Nella storia italiana la famiglia ha sempre svolto un ruolo importante per la società. Essa ha subito negli anni trasformazioni significative ma inevitabili, a queste tuttavia non sono seguite delle politiche adeguate. Nell'arco dei secoli si è visti passare dalle famiglie allargate nel quale convivevano più gradi di parentela (spesso moglie e marito con i figli nonchè i propri genitori), per arrivare alla famiglia nucleare moderna. Per tutto i secoli passati dunque il concetto di famiglia è stato pressochè continuativo per quanto riguardava i ruoli di genere, e le dinamiche di formazione della coppia. Certo non si può negare che vi siano state forti differenze territoriali e di ceto, ma sostanzialmente si sono visti lenti e graduali mutamenti. A partire dagli anni Cinquanta del novecento però il concetto di famiglia è iniziato a cambiare radicalmente, a partire dal ruolo della donna che è andata via via emancipandosi. Importante è stata la sempre più frequente sua partecipazione nel mondo del lavoro, portando così la donna ad essere sempre più indipendente dalla figura del marito. L'uomo e la donna diventano quindi uguali sul piano dei valori e dei diritti e diventano ambedue interessati nei compiti familiari e di cura della prole. Tutto questo non senza conseguenze per la coppia e per gli equilibri familiari. Innanzitutto il desiderio di affermarsi nel mondo del lavoro da parte della donna, ha portato alla nascita di famiglie con pochi figli con un drastico calo delle nascite. Si tratta spesso di scelte dettate dalle esigenze economiche e dall'impossibilità di dedicare gran parte del proprio tempo alla famiglia, in una società dai ritmi frenetici e che richiede sempre maggior flessibilità nel lavoro; una società, poi, che valorizza la carriera e gli interessi personali sopra di tutto.

Bisogni socioculturali delle famiglie

SPALLITTA, BENEDETTA
2013/2014

Abstract

Nella storia italiana la famiglia ha sempre svolto un ruolo importante per la società. Essa ha subito negli anni trasformazioni significative ma inevitabili, a queste tuttavia non sono seguite delle politiche adeguate. Nell'arco dei secoli si è visti passare dalle famiglie allargate nel quale convivevano più gradi di parentela (spesso moglie e marito con i figli nonchè i propri genitori), per arrivare alla famiglia nucleare moderna. Per tutto i secoli passati dunque il concetto di famiglia è stato pressochè continuativo per quanto riguardava i ruoli di genere, e le dinamiche di formazione della coppia. Certo non si può negare che vi siano state forti differenze territoriali e di ceto, ma sostanzialmente si sono visti lenti e graduali mutamenti. A partire dagli anni Cinquanta del novecento però il concetto di famiglia è iniziato a cambiare radicalmente, a partire dal ruolo della donna che è andata via via emancipandosi. Importante è stata la sempre più frequente sua partecipazione nel mondo del lavoro, portando così la donna ad essere sempre più indipendente dalla figura del marito. L'uomo e la donna diventano quindi uguali sul piano dei valori e dei diritti e diventano ambedue interessati nei compiti familiari e di cura della prole. Tutto questo non senza conseguenze per la coppia e per gli equilibri familiari. Innanzitutto il desiderio di affermarsi nel mondo del lavoro da parte della donna, ha portato alla nascita di famiglie con pochi figli con un drastico calo delle nascite. Si tratta spesso di scelte dettate dalle esigenze economiche e dall'impossibilità di dedicare gran parte del proprio tempo alla famiglia, in una società dai ritmi frenetici e che richiede sempre maggior flessibilità nel lavoro; una società, poi, che valorizza la carriera e gli interessi personali sopra di tutto.
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