ABSTRACT Introduzione: L'infezione delle vie urinarie conseguente a cateterismo vescicale rappresenta l'infezione ospedaliera più rilevante in Italia. L'impianto di protesi totale d'anca (PTA), dovuto principalmente alla coxartrosi, è un intervento in aumento nel nostro Paese. Attualmente vengono cateterizzati tutti i pazienti sottoposti a PTA, tecnica che può causare infezioni alla vie urinarie, la riduzione della stessa può favorire un miglioramento della qualità assistenziale e una riduzione della spesa sanitaria. Obiettivo: Questa tesi vuole indagare la possibilità di ridurre i cateterismi vescicali nei pazienti sottoposti a PTA mediante la selezione e suddivisione dei soggetti a rischio di ritenzione urinaria, ovvero verificare la percentuale di cateterismi estemporanei post operatori nei soggetti non ritenuti a rischio e quindi non cateterizzati in modo routinario. Materiali e metodi: Lo studio si è svolto presso l'Ortopedia del San luigi di Orbassano, nel periodo dal 28 Marzo 2013 al 29 Ottobre 2013. Sono stati eseguiti 149 interventi i pazienti inclusi nello studio sono stati50, di cui 21 uomini e 29 donne sottoposti a intervento di PTA in anestesia spinale o generale con età compresa tra 14 e 79 anni. Tramite una scheda di raccolta dati si sono valutati i casi di ritenzione urinaria e incontinenza nel campione selezionato, il ricorso a cateterizzazione e il tipo di presidio utilizzato. Risultati: La ricerca ha dimostrato che è possibile eseguire l'intervento di impianto PTA senza ricorrere all'uso del cv, nonostante una percentuale minima del campione abbia manifestato complicanze quali ritenzione urinaria e incontinenza, 43 pazienti su 50 non sono stati cateterizzati. Si sono verificati 7 casi di ritenzione urinaria e 3 di incontinenza. A 6 pazienti è stata eseguita una cateterizzazione estemporanea, ad 1 paziente è stato necessario applicare il catetere a permanenza. Discussione: La ricerca dovrebbe essere ampliata al fine di poter ottenere un campione statisticamente rilevante, tuttavia i risultati sono confortanti. Si è confermato quanto rilevato in letteratura circa la necessità di ridurre le standardizzazioni nelle procedure infermieristiche. L'ostacolo principale è stata la difficoltà di coinvolgimento delle varie figure professionali nei servizi, in quanto cambiare le abitudini assodate da lunga data, richiede un progetto specifico di partecipazione di molti operatori. Per quanto riguarda i pazienti non sono state riscontrate difficoltà nell'accettare la decisione dei sanitari anzi molti hanno accolto la proposta positivamente sapendo di ridurre i traumatismi possibili.

STUDIO PROSPETTICO SUL RICORSO AL CATETERISMO A PERMANENZA O ESTEMPORANEO IN PAZIENTI SOTTOPOSTI A PTA.

MORELLO OBERTI, VALENTINA
2013/2014

Abstract

ABSTRACT Introduzione: L'infezione delle vie urinarie conseguente a cateterismo vescicale rappresenta l'infezione ospedaliera più rilevante in Italia. L'impianto di protesi totale d'anca (PTA), dovuto principalmente alla coxartrosi, è un intervento in aumento nel nostro Paese. Attualmente vengono cateterizzati tutti i pazienti sottoposti a PTA, tecnica che può causare infezioni alla vie urinarie, la riduzione della stessa può favorire un miglioramento della qualità assistenziale e una riduzione della spesa sanitaria. Obiettivo: Questa tesi vuole indagare la possibilità di ridurre i cateterismi vescicali nei pazienti sottoposti a PTA mediante la selezione e suddivisione dei soggetti a rischio di ritenzione urinaria, ovvero verificare la percentuale di cateterismi estemporanei post operatori nei soggetti non ritenuti a rischio e quindi non cateterizzati in modo routinario. Materiali e metodi: Lo studio si è svolto presso l'Ortopedia del San luigi di Orbassano, nel periodo dal 28 Marzo 2013 al 29 Ottobre 2013. Sono stati eseguiti 149 interventi i pazienti inclusi nello studio sono stati50, di cui 21 uomini e 29 donne sottoposti a intervento di PTA in anestesia spinale o generale con età compresa tra 14 e 79 anni. Tramite una scheda di raccolta dati si sono valutati i casi di ritenzione urinaria e incontinenza nel campione selezionato, il ricorso a cateterizzazione e il tipo di presidio utilizzato. Risultati: La ricerca ha dimostrato che è possibile eseguire l'intervento di impianto PTA senza ricorrere all'uso del cv, nonostante una percentuale minima del campione abbia manifestato complicanze quali ritenzione urinaria e incontinenza, 43 pazienti su 50 non sono stati cateterizzati. Si sono verificati 7 casi di ritenzione urinaria e 3 di incontinenza. A 6 pazienti è stata eseguita una cateterizzazione estemporanea, ad 1 paziente è stato necessario applicare il catetere a permanenza. Discussione: La ricerca dovrebbe essere ampliata al fine di poter ottenere un campione statisticamente rilevante, tuttavia i risultati sono confortanti. Si è confermato quanto rilevato in letteratura circa la necessità di ridurre le standardizzazioni nelle procedure infermieristiche. L'ostacolo principale è stata la difficoltà di coinvolgimento delle varie figure professionali nei servizi, in quanto cambiare le abitudini assodate da lunga data, richiede un progetto specifico di partecipazione di molti operatori. Per quanto riguarda i pazienti non sono state riscontrate difficoltà nell'accettare la decisione dei sanitari anzi molti hanno accolto la proposta positivamente sapendo di ridurre i traumatismi possibili.
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