The difficult peaceful coexistence between the dominion of law and freedom, leads the contemporary philosopher Roberto Esposito to question the twentieth-century philosophical tradition, to find in it a model of ontology-politics able to solve the deep crisis that characterizes the contemporary category of politics. To do so, he measures himself with the two most influential ontological-political paradigms in the continental philosophical debate, whose authors are: Martin Heidegger and Gilles Deleuze. The first outlines a disposing model towards action, aimed to invalidate the category of factuality and its technical escalation; the second – on the opposite side - configures a constituent model, where the perennial flow of reality creation ensures a continuous renewal of the organization forms. Both will prove themselves to be unable to establish a productive relationship with negation, the variable that most qualifies politics and institutions; that’s why – through the latin expression vitam instituere – Esposito investigates the genealogy of the relationship between institution and human life in the works of Machiavelli, Spinoza and Hegel. If the Florence’s Chancellor is the first author to imagine an instituting relationship with conflict by politicizing Roman legal categories; Spinoza recognizes the importance of social symbolism governed by a rational exercise of imagination. Hegel will place the process of institutionalization of life between the first and second nature, assigning to habit the role of mediator between the normative and freedom levels. This historical excursus will allow us to introduce the “instituting” paradigm that Esposito inaugurates, inspired by the work of Claude Lefort. The French philosopher – detaching himself from the theological-political horizon in which our language is inscribed – will recognize the value of conflict and its instituting scope, finding in democracy an emptiness of power functional to the renewal of political structures.

La difficile convivenza pacifica tra dominio del diritto e della libertà, porta il filosofo contemporaneo Roberto Esposito a interrogare la tradizione filosofica novecentesca, per trovare in essa un modello di ontologia-politica in grado di risolvere la crisi profonda che caratterizza la categoria di politico contemporanea. Per farlo si misura con i due paradigmi ontologico-politici più influenti nel dibattito filosofico continentale, che vedono come autori: Martin Heidegger e Gilles Deleuze. Il primo delinea un modello destituente nei confronti dell’azione, volto a disattivare la categoria di fattualità e la sua deriva tecnica; il secondo – polarizzandosi al suo opposto – configura un modello costituente, nel quale il perenne flusso di creazione del reale, assicura un rinnovamento continuo delle forme di organizzazione. Entrambi si riveleranno inadatti ad instaurare un rapporto produttivo con la negazione, la variabile che più qualifica la politica e le istituzioni in cui essa si articola; motivo per cui – attraverso il lemma latino vitam instituere – Esposito indaga la genealogia del rapporto tra istituzione e la vita umana nelle produzioni di Macchiavelli, Spinoza e Hegel. Se il Cancelliere fiorentino è il primo autore a immaginare un rapporto istituente con il conflitto: politicizzando le categorie giuridiche romane; Spinoza riconosce la portata del simbolismo sociale, retto da un razionale esercizio dell’immaginazione. Hegel situerà il processo di istituzionalizzazione della vita tra la prima e la seconda natura, attribuendo all’abitudine il ruolo di mediatrice tra piano normativo e della libertà. Questo excursus storico permetterà di introdurre il paradigma “istituente” che Esposito inaugura, ispirato alla produzione del filosofo francese Claude Lefort. Egli – distaccandosi dall’orizzonte teologico-politico in cui è inscritto il nostro linguaggio – riconoscerà il valore del conflitto e la sua portata istituente, trovando nella democrazia quel vuoto di potere funzionale al rinnovamento degli assetti politici.

Negazione, politica, istituzione: la svolta istituente in Roberto Esposito.

BERETTA, FRANCESCO
2023/2024

Abstract

La difficile convivenza pacifica tra dominio del diritto e della libertà, porta il filosofo contemporaneo Roberto Esposito a interrogare la tradizione filosofica novecentesca, per trovare in essa un modello di ontologia-politica in grado di risolvere la crisi profonda che caratterizza la categoria di politico contemporanea. Per farlo si misura con i due paradigmi ontologico-politici più influenti nel dibattito filosofico continentale, che vedono come autori: Martin Heidegger e Gilles Deleuze. Il primo delinea un modello destituente nei confronti dell’azione, volto a disattivare la categoria di fattualità e la sua deriva tecnica; il secondo – polarizzandosi al suo opposto – configura un modello costituente, nel quale il perenne flusso di creazione del reale, assicura un rinnovamento continuo delle forme di organizzazione. Entrambi si riveleranno inadatti ad instaurare un rapporto produttivo con la negazione, la variabile che più qualifica la politica e le istituzioni in cui essa si articola; motivo per cui – attraverso il lemma latino vitam instituere – Esposito indaga la genealogia del rapporto tra istituzione e la vita umana nelle produzioni di Macchiavelli, Spinoza e Hegel. Se il Cancelliere fiorentino è il primo autore a immaginare un rapporto istituente con il conflitto: politicizzando le categorie giuridiche romane; Spinoza riconosce la portata del simbolismo sociale, retto da un razionale esercizio dell’immaginazione. Hegel situerà il processo di istituzionalizzazione della vita tra la prima e la seconda natura, attribuendo all’abitudine il ruolo di mediatrice tra piano normativo e della libertà. Questo excursus storico permetterà di introdurre il paradigma “istituente” che Esposito inaugura, ispirato alla produzione del filosofo francese Claude Lefort. Egli – distaccandosi dall’orizzonte teologico-politico in cui è inscritto il nostro linguaggio – riconoscerà il valore del conflitto e la sua portata istituente, trovando nella democrazia quel vuoto di potere funzionale al rinnovamento degli assetti politici.
Negation, Politics, Institution: The Institutional Turn in Roberto Esposito.
The difficult peaceful coexistence between the dominion of law and freedom, leads the contemporary philosopher Roberto Esposito to question the twentieth-century philosophical tradition, to find in it a model of ontology-politics able to solve the deep crisis that characterizes the contemporary category of politics. To do so, he measures himself with the two most influential ontological-political paradigms in the continental philosophical debate, whose authors are: Martin Heidegger and Gilles Deleuze. The first outlines a disposing model towards action, aimed to invalidate the category of factuality and its technical escalation; the second – on the opposite side - configures a constituent model, where the perennial flow of reality creation ensures a continuous renewal of the organization forms. Both will prove themselves to be unable to establish a productive relationship with negation, the variable that most qualifies politics and institutions; that’s why – through the latin expression vitam instituere – Esposito investigates the genealogy of the relationship between institution and human life in the works of Machiavelli, Spinoza and Hegel. If the Florence’s Chancellor is the first author to imagine an instituting relationship with conflict by politicizing Roman legal categories; Spinoza recognizes the importance of social symbolism governed by a rational exercise of imagination. Hegel will place the process of institutionalization of life between the first and second nature, assigning to habit the role of mediator between the normative and freedom levels. This historical excursus will allow us to introduce the “instituting” paradigm that Esposito inaugurates, inspired by the work of Claude Lefort. The French philosopher – detaching himself from the theological-political horizon in which our language is inscribed – will recognize the value of conflict and its instituting scope, finding in democracy an emptiness of power functional to the renewal of political structures.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/6494