Controllo dell'invasione arbustiva nel Parco Naturale Val Troncea tramite pratiche pastorali: effetti sulle fitocenosi nel medio termine.

After Second World War the decrease in the population caused a decline of agro-forestry-pastoral activities on the Alps, firstly on the most marginal areas, and later on many other surfaces, especially in the Italian southwestern Alps. The decline of human activities produced a marked reduction in the extension of mountain surfaces occupied by pastures and a decrease in forage yield and pastoral value. Linked to this process is the encroachment of pastures by tree and shrub species. In this work, this process is analysed within the Val Troncea Natural Park, where the shrub cover increased from 2% to 18% of the total area in the last three decades (i.e. from 1982 to 2011). Two pastoral practices aimed at containing the shrub encroachment have been considered: the placement of temporary night camp areas (TNCA) and the strategic placement of mineral mix supplements (MMS). With the first practice cattle were usually confined on a small area for two / three nights on shrub-encroached areas. Instead, with the second practice animals were attracted on steep and shrub-encroached areas by MMS. Each treatment area was associated with a control area having similar vegetation and ecological characteristics in order to make a comparison of the effects produced on vegetation by animal grazing and trampling. After the implementation of these practices, the effects produced on vegetation have been evaluated along a period of three years. In particular, we assessed the effects produced on the structure and composition of the vegetation, on biodiversity indices, forage pastoral value and Landolt nitrogen (N) index. Positive effects on the structure of the vegetation were assessed, with an increase of the height of herbaceous species, of the bare ground and herbaceous species cover and a decrease of shrubs species. Specific composition of the vegetation changed too, with an increase of mesotrophic, and eutrophic herbaceous species functional groups, and an improvement of site soil fertility. The most marked changes were actually noticed in mesotrophic species, especially on Poa Chaixii Vill. Species biodiversity and forage pastoral value increased along time with the recovery of the herbaceous vegetation, with positive implications on the natural value and herbage productivity of the areas. A comparison between the two practices was performed in order to analyse both the differences in management variables (e.g. costs, feasibility) and in the effects produced on the recovery of the vegetation. TNCA are more effective than MMS in terms of vegetation changes and recovered area: the extent of the recovered areas was much wider in TNCA (ten times wider) than in MMS. The cumulative effect produced by all the pastoral practices performed during the last five years (2010 to 2014) in the Val Troncea restored an area of 3,3 ha. This area could be considered limited if compared to the total shrub-encroached area within the Park, but the effect produced by the implementation of pastoral practices combined with Pastoral Plans increased cattle use of other traditionally undergrazed and shrub-encroached areas. This result could be worth of mention for the preservation of alpine and subalpine pastures in the medium and long-term.

Lo spopolamento delle Alpi, soprattutto dopo la seconda guerra mondiale, ha causato un declino delle attività agro-pastorali, prima nelle aree più marginali, poi in modo più diffuso soprattutto nell'area sud occidentale dell'arco alpino italiano. La riduzione delle attività umane ha quindi causato un marcato decremento delle superfici montane adibite a pascolo, della produttività e del valore delle risorse foraggere. Il fenomeno più rappresentativo di questo processo è l'invasione dei pascoli ad opera di alberi ed arbusti. In questo lavoro, viene analizzato questo processo nel Parco Naturale Val Troncea, dove tra il 1982 e il 2011 la copertura arbustiva è aumentata dal 2% al 18% della superficie totale. Per contenere l'invasione arbustiva sono quindi state applicate due pratiche pastorali legate al pascolamento bovino: la collocazione di mandrature e il posizionamento strategico di punti di integrazione salina (punti sale). La prima pratica consiste nel far pernottare gli animali su un'area ridotta interessata da invasione arbustiva per due/tre notti, mentre la seconda nell'attirare gli animali in aree arbustate e acclivi posizionando blocchi per l'integrazione salina solitamente apprezzati dagli animali. Le pratiche sono state applicate in quattro siti ciascuna e, per valutare gli effetti, per ciascun'area trattata è stato individuato un sito di controllo, simile per caratteristiche vegetazionali ed ecologiche. Per un periodo di tre anni successivi all'intervento son stati valutati gli effetti sulla struttura e sulla composizione della vegetazione, sugli indici di biodiversità, sul valore pastorale e sul livello di nutrizione azotata del suolo (stimato con l'indice di N di Landolt). La struttura della vegetazione si è modificata favorevolmente, con un aumento dell'altezza delle specie erbacee e della loro copertura, della percentuale di suolo nudo e una diminuzione della copertura di specie arbustive. Riguardo alla composizione specifica, le specie arbustive sono state spesso sostituite da specie erbacee mesotrofiche (in particolar modo Poa chaixii Vill.) ed eutrofiche, si è inoltre osservato un generale miglioramento della fertilità del suolo. Anche la biodiversità ed il valore pastorale hanno mostrato un andamento crescente nel corso degli anni con risvolti positivi sul valore naturalistico e sulla produttività foraggera delle aree. Le due pratiche pastorali sono state successivamente confrontate tra loro per mettere in luce le differenze a livello di gestione e di effetti ottenuti con particolare riguardo alla fattibilità degli interventi e ai costi. Le mandrature producono effetti migliori rispetto ai punti sale in termini di cambiamenti indotti nella vegetazione e sulla superficie recuperata, in particolare la superficie su cui è possibile rilevare effetti è circa dieci volte maggiore. Se si considerano, per l'intero territorio del Parco, gli effetti derivanti dall'applicazione di entrambe le tecniche nel recupero dei pascoli invasi, realizzate negli ultimi cinque anni (2010 - 2014), l'area totale recuperata è stata di 3,3 ha. Questa superficie può apparire ridotta se considerata rispetto all'area arbustata presente nel Parco, ma l'effetto prodotto dall'implementazione delle pratiche pastorali congiuntamente all'applicazione di piani pastorali ha inoltre aumentato la frequentazione animale del complesso di superfici tradizionalmente sottoutilizzate, risultato che nel lungo periodo potrebbe conservare le cenosi erbacee presenti.