Le Autorità indipendenti si sono affermate anche in Italia, nell'ultimo ventennio, come uno dei principali strumenti di amministrazione in mano allo stato ¿regolatore¿: sulla loro nascita e sviluppo ha esercitato un'influenza determinante il diritto comunitario, con l'affermazione dei principi di tutela della concorrenza e mediante la liberalizzazione in determinati settori di attività economica, che ha assegnato loro funzioni di garanzia, di vigilanza e controllo, normative. Esse paiono oggi aver conquistato un proprio spazio all'interno del dialogo istituzionale e dei rapporti economico-sociali, nonostante non poche problematiche (analizzate nel primo capitolo) relative alla loro conformità alla Costituzione e al nostro ordinamento. Il presente lavoro si concentra sull'analisi dei poteri di regolazione esercitati dall'ANAC (Autorità nazionale anticorruzione), organo amministrativo inquadrabile sostanzialmente come Autorità di vigilanza e di regolazione in materia di appalti. Nel secondo capitolo si dà conto della nascita e dei successivi sviluppi dell'Autorità, della sua struttura, delle sue principali attribuzioni e funzioni assegnate dalle norme primarie. Nel terzo capitolo si esamina il potere di regolazione dell'ANAC, nonché le principali tipologie di atti emanati; particolare attenzione si pone alla delicata questione dell'effettività di tali regolazioni nei confronti dei destinatari e della giurisprudenza. Infine, nel quarto capitolo si analizza nel dettaglio un particolare atto normativo generale deliberato dall'Autorità nel 2012, il c.d. bando-tipo, che recepisce e definisce le novità introdotte dal d.l. 70/2011 in materia di tassatività delle cause di esclusione dalle gare d'appalto e in materia di soccorso istruttorio, al fine di assicurare la massima partecipazione dei concorrenti e di porre un freno alle esclusioni di partecipanti dovute ad inadempimenti meramente formali. In particolare si esaminano tali novelle in relazione ad uno degli istituti più dibattuti dell'intero Codice contratti: quello relativo alla presentazione e al contenuto della cauzione provvisoria, dando conto del contrasto sorto tra Autorità e giurisprudenza in tale ambito.
I POTERI DI REGOLAZIONE DELL'AUTORITÀ NAZIONALE ANTICORRUZIONE IN MATERIA DI CONTRATTI PUBBLICI
ALBANO, PAOLO
2013/2014
Abstract
Le Autorità indipendenti si sono affermate anche in Italia, nell'ultimo ventennio, come uno dei principali strumenti di amministrazione in mano allo stato ¿regolatore¿: sulla loro nascita e sviluppo ha esercitato un'influenza determinante il diritto comunitario, con l'affermazione dei principi di tutela della concorrenza e mediante la liberalizzazione in determinati settori di attività economica, che ha assegnato loro funzioni di garanzia, di vigilanza e controllo, normative. Esse paiono oggi aver conquistato un proprio spazio all'interno del dialogo istituzionale e dei rapporti economico-sociali, nonostante non poche problematiche (analizzate nel primo capitolo) relative alla loro conformità alla Costituzione e al nostro ordinamento. Il presente lavoro si concentra sull'analisi dei poteri di regolazione esercitati dall'ANAC (Autorità nazionale anticorruzione), organo amministrativo inquadrabile sostanzialmente come Autorità di vigilanza e di regolazione in materia di appalti. Nel secondo capitolo si dà conto della nascita e dei successivi sviluppi dell'Autorità, della sua struttura, delle sue principali attribuzioni e funzioni assegnate dalle norme primarie. Nel terzo capitolo si esamina il potere di regolazione dell'ANAC, nonché le principali tipologie di atti emanati; particolare attenzione si pone alla delicata questione dell'effettività di tali regolazioni nei confronti dei destinatari e della giurisprudenza. Infine, nel quarto capitolo si analizza nel dettaglio un particolare atto normativo generale deliberato dall'Autorità nel 2012, il c.d. bando-tipo, che recepisce e definisce le novità introdotte dal d.l. 70/2011 in materia di tassatività delle cause di esclusione dalle gare d'appalto e in materia di soccorso istruttorio, al fine di assicurare la massima partecipazione dei concorrenti e di porre un freno alle esclusioni di partecipanti dovute ad inadempimenti meramente formali. In particolare si esaminano tali novelle in relazione ad uno degli istituti più dibattuti dell'intero Codice contratti: quello relativo alla presentazione e al contenuto della cauzione provvisoria, dando conto del contrasto sorto tra Autorità e giurisprudenza in tale ambito.I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/65061