Questo lavoro analizza il personaggio e il ruolo del re Erode, con particolare riguardo all'episodio della strage dei bambini di Betlemme, sia all'interno di Mt 2 che dal punto di vista dei Padri della Chiesa. L'obiettivo è quello di riconoscere i rapporti esistenti fra il cap. 2 di Matteo e il resto del Vangelo, in particolare il racconto della passione. Si sono inoltre volute individuare le possibili soluzioni di lettura e di interpretazione sia degli studiosi che dei Padri della Chiesa. Sono stati consultati commenti, studi specifici sui racconti dell'infanzia e voci di Dizionari. È stato analizzato tutto il cap. 2, sia nella struttura che nei singoli versetti. Successivamente, grazie agli Indici della Biblia Patristica, sono stati dedicati paragrafi particolari ad alcuni autori cristiani: di ognuno sono stati forniti pochi dati essenziali sulla vita e sulla produzione letteraria guardando piuttosto al carattere delle opere inerenti al racconto della strage dei bambini compiuta da Erode. I riferimenti patristici all'episodio di Matteo sono stati segnalati ad uno ad uno e contestualizzati; ogni passo significativo è stato riportato nella sua forma originaria a cui segue una traduzione in italiano. Si constata che nel racconto di Mt 2 la figura del re Erode ha una presenza rilevante e compare in modo significativo in tutti e quattro gli episodi fondamentali del capitolo (omaggio dei magi, fuga in Egitto, strage degli innocenti, ritorno dall'Egitto). Il massacro dei bambini di Betlemme occupa il posto centrale nella seconda parte del cap. 2 di Matteo. Sia Erode sia la strage degli innocenti hanno avuto una grande fortuna nella tradizione letteraria successiva che, soprattutto nei drammi sacri medievali, descrive questo personaggio come un re violento, senza scrupoli e crudele. L'eccidio betlemitico è interpretato dagli studiosi moderni come adempimento escatologico di eventi del passato e anticipazione del racconto della passione di Gesù: questo aspetto è già presente nei Padri della Chiesa che sottolineano come Erode anticipi con la sua persecuzione quella che Gesù subirà. Gli stessi autori cristiani sottolineano il glorioso destino che attende i bambini uccisi dal re: non con la parola, ma con il sangue, essi hanno potuto rendere testimonianza a Dio divenendo per la Chiesa primizia di tutti coloro che avrebbero poi versato il loro sangue per Cristo. È da loro riconosciuta la purezza di queste giovani vittime che - appena nate, mai esposte alle tentazioni del mondo e senza colpa - ricevono la corona del martirio. In particolare Agostino è il primo autore che usa specificatamente il termine innocentes per qualificare i piccoli uccisi da Erode. Unanimemente tutti i Padri della Chiesa sottolinenano che il martirio di questi bambini dimostra che tutti possono rendere testimonianza a Dio perché ogni età è considerata giusta ai Suoi occhi.

Erode e la strage dei bambini di Betlemme in Mt 2 e nei Padri della Chiesa (II-VI sec.)

INFANTE, LUCIA
2013/2014

Abstract

Questo lavoro analizza il personaggio e il ruolo del re Erode, con particolare riguardo all'episodio della strage dei bambini di Betlemme, sia all'interno di Mt 2 che dal punto di vista dei Padri della Chiesa. L'obiettivo è quello di riconoscere i rapporti esistenti fra il cap. 2 di Matteo e il resto del Vangelo, in particolare il racconto della passione. Si sono inoltre volute individuare le possibili soluzioni di lettura e di interpretazione sia degli studiosi che dei Padri della Chiesa. Sono stati consultati commenti, studi specifici sui racconti dell'infanzia e voci di Dizionari. È stato analizzato tutto il cap. 2, sia nella struttura che nei singoli versetti. Successivamente, grazie agli Indici della Biblia Patristica, sono stati dedicati paragrafi particolari ad alcuni autori cristiani: di ognuno sono stati forniti pochi dati essenziali sulla vita e sulla produzione letteraria guardando piuttosto al carattere delle opere inerenti al racconto della strage dei bambini compiuta da Erode. I riferimenti patristici all'episodio di Matteo sono stati segnalati ad uno ad uno e contestualizzati; ogni passo significativo è stato riportato nella sua forma originaria a cui segue una traduzione in italiano. Si constata che nel racconto di Mt 2 la figura del re Erode ha una presenza rilevante e compare in modo significativo in tutti e quattro gli episodi fondamentali del capitolo (omaggio dei magi, fuga in Egitto, strage degli innocenti, ritorno dall'Egitto). Il massacro dei bambini di Betlemme occupa il posto centrale nella seconda parte del cap. 2 di Matteo. Sia Erode sia la strage degli innocenti hanno avuto una grande fortuna nella tradizione letteraria successiva che, soprattutto nei drammi sacri medievali, descrive questo personaggio come un re violento, senza scrupoli e crudele. L'eccidio betlemitico è interpretato dagli studiosi moderni come adempimento escatologico di eventi del passato e anticipazione del racconto della passione di Gesù: questo aspetto è già presente nei Padri della Chiesa che sottolineano come Erode anticipi con la sua persecuzione quella che Gesù subirà. Gli stessi autori cristiani sottolineano il glorioso destino che attende i bambini uccisi dal re: non con la parola, ma con il sangue, essi hanno potuto rendere testimonianza a Dio divenendo per la Chiesa primizia di tutti coloro che avrebbero poi versato il loro sangue per Cristo. È da loro riconosciuta la purezza di queste giovani vittime che - appena nate, mai esposte alle tentazioni del mondo e senza colpa - ricevono la corona del martirio. In particolare Agostino è il primo autore che usa specificatamente il termine innocentes per qualificare i piccoli uccisi da Erode. Unanimemente tutti i Padri della Chiesa sottolinenano che il martirio di questi bambini dimostra che tutti possono rendere testimonianza a Dio perché ogni età è considerata giusta ai Suoi occhi.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/64946