Il lavoro tratta dei cambiamenti dei rapporti commerciali a livello mondiale tra i diversi paesi, e nello specifico considera le macro aree del Nord-America, dell'Europa e dell'Est asiatico in relazione al settore tessile-abbigliamento. Nell'analizzare gli sviluppi commerciali vengono anche descritte le evoluzioni degli spazi geografici che ne conseguono sottolineando i mutamenti intercorsi dopo la liberalizzazione effettiva del settore a seguito dell'abolizione delle quote restrittive avvenuta nel 2005. Dal 1974, infatti, il settore tessile-abbigliamento è stato soggetto all'imposizione di quote sulle importazioni delle merci imposte dai paesi occidentali, principalmente Stati Uniti, Unione Europea e Canada, verso i maggiori esportatori asiatici quali Cina, Hong Kong, India ecc. Una volta cessata l'esistenza di quest'ultime tramite un processo graduale di eliminazione delle quote, si è assistito ad importanti cambiamenti strutturali e spaziali concernenti gli scambi commerciali di tessile ed abbigliamento. La decisione per cui si è voluto analizzare l'argomento è dovuta al fatto che il settore T/A (tessile-abbigliamento) è uno dei più importanti a livello mondiale ed i cambiamenti che ha subito, soprattutto in anni più recenti, sono di grande spessore. Essendo l'abbigliamento uno dei beni di prima necessità per la popolazione questi, insieme al food &beverage, è considerato uno tra i settori base nell'economia globale. Inoltre date le restrizioni che hanno penalizzato fortemente il T/A per più di 30 anni, molto più che per tutti gli altri settori, il panorama degli scambi mondiali ha assunto forme differenti con il passare del tempo per poi essere rivoluzionato significativamente dall'ascesa incontrastata dei concorrenti asiatici una volta liberalizzato definitivamente il commercio, ridefinendo i ruoli dei vari paesi e continenti sullo scenario globale. Nell'ultimo decennio, a seguito della liberalizzazione dalle restrizioni quantitative rimaste presenti nel commercio di tessile ed abbigliamento fino al 1° Gennaio 2005, si è assistito all'ascesa delle potenze asiatiche ed in particolar modo del colosso cinese, che si impone come maggiore esportatore a livello mondiale del settore. I fattori che hanno permesso uno sviluppo importante del settore T/A in Cina e hanno fatto assumere al paese questa posizione di dominanza nel mercato si possono riassumente in un bassissimo costo del lavoro e un'ottima rete di networking con rivenditori soprattutto statunitensi e altri produttori a basso costo di zone limitrofe. Come è stato spiegato nel primo capitolo, il settore tessile-abbigliamento (ed ancora di più il sub-settore abbigliamento) è di tipo labour-intensive, cioè ad alta intensità di lavoro. Questo fattore ha permesso ai paesi meno ricchi in termini di capitali ma con una quantità elevata di forza lavoro disposta a lavorare per salari molto bassi, di poter sviluppare una base efficiente di industrie operanti in questo campo e affacciarsi in maniera competitiva sul mercato. Inoltre, è bene ricordare che la catena del valore del tessile-abbigliamento è di tipo buyer-driven, ovvero value chain in cui grandi rivenditori e produttori di marchi ricoprono un ruolo fondamentale nel predisporre reti internazionali di produzione decentralizzate in una varietà di paesi esportatori, tipicamente quelli in via di sviluppo per cui è possibile aumentare i ricavi finali. La relativa facilità con cui creare delle industrie di abbigliamento, affiancato al p

Cambiamenti nei Rapporti commerciali ed evoluzione degli spazi geografici nel settore tessile-abbigliamento alla scala mondiale

CASAGRANDE, IRENE
2013/2014

Abstract

Il lavoro tratta dei cambiamenti dei rapporti commerciali a livello mondiale tra i diversi paesi, e nello specifico considera le macro aree del Nord-America, dell'Europa e dell'Est asiatico in relazione al settore tessile-abbigliamento. Nell'analizzare gli sviluppi commerciali vengono anche descritte le evoluzioni degli spazi geografici che ne conseguono sottolineando i mutamenti intercorsi dopo la liberalizzazione effettiva del settore a seguito dell'abolizione delle quote restrittive avvenuta nel 2005. Dal 1974, infatti, il settore tessile-abbigliamento è stato soggetto all'imposizione di quote sulle importazioni delle merci imposte dai paesi occidentali, principalmente Stati Uniti, Unione Europea e Canada, verso i maggiori esportatori asiatici quali Cina, Hong Kong, India ecc. Una volta cessata l'esistenza di quest'ultime tramite un processo graduale di eliminazione delle quote, si è assistito ad importanti cambiamenti strutturali e spaziali concernenti gli scambi commerciali di tessile ed abbigliamento. La decisione per cui si è voluto analizzare l'argomento è dovuta al fatto che il settore T/A (tessile-abbigliamento) è uno dei più importanti a livello mondiale ed i cambiamenti che ha subito, soprattutto in anni più recenti, sono di grande spessore. Essendo l'abbigliamento uno dei beni di prima necessità per la popolazione questi, insieme al food &beverage, è considerato uno tra i settori base nell'economia globale. Inoltre date le restrizioni che hanno penalizzato fortemente il T/A per più di 30 anni, molto più che per tutti gli altri settori, il panorama degli scambi mondiali ha assunto forme differenti con il passare del tempo per poi essere rivoluzionato significativamente dall'ascesa incontrastata dei concorrenti asiatici una volta liberalizzato definitivamente il commercio, ridefinendo i ruoli dei vari paesi e continenti sullo scenario globale. Nell'ultimo decennio, a seguito della liberalizzazione dalle restrizioni quantitative rimaste presenti nel commercio di tessile ed abbigliamento fino al 1° Gennaio 2005, si è assistito all'ascesa delle potenze asiatiche ed in particolar modo del colosso cinese, che si impone come maggiore esportatore a livello mondiale del settore. I fattori che hanno permesso uno sviluppo importante del settore T/A in Cina e hanno fatto assumere al paese questa posizione di dominanza nel mercato si possono riassumente in un bassissimo costo del lavoro e un'ottima rete di networking con rivenditori soprattutto statunitensi e altri produttori a basso costo di zone limitrofe. Come è stato spiegato nel primo capitolo, il settore tessile-abbigliamento (ed ancora di più il sub-settore abbigliamento) è di tipo labour-intensive, cioè ad alta intensità di lavoro. Questo fattore ha permesso ai paesi meno ricchi in termini di capitali ma con una quantità elevata di forza lavoro disposta a lavorare per salari molto bassi, di poter sviluppare una base efficiente di industrie operanti in questo campo e affacciarsi in maniera competitiva sul mercato. Inoltre, è bene ricordare che la catena del valore del tessile-abbigliamento è di tipo buyer-driven, ovvero value chain in cui grandi rivenditori e produttori di marchi ricoprono un ruolo fondamentale nel predisporre reti internazionali di produzione decentralizzate in una varietà di paesi esportatori, tipicamente quelli in via di sviluppo per cui è possibile aumentare i ricavi finali. La relativa facilità con cui creare delle industrie di abbigliamento, affiancato al p
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