In questo lavoro si analizza il rapporto tra filosofia e sociologia ne La struttura dell'azione sociale di Parsons. Nell'opera Parsons elabora la concezione volontaristica dell'azione partendo dalla critica dell'utilitarismo. Questa corrente filosofica rappresenta il primo tentativo di interpretare l'agire umano; tuttavia, secondo il sociologo, è necessario fare un salto in avanti e lasciarsi alle spalle le categorie economiche per individuarne di nuove, specificamente afferenti alla scienza sociologica. Egli procede, pertanto, ad un'analisi empirica delle opere di Marshall, Pareto, Durkheim e Weber ¿ quattro pensatori ritenuti significativi ¿ fino a individuare una loro matrice comune. Tale matrice comune contiene in nuce la teoria volontaristica dell'azione sociale. In questo lavoro non si è cercato tanto di approfondire lo studio di questi quattro autori e il loro accordarsi o meno con il sistema presentato dal sociologo, quanto piuttosto di indagare gli aspetti metodologici e sociologici che ne sono alla base. Parsons elabora una nuova mappa concettuale che permette di dare un senso sociologico al reale e, allo stesso tempo, che colori la scienza sociologica di universalità e necessità. Nel far questo, il lavoro di Talcott Parsons appare come un tentativo, da un punto di vista epistemologico e metodologico, di coniugare il criticismo kantiano e il realismo whiteheadiano. Da un lato decide di impostare la sua indagine con un diverso approccio critico, che attribuisce al ricercatore il compito di ordinare la realtà secondo le categorie epistemologiche pertinenti. Dall'altro lato, egli giunge a formulare queste categorie attraverso un processo si astrazione che muove dal fatto empirico.
Il rapporto tra filosofia e sociologia ne La struttura dell'azione sociale di Talcott Parsons
CLERICO, BARBARA
2013/2014
Abstract
In questo lavoro si analizza il rapporto tra filosofia e sociologia ne La struttura dell'azione sociale di Parsons. Nell'opera Parsons elabora la concezione volontaristica dell'azione partendo dalla critica dell'utilitarismo. Questa corrente filosofica rappresenta il primo tentativo di interpretare l'agire umano; tuttavia, secondo il sociologo, è necessario fare un salto in avanti e lasciarsi alle spalle le categorie economiche per individuarne di nuove, specificamente afferenti alla scienza sociologica. Egli procede, pertanto, ad un'analisi empirica delle opere di Marshall, Pareto, Durkheim e Weber ¿ quattro pensatori ritenuti significativi ¿ fino a individuare una loro matrice comune. Tale matrice comune contiene in nuce la teoria volontaristica dell'azione sociale. In questo lavoro non si è cercato tanto di approfondire lo studio di questi quattro autori e il loro accordarsi o meno con il sistema presentato dal sociologo, quanto piuttosto di indagare gli aspetti metodologici e sociologici che ne sono alla base. Parsons elabora una nuova mappa concettuale che permette di dare un senso sociologico al reale e, allo stesso tempo, che colori la scienza sociologica di universalità e necessità. Nel far questo, il lavoro di Talcott Parsons appare come un tentativo, da un punto di vista epistemologico e metodologico, di coniugare il criticismo kantiano e il realismo whiteheadiano. Da un lato decide di impostare la sua indagine con un diverso approccio critico, che attribuisce al ricercatore il compito di ordinare la realtà secondo le categorie epistemologiche pertinenti. Dall'altro lato, egli giunge a formulare queste categorie attraverso un processo si astrazione che muove dal fatto empirico.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/64676