INTRODUZIONE E OBIETTIVI L'obiettivo principale di questa tesi è quello di indagare il grado di informazione nel territorio cuneese sul Papilloma virus e sulla percentuale di ragazze e giovani donne che hanno aderito alla vaccinazione. Il secondo fine è quello di descrivere tutte le tipologie di prevenzione previste dal Ministero della Salute, in particolar modo nella regione Piemonte. In seguito all'estrapolazione dei dati, per ovviare alla disinformazione ho proposto alcuni progetti di comunicazione utilizzati dall'infermiere facendosi counselor di pianificazione comunicativa bidirezionale ed empatica. MATERIALI E METODI Per la stesura di questo elaborato ho realizzato un questionario costituito da domande aperte e chiuse, che in seguito è stato somministrato alla popolazione bersaglio all'interno di alcuni istituti scolastici della provincia di Cuneo. Inoltre ho analizzato normative, linee guida e protocolli relativi al vaccino contro l'HPV e al programma di ¿Prevenzione Serena¿ della regione Piemonte. Per concludere ho effettuato un apprendimento clinico presso il consultorio e il servizio di Igiene Pubblica dell'ASL CN1 di Cuneo. RISULTATI Dallo studio che ho eseguito è emerso che sul territorio cuneese è presente uno scarso livello di informazione in merito all'HPV. Infatti, soltanto poco più della metà dei destinatari minorenni e circa il 30% delle maggiorenni è in grado di argomentare in modo corretto definizione, modalità di trasmissione e conseguenze del virus. Ciononostante la percentuale di minorenni vaccinate contro l'HPV è abbastanza elevata - una media del 65%. Diversamente nelle maggiorenni solo circa il 40% risulta essere vaccinata. Dalla ricerca traspare il fatto che su alcuni aspetti quali efficacia, rischi e finanziamento del vaccino, le informazioni sono ancora troppo confuse. CONCLUSIONI E' possibile affermare che l'infermiere è un professionista al quale è richiesto di agire in prima linea sul fronte della prevenzione e dell'informazione. Egli provvede a ciò mediante capacità comunicative e di counseling infermieristico, fornendo in tal modo il supporto necessario a fronteggiare la vasta gamma di aspetti psicosociali connessi alla malattia. Solo attraverso queste particolari competenze è possibile realizzare una relazione di aiuto efficace.

LA PREVENZIONE DEL CERVICOCARCINOMA: IL RUOLO DELL'INFERMIERE NELLA GESTIONE DELLA VACCINAZIONE CONTRO IL PAPILLOMA VIRUS E DELLO SCREENING SUL TERRITORIO CUNEESE

OLIVERO, ALESSANDRA
2013/2014

Abstract

INTRODUZIONE E OBIETTIVI L'obiettivo principale di questa tesi è quello di indagare il grado di informazione nel territorio cuneese sul Papilloma virus e sulla percentuale di ragazze e giovani donne che hanno aderito alla vaccinazione. Il secondo fine è quello di descrivere tutte le tipologie di prevenzione previste dal Ministero della Salute, in particolar modo nella regione Piemonte. In seguito all'estrapolazione dei dati, per ovviare alla disinformazione ho proposto alcuni progetti di comunicazione utilizzati dall'infermiere facendosi counselor di pianificazione comunicativa bidirezionale ed empatica. MATERIALI E METODI Per la stesura di questo elaborato ho realizzato un questionario costituito da domande aperte e chiuse, che in seguito è stato somministrato alla popolazione bersaglio all'interno di alcuni istituti scolastici della provincia di Cuneo. Inoltre ho analizzato normative, linee guida e protocolli relativi al vaccino contro l'HPV e al programma di ¿Prevenzione Serena¿ della regione Piemonte. Per concludere ho effettuato un apprendimento clinico presso il consultorio e il servizio di Igiene Pubblica dell'ASL CN1 di Cuneo. RISULTATI Dallo studio che ho eseguito è emerso che sul territorio cuneese è presente uno scarso livello di informazione in merito all'HPV. Infatti, soltanto poco più della metà dei destinatari minorenni e circa il 30% delle maggiorenni è in grado di argomentare in modo corretto definizione, modalità di trasmissione e conseguenze del virus. Ciononostante la percentuale di minorenni vaccinate contro l'HPV è abbastanza elevata - una media del 65%. Diversamente nelle maggiorenni solo circa il 40% risulta essere vaccinata. Dalla ricerca traspare il fatto che su alcuni aspetti quali efficacia, rischi e finanziamento del vaccino, le informazioni sono ancora troppo confuse. CONCLUSIONI E' possibile affermare che l'infermiere è un professionista al quale è richiesto di agire in prima linea sul fronte della prevenzione e dell'informazione. Egli provvede a ciò mediante capacità comunicative e di counseling infermieristico, fornendo in tal modo il supporto necessario a fronteggiare la vasta gamma di aspetti psicosociali connessi alla malattia. Solo attraverso queste particolari competenze è possibile realizzare una relazione di aiuto efficace.
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