Ancora studentessa di psicologia, ho iniziato a lavorare come operatore nel complesso e attraente campo della psichiatria, all'interno di realtà che si occupano di riabilitazione psichiatrica e dell'abitare supportato. Questa tesi è, quindi, un'opportunità di approfondimento e riflessione sulle premesse teoriche del mio lavoro e una sistematizzazione dell'interesse che ho avuto la fortuna di sperimentare, praticamente, verso la psichiatria. Attraverso il mio lavoro illustro ciò che è accaduto negli anni, dalla nascita del paradigma manicomiale a oggi, presentando le alternative che i Servizi di Salute Mentale e la comunità hanno messo e mettono a disposizione delle persone con disagio psichico per rispondere ai loro bisogni non solo di cura, ma anche di casa, lavoro e socialità. Più di trent'anni di storia della psichiatria, dai processi di deistituzionalizzazione più significativi ai programmi di riabilitazione che, oggi, si cercano di attuare, hanno come denominatore comune il ritorno della persona con disagio psichico alla vita nella comunità e la costruzione di un sistema di servizi di comunità, cioè di servizi che le permettano di riacquisire il suo ruolo di cittadino. Partendo dal manicomio, passando attraverso la legge 180 e il processo di deistituzionalizzazione e arrivando ai modelli della riabilitazione psichiatrica e dell'abitare supportato, si può assistere alla trasformazione della persona con disagio psichico, da paziente a cittadino, da malato di mente a persona nella sua completezza, non semplicemente portatore di un male inspiegabile e incomprensibile, ma soggetto nella comunità con diritti e doveri. Il soggetto riesce a togliersi i panni della follia e inizia, pian piano, a entrare nella società e a viverla, non senza fatiche e criticità. Insieme alla persona cambiano anche le pratiche di cura, dal contenimento dell'Ospedale Psichiatrico, a quel supporto alla vita quotidiana di cui tutti, alla fine, abbiamo bisogno in quanto nodi di reti relazionali. Ci si auspica, quindi, che l'intervento riabilitativo, all'interno di linee generali di deistituzionalizzazione, si faccia spazio all'interno della tradizionale pratica psichiatrica incentrata sul sintomo e sulla terapia, perchè si possa aiutare la persona a vivere in maniera soddisfacente e dignitosa, nonostante i limiti imposti dalla disabilità, e perché si impari a comprendere i suoi bisogni e a diversificare i servizi offerti in base a questi. I servizi di salute mentale e la comunità stessa devono essere promotori di una cultura dell'integrazione, devono rimuovere ogni forma di stigmatizzazione e devono favorire i diritti di cittadinanza delle persone con disagio psichico; solo così si può creare un Sistema di Servizi per la Salute Mentale in cui DSM, comunità e utenti collaborano alla creazione di un nuovo modo di fare assistenza. La nuova cultura della salute mentale considera i contesti di vita comunitari come fondamentali nel processo riabilitativo; è la stessa comunità a cambiare, ad aprirsi alla possibilità di modificarsi e a collaborare per essere elemento vantaggioso per la persona con disagio psichico.
DAL MANICOMIO ALLA DEISTITUZIONALIZZAZIONE, DALLA DEISTITUZIONALIZZAZIONE ALLA RIABILITAZIONE. UN CAMMINO ATTRAVERSO LE PRATICHE DI CURA
GARGIULO, ILEANA
2013/2014
Abstract
Ancora studentessa di psicologia, ho iniziato a lavorare come operatore nel complesso e attraente campo della psichiatria, all'interno di realtà che si occupano di riabilitazione psichiatrica e dell'abitare supportato. Questa tesi è, quindi, un'opportunità di approfondimento e riflessione sulle premesse teoriche del mio lavoro e una sistematizzazione dell'interesse che ho avuto la fortuna di sperimentare, praticamente, verso la psichiatria. Attraverso il mio lavoro illustro ciò che è accaduto negli anni, dalla nascita del paradigma manicomiale a oggi, presentando le alternative che i Servizi di Salute Mentale e la comunità hanno messo e mettono a disposizione delle persone con disagio psichico per rispondere ai loro bisogni non solo di cura, ma anche di casa, lavoro e socialità. Più di trent'anni di storia della psichiatria, dai processi di deistituzionalizzazione più significativi ai programmi di riabilitazione che, oggi, si cercano di attuare, hanno come denominatore comune il ritorno della persona con disagio psichico alla vita nella comunità e la costruzione di un sistema di servizi di comunità, cioè di servizi che le permettano di riacquisire il suo ruolo di cittadino. Partendo dal manicomio, passando attraverso la legge 180 e il processo di deistituzionalizzazione e arrivando ai modelli della riabilitazione psichiatrica e dell'abitare supportato, si può assistere alla trasformazione della persona con disagio psichico, da paziente a cittadino, da malato di mente a persona nella sua completezza, non semplicemente portatore di un male inspiegabile e incomprensibile, ma soggetto nella comunità con diritti e doveri. Il soggetto riesce a togliersi i panni della follia e inizia, pian piano, a entrare nella società e a viverla, non senza fatiche e criticità. Insieme alla persona cambiano anche le pratiche di cura, dal contenimento dell'Ospedale Psichiatrico, a quel supporto alla vita quotidiana di cui tutti, alla fine, abbiamo bisogno in quanto nodi di reti relazionali. Ci si auspica, quindi, che l'intervento riabilitativo, all'interno di linee generali di deistituzionalizzazione, si faccia spazio all'interno della tradizionale pratica psichiatrica incentrata sul sintomo e sulla terapia, perchè si possa aiutare la persona a vivere in maniera soddisfacente e dignitosa, nonostante i limiti imposti dalla disabilità, e perché si impari a comprendere i suoi bisogni e a diversificare i servizi offerti in base a questi. I servizi di salute mentale e la comunità stessa devono essere promotori di una cultura dell'integrazione, devono rimuovere ogni forma di stigmatizzazione e devono favorire i diritti di cittadinanza delle persone con disagio psichico; solo così si può creare un Sistema di Servizi per la Salute Mentale in cui DSM, comunità e utenti collaborano alla creazione di un nuovo modo di fare assistenza. La nuova cultura della salute mentale considera i contesti di vita comunitari come fondamentali nel processo riabilitativo; è la stessa comunità a cambiare, ad aprirsi alla possibilità di modificarsi e a collaborare per essere elemento vantaggioso per la persona con disagio psichico.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/64548