INTRODUCTION The oncological disease in the pediatric field is a traumatic event on the physical, psychological and social side and it requires the nurse to have an appropriate training and knowledge besides having a constant holistic support. According to that, it is necessary to verify the existence of the burn-out among the healthcare workers and understand the strategies needed to discourage the disease, although they are suggested by the whole ward. OBJECTIVE To identify through a semi-structured interview the past of the nurses of the Pediatric Oncology Division in Savigliano and the strategies used to handle feelings and give a proper assistance. METHODS AND MATERIAL Bibliographic research and review on the domestic and international experiences, collection and analysis of the data from the semi-structured interview done in the Pediatric structure of the SS. Annunziata Hospital in Savigliano. The survey was conducted in April and May 2014 involving 16 nurses. RESULTS An overall analysis of the interview highlights a common thing between the burn-out theory with its study and literature and the real healthcare work especially in pediatric oncology. The strength of the answers is the result of innate or learnt skills, in either case successful ways to face the daily drama of life in the hospital. What could underline dark aspects or latent instability of the workers as the questionnaire was anonymous had emphasized balance, objectivity and self-sufficiency instead. What also helped the healthcare workers was a silent emotional team work which they preferred over a psychological assistance. CONCLUSION If on the one hand the emotional engagement represents a great burden affecting personal life, on the other hand from the answers given by the nurses comes out a strong pride deriving from self-determination, awareness of their own means and the ability to handle their own emotional boundaries. In any case what prevails is the necessity to operate on different sides: specific training for healthcare workers and charitable culture of the hospital that has to play a main role on the primary prevention of the burn-out to reduce the emotional impact on the nurses.
Introduzione La malattia oncologica in ambito pediatrico è un evento traumatizzante sotto l'aspetto fisico, psicologico e sociale e richiede, da parte dell'infermiere, un'adeguata preparazione professionale oltre che un costante supporto olistico. Nell'ottica di tale assunto, è necessario verificare l'esistenza del burn out tra gli operatori e comprendere quali strategie vengono adottate, ancorchè suggerite dall'interno del reparto, per scoraggiare la patologia. Obiettivo L'obiettivo è quello di identificare, attraverso un'intervista semistrutturata, il vissuto degli infermieri della Pediatria Oncologica del Presidio Ospedaliero SS.Annunziata di Savigliano dell'Asl CN1 e le strategie adottate nella gestione delle emozioni per poter garantire un'assistenza infermieristica efficace. Materiali e metodi Ricerca bibliografica e revisione della letteratura sulle esperienze nazionali e internazionali, analisi e raccolta dati dell'intervista semi-strutturata somministrata agli infermieri della Struttura complessa di Pediatria del Presidio Ospedaliero SS. Annunziata di Savigliano. L'indagine ha avuto luogo nei mesi di Aprile e Maggio 2014 e ha coinvolto 16 infermieri. Risultati La forza emergente dalle risposte degli infermieri coinvolti è il risultato di qualità intrinseche, innate o acquisite, comunque vincenti rispetto ai drammi quotidiani del vissuto ospedaliero. Ciò che in teoria, poteva far emergere aspetti buii o instabilità latenti delle figure professionali (visto l'anonimato del questionario) ha invece esaltato l'equilibrio, il giusto distacco e l'autosufficienza degli stessi, garantito anche da un silenzioso lavoro emotivo di gruppo, valvola di sfogo preferita ad un'assistenza psicologica. Anche per queste ragioni non emergono critiche nei confronti della politica assistenziale dei relativi vertici sanitari. Conclusioni Nonostante l'orgoglio derivante dalla consapevolezza dei propri mezzi e della capacità di gestire i propri limiti emozionali, prevale la necessità di interventi mirati su due fronti: formazione specifica del personale sanitario e cultura assistenziale della struttura ospedaliera che, in primis, deve giocare un ruolo fondamentale nella prevenzione del burnout limitando al minimo l'adeguamento emotivo degli operatori, anche basandosi su gruppi di lavoro periodici interni al reparto.
Sofferenza emotiva del personale infermieristico in una struttura di Oncologia Pediatrica: racconti e vissuti nella S.C. di Pediatria del Presidio SS. Annunziata di Savigliano CN
PANERO, MICHELA
2013/2014
Abstract
Introduzione La malattia oncologica in ambito pediatrico è un evento traumatizzante sotto l'aspetto fisico, psicologico e sociale e richiede, da parte dell'infermiere, un'adeguata preparazione professionale oltre che un costante supporto olistico. Nell'ottica di tale assunto, è necessario verificare l'esistenza del burn out tra gli operatori e comprendere quali strategie vengono adottate, ancorchè suggerite dall'interno del reparto, per scoraggiare la patologia. Obiettivo L'obiettivo è quello di identificare, attraverso un'intervista semistrutturata, il vissuto degli infermieri della Pediatria Oncologica del Presidio Ospedaliero SS.Annunziata di Savigliano dell'Asl CN1 e le strategie adottate nella gestione delle emozioni per poter garantire un'assistenza infermieristica efficace. Materiali e metodi Ricerca bibliografica e revisione della letteratura sulle esperienze nazionali e internazionali, analisi e raccolta dati dell'intervista semi-strutturata somministrata agli infermieri della Struttura complessa di Pediatria del Presidio Ospedaliero SS. Annunziata di Savigliano. L'indagine ha avuto luogo nei mesi di Aprile e Maggio 2014 e ha coinvolto 16 infermieri. Risultati La forza emergente dalle risposte degli infermieri coinvolti è il risultato di qualità intrinseche, innate o acquisite, comunque vincenti rispetto ai drammi quotidiani del vissuto ospedaliero. Ciò che in teoria, poteva far emergere aspetti buii o instabilità latenti delle figure professionali (visto l'anonimato del questionario) ha invece esaltato l'equilibrio, il giusto distacco e l'autosufficienza degli stessi, garantito anche da un silenzioso lavoro emotivo di gruppo, valvola di sfogo preferita ad un'assistenza psicologica. Anche per queste ragioni non emergono critiche nei confronti della politica assistenziale dei relativi vertici sanitari. Conclusioni Nonostante l'orgoglio derivante dalla consapevolezza dei propri mezzi e della capacità di gestire i propri limiti emozionali, prevale la necessità di interventi mirati su due fronti: formazione specifica del personale sanitario e cultura assistenziale della struttura ospedaliera che, in primis, deve giocare un ruolo fondamentale nella prevenzione del burnout limitando al minimo l'adeguamento emotivo degli operatori, anche basandosi su gruppi di lavoro periodici interni al reparto.File | Dimensione | Formato | |
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