Gertrude Stein, mother of the “lost generation” and key figure of the English-language literary avant-garde, translates printing into words, becoming a pioneer of modernist literature. Art has always influenced the life of the American writer, allowing her to transform her writings into true masterpieces. Stein can be considered cubist writing because the techniques used for the composition of his works can be superimposed on those used by cubist painters such as Pablo Picasso and Braque. This work, in addition to highlighting the importance of Cubism for a new conception of Stein's writing, aims to analyze and compare self-portrait and autobiography in relation to Stein's works such as The Autobiography of Alice B. Toklas (1933) and Everybody's Autobiography (1937). The analysis of the transformations of the self-portrait and autobiography is the starting point for the comparison between the writer's two main autobiographies and some of the most significant self-portraits in the history of art such as Self-portrait with Fur-Trimmed Robe (1500) by Albrecht Dürer, David with Head of Goliath (1609-1610) by Caravaggio, Michelangelo's self-portrait in the Last Judgment (1536-1541), Self-portrait as the Allegory of Painting (1638-1639) painted by Artemisia Gentileschi, What the Water Gave Me (1938) by Frida Kahlo and Van Gogh's Chair (1888) by the Dutch painter. Just as an autobiography cannot be considered a simple account of the writer's life, a self-portrait is not the only aesthetic and iconographic representation of the artist. Deeper questions are investigated such as the complex problem of identity that worries Stein so much and which is investigated in Everybody's Autobiography. Gertrude Stein's individual autobiographies are analyzed in the third chapter of this essay, which has as its objective the research and study of the ways in which they can be considered true self-portraits of the writer.
Gertrude Stein, madre della "lost generation" e figura chiave dell'avanguardia letteraria in lingua inglese, traduce la pittura in parole diventando pioniera della letteratura modernista. Da sempre l’arte ha influenzato la vita della scrittrice americana lasciando che essa trasformasse i suoi scritti in veri capolavori. Stein può essere considerata una scrittura cubista in quanto le tecniche utilizzate per la composizione delle sue opere possono essere sovrapponibili a quelle usate dai pittori cubisti, quali Pablo Picasso e Braque, per la realizzazione delle loro creazioni. Il presente lavoro, oltre a rimarcare l’importanza del cubismo per una nuova concezione di scrittura steiniana, si pone come obiettivo l’analisi e il confronto tra autoritratto e autobiografia in relazione alle opere di Stein quali The Autobiography of Alice B. Toklas (1933) ed Everybody’s Autobiography (1937). Dopo aver analizzato le trasformazioni del genere autoritrattistico e autobiografico, si giunge a un confronto tra le due principali autobiografie della scrittrice e alcuni dei più significativi autoritratti della storia dell’arte quali Autoritratto con Pelliccia (1500) di Albrecht Dürer, Davide con la testa di Golia (1609-1610) di Caravaggio, l’autoritratto di Michelangelo nel Giudizio Universale (1536-1541), Autoritratto come allegoria della pittura (1638-1639) realizzato da Artemisia Gentileschi, Ciò che vidi in acqua (1938) di Frida Kahlo e La sedia di Van Gogh (1888) del pittore olandese. Proprio come un’autobiografia non può essere considerata un semplice racconto della vita dello scrittore o della scrittrice, un autoritratto non è la sola rappresentazione estetica e iconografica dell’artista. Vengono indagate, infatti, questioni più profonde come la complessa problematica dell’identità che tanto preoccupa Stein e che è affrontata in Everybody’s Autobiography. Le singole autobiografie di Gertrude Stein sono analizzate all’interno del terzo capitolo del presente elaborato, avente come obiettivo la ricerca e lo studio delle modalità secondo le quali esse possano essere considerate veri e propri autoritratti della scrittrice.
Gertrude Stein: quando l'arte influenza la letteratura. Confronto tra autoritratto e autobiografia
BALDIOLI, LETIZIA
2023/2024
Abstract
Gertrude Stein, madre della "lost generation" e figura chiave dell'avanguardia letteraria in lingua inglese, traduce la pittura in parole diventando pioniera della letteratura modernista. Da sempre l’arte ha influenzato la vita della scrittrice americana lasciando che essa trasformasse i suoi scritti in veri capolavori. Stein può essere considerata una scrittura cubista in quanto le tecniche utilizzate per la composizione delle sue opere possono essere sovrapponibili a quelle usate dai pittori cubisti, quali Pablo Picasso e Braque, per la realizzazione delle loro creazioni. Il presente lavoro, oltre a rimarcare l’importanza del cubismo per una nuova concezione di scrittura steiniana, si pone come obiettivo l’analisi e il confronto tra autoritratto e autobiografia in relazione alle opere di Stein quali The Autobiography of Alice B. Toklas (1933) ed Everybody’s Autobiography (1937). Dopo aver analizzato le trasformazioni del genere autoritrattistico e autobiografico, si giunge a un confronto tra le due principali autobiografie della scrittrice e alcuni dei più significativi autoritratti della storia dell’arte quali Autoritratto con Pelliccia (1500) di Albrecht Dürer, Davide con la testa di Golia (1609-1610) di Caravaggio, l’autoritratto di Michelangelo nel Giudizio Universale (1536-1541), Autoritratto come allegoria della pittura (1638-1639) realizzato da Artemisia Gentileschi, Ciò che vidi in acqua (1938) di Frida Kahlo e La sedia di Van Gogh (1888) del pittore olandese. Proprio come un’autobiografia non può essere considerata un semplice racconto della vita dello scrittore o della scrittrice, un autoritratto non è la sola rappresentazione estetica e iconografica dell’artista. Vengono indagate, infatti, questioni più profonde come la complessa problematica dell’identità che tanto preoccupa Stein e che è affrontata in Everybody’s Autobiography. Le singole autobiografie di Gertrude Stein sono analizzate all’interno del terzo capitolo del presente elaborato, avente come obiettivo la ricerca e lo studio delle modalità secondo le quali esse possano essere considerate veri e propri autoritratti della scrittrice.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/6558