno era specializzato in un ambito; c’erano i μάντεις, i κρῆσμολογοι, i prophetes, i theopropoi, theororoi, exegetai e agyrtai. Ognuno di loro aveva uno specifico significato per il popolo e veniva chiamato dai potenti per impieghi differenti. Inoltre, in base al periodo in cui operarono, ottennero anche una notorietà differente all’interno del loro stesso gruppo operante. Ad esempio, i chresmologoi nel VI secolo erano molto rinomati come coloro che in parte crearono, e poi conservarono le raccolte di oracoli ufficiali nelle πόλεις come nel caso di Onomacrito ad Atene. Nel V secolo, con lo scoppiare della Guerra del Peloponneso invece Tucidide ci dice che queste figure furono svalutate moltissimo, in quanto la circolazione degli oracoli divenne sempre più imponente, le profezie iniziarono ad essere favorevoli all’uno o all’altro schieramento senza che si riuscissero più a reperire i veri profeti. Per questo stesso motivo Aristofane cita molti falsi-oracolisti satirizzandoli nelle sue commedie in quanto arrivavano nelle città sostenendo di possedere raccolte di diversi μάντεις più antichi secondo la tradizione; come nel caso di Bacide, Museo, Orfeo ed Epimenide. Dopo questo primo preambolo sul tema degli oracolisti, l’obiettivo della trattazione è quello di ampliare la ricerca sulla figura di Bacide, μάντις leggendario il cui operato si può collocare all’incirca in età arcaica e di cui la provenienza rimane incerta. Molte fonti lo citano nel corso della storia, alcune sono di storici, altre di filosofi e altre ancora di comici; e la loro descrizione dell’indovino differisce molto in base al periodo storico in cui operarono. Di Bacide, nonostante venga citato da molti, si sa poco, era certamente un indovino leggendario ma non si sa se effettivamente sia mai esistito. Nessuno ne descrive le imprese, solamente Teopompo ci dice che si recò a Sparta secondo il volere di Apollo per sanificare le donne che erano impazzite. Tutte le altre fonti ci trasmettono alcuni dei suoi oracoli, alcuni più credibili come quelli di Erodoto, altri una presa in giro come quelli di Aristofane; oppure lo citano al plurale come categoria di indovini ispirati dalle muse. Partendo da quest’ultima affermazione, l’intento è quello di prolungare il discorso menzionando la nympholepsia e coloro che presero parte a questa pratica, secondo la quale un indovino non veniva invasato da un dio ma bensì da una Ninfa. Nel caso di Bacide si tratta delle Ninfe sfragitidi, ma ci sono altri nympholeptoi meno famosi come Pantalkes e Archedamo. Durante la Guerra del Peloponneso la fonte notoriamente più accreditata che ci parla di indovini e oracolisti fu Tucidide, che trattava μάντεις e χρῆσμολογοι alla stregua; imbroglioni che durante la guerra si approfittavano della popolazione per ottenere riguardi facendo profezie di ogni tipo. Le raccolte oracolari iniziarono ad essere create a partire dal VI secolo in maniera ufficiale per le πόλεις. Tuttavia, nacquero anche in maniera ufficiosa quelle private. Tra le più importanti ci sono quelle di Onomacrito ad Atene, quella di Abaris, uno sciamano proveniente dal nord della Grecia e quella di Epimenide che è da sempre al centro della riflessione da parte degli studiosi per la storicità dei suoi oracoli e il significato di essi.File | Dimensione | Formato | |
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