After an introduction designed to frame the historical context in which the debate on the Conquest of the New World begins, the thesis starts from the main feature with which any theory is forced to confront: the native peoples are to be considered masters of themselves ('domini'), or slaves by nature ('servi a natura')? Introducing the Aristotelian doctrine of natural slavery, which will accompany any debate on the issue, I develop Francisco de Vitoria's thought, that, in spite of the canonical tradition of that time, will consider the Natives as 'veri domini'. From this consideration, Vitoria was able to derive many innovative titles, identified as illegitimate for the Conquest of the New World. Nevertheless, if on the one hand Vitoria was able to discredit a tradition that seemed well-established for a long time, on the other hand, obviously because there was a strong pressure on him from the socio-political context, he could not refrain from soften his critique, developing at the same time also some legitimate reasons for the occupation in the New World. Considering what has been said, finally the thesis aims to answer how and whether it is possible to consider Francisco de Vitoria as the true founder of modern international law: with him certainly there was an innovation process, but it is clear that the doctrine developed by the theologian of Salamanca was still deeply far from universal conception of 'Communitas Totius Orbis' enounced by him.

Dopo un'introduzione atta a inquadrare il contesto storico in cui prende avvio il dibattito sulla 'Conquista' del Nuovo Mondo, l'elaborato parte dal fondamento principale con cui ogni teoria è costretta a misurarsi: gli indigeni sono da considerare veri signori, dunque padroni di se stessi ('domini'), o schiavi per natura ('servi a natura')? Introducendo così la dottrina aristotelica della schiavitù naturale, filo rosso che accompagnerà ogni dibattito sulla questione, sviluppo il pensiero di Francisco de Vitoria, il quale, a dispetto della tradizione canonica dell'epoca, finirà per considerare gli indios come 'veri domini'. Dalla cui formulazione Vitoria ha saputo far derivare tutta una serie di titoli innovativi, evidenziati come illegittimi alla 'Conquista' del Nuovo Mondo. Ciononostante, se da un lato Vitoria ha saputo mettere in discussione per la prima volta da un punto di vista teologico-filosofico una tradizione che pareva ormai consolidata da tempo, dall'altra, evidentemente sotto pressione per il contesto socio-politico in cui si trovava immerso, non è riuscito a esimersi dal smorzare la sua critica, elaborando allo stesso tempo anche motivazioni a favore dell'occupazione d'oltremare. Considerato dunque quanto esposto, la tesi punta infine a rispondere quanto e se sia possibile considerare Francisco de Vitoria come vero fondatore del diritto internazionale moderno: con lui un processo di innovazione senz'altro c'è stato e anzi il suo contributo si rivelerà in seguito fondamentale, ma è evidente come la dottrina elaborata dal teologo di Salamanca, in termini pratici, fosse ancora profondamente lontana dalla concezione universale della 'Communitas Totius Orbis' da lui stesso enunciata.

Francisco de Vitoria: la questione degli Indios e il rapporto con la guerra giusta

GOBBI, ANDREA
2013/2014

Abstract

Dopo un'introduzione atta a inquadrare il contesto storico in cui prende avvio il dibattito sulla 'Conquista' del Nuovo Mondo, l'elaborato parte dal fondamento principale con cui ogni teoria è costretta a misurarsi: gli indigeni sono da considerare veri signori, dunque padroni di se stessi ('domini'), o schiavi per natura ('servi a natura')? Introducendo così la dottrina aristotelica della schiavitù naturale, filo rosso che accompagnerà ogni dibattito sulla questione, sviluppo il pensiero di Francisco de Vitoria, il quale, a dispetto della tradizione canonica dell'epoca, finirà per considerare gli indios come 'veri domini'. Dalla cui formulazione Vitoria ha saputo far derivare tutta una serie di titoli innovativi, evidenziati come illegittimi alla 'Conquista' del Nuovo Mondo. Ciononostante, se da un lato Vitoria ha saputo mettere in discussione per la prima volta da un punto di vista teologico-filosofico una tradizione che pareva ormai consolidata da tempo, dall'altra, evidentemente sotto pressione per il contesto socio-politico in cui si trovava immerso, non è riuscito a esimersi dal smorzare la sua critica, elaborando allo stesso tempo anche motivazioni a favore dell'occupazione d'oltremare. Considerato dunque quanto esposto, la tesi punta infine a rispondere quanto e se sia possibile considerare Francisco de Vitoria come vero fondatore del diritto internazionale moderno: con lui un processo di innovazione senz'altro c'è stato e anzi il suo contributo si rivelerà in seguito fondamentale, ma è evidente come la dottrina elaborata dal teologo di Salamanca, in termini pratici, fosse ancora profondamente lontana dalla concezione universale della 'Communitas Totius Orbis' da lui stesso enunciata.
ITA
After an introduction designed to frame the historical context in which the debate on the Conquest of the New World begins, the thesis starts from the main feature with which any theory is forced to confront: the native peoples are to be considered masters of themselves ('domini'), or slaves by nature ('servi a natura')? Introducing the Aristotelian doctrine of natural slavery, which will accompany any debate on the issue, I develop Francisco de Vitoria's thought, that, in spite of the canonical tradition of that time, will consider the Natives as 'veri domini'. From this consideration, Vitoria was able to derive many innovative titles, identified as illegitimate for the Conquest of the New World. Nevertheless, if on the one hand Vitoria was able to discredit a tradition that seemed well-established for a long time, on the other hand, obviously because there was a strong pressure on him from the socio-political context, he could not refrain from soften his critique, developing at the same time also some legitimate reasons for the occupation in the New World. Considering what has been said, finally the thesis aims to answer how and whether it is possible to consider Francisco de Vitoria as the true founder of modern international law: with him certainly there was an innovation process, but it is clear that the doctrine developed by the theologian of Salamanca was still deeply far from universal conception of 'Communitas Totius Orbis' enounced by him.
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