La caduta di Mussolini e la costituzione del governo Badoglio non porteranno, com'è ben noto, al ripristino della libertà, soprattutto per il timore, da un lato, di una possibile resistenza dei fascisti e, dall'altro, di moti rivoluzionari da parte dei movimenti antifascisti. Nell'Italia del 1943 il controllo dei mass media, fino al crollo del 25 luglio, è rinforzato dalla natura del regime fascista, che per i sui caratteri totalitari fa del controllo dell'informazione un normale strumento di esercizio di potere attraverso le veline e le indicazioni che quotidianamente vengono trasmesse alle radio e ai giornali sui temi da trattare o da ignorare e manipolando tramite la propaganda la percezione della propria realtà o di quella degli avversari. La caduta del regime fascista il 25 luglio non modifica sostanzialmente né gli strumenti di controllo della comunicazione pubblica, né le forme con cui viene esercitato il controllo stesso. Il presente elaborato nasce con l'intento di verificare, tramite la lettura e l'analisi di alcuni quotidiani dei ¿quarantacinque giorni¿, l'effettiva continuità di elementi di manipolazione dell'informazione e di conseguenza l'impossibilità di poter aprire un dibattito pubblico atto a formare un clima d'opinione fondato su notizie e fatti realmente accaduti. Verrà proposto un percorso narrativo, formato da articoli di giornale dei quotidiani «Corriere della sera», «La Stampa», «Gazzetta del popolo» e «Il Messaggero», capace di riassumere il contributo dato dalla stampa, alla formazione dell'opinione pubblica durante il periodo considerato.
COMUNICARE LA CADUTA DI UN REGIME La stampa italiana dei 45 giorni di Badoglio
CERUTTI, FRANCESCO
2013/2014
Abstract
La caduta di Mussolini e la costituzione del governo Badoglio non porteranno, com'è ben noto, al ripristino della libertà, soprattutto per il timore, da un lato, di una possibile resistenza dei fascisti e, dall'altro, di moti rivoluzionari da parte dei movimenti antifascisti. Nell'Italia del 1943 il controllo dei mass media, fino al crollo del 25 luglio, è rinforzato dalla natura del regime fascista, che per i sui caratteri totalitari fa del controllo dell'informazione un normale strumento di esercizio di potere attraverso le veline e le indicazioni che quotidianamente vengono trasmesse alle radio e ai giornali sui temi da trattare o da ignorare e manipolando tramite la propaganda la percezione della propria realtà o di quella degli avversari. La caduta del regime fascista il 25 luglio non modifica sostanzialmente né gli strumenti di controllo della comunicazione pubblica, né le forme con cui viene esercitato il controllo stesso. Il presente elaborato nasce con l'intento di verificare, tramite la lettura e l'analisi di alcuni quotidiani dei ¿quarantacinque giorni¿, l'effettiva continuità di elementi di manipolazione dell'informazione e di conseguenza l'impossibilità di poter aprire un dibattito pubblico atto a formare un clima d'opinione fondato su notizie e fatti realmente accaduti. Verrà proposto un percorso narrativo, formato da articoli di giornale dei quotidiani «Corriere della sera», «La Stampa», «Gazzetta del popolo» e «Il Messaggero», capace di riassumere il contributo dato dalla stampa, alla formazione dell'opinione pubblica durante il periodo considerato.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/64792