Con un'area coltivata pari all'11% della superficie viticola nazionale, il vitigno Sangiovese rappresenta la varietà più coltivata in Italia e fra le più diffuse al mondo. Il numero dei lavori di ricerca che si occupano dell'influenza degli elementi pedo-climatici sull'espressione quali-quantitativa della vite è estremamente vasto. Fra i fattori che più incidono sul risultato produttivo si annoverano la radiazione solare, il tipo di suolo e l'approvvigionamento idrico. Il Sangiovese, definito nel corso di numerose prove sperimentali come un vitigno altamente reattivo alla variabilità pedo-climatica, si configura come una varietà ottimale per l'approfondimento e la caratterizzazione dei complessi rapporti fra genotipo e ambiente. L' evoluzione del comparto vitivinicolo richiede oggi uno studio minuzioso delle relazioni fra vitigno e territorio finalizzato alla tipicizzazione dei prodotti, obiettivo ambito sia per il il miglioramento qualitativo delle produzioni che per il loro incremento di appeal sul mercato. Il presente lavoro, sfruttando la trentennale collaborazione fra l'azienda Banfi e il dipartimento di produzioni vegetali dell'Università di Milano, è stato svolto nella DOCG Brunello di Montalcino (Siena) nell'annata 2013. All'interno della superficie aziendale sono stati selezionati venti vigneti con l'intento di identificare i differenti profili di maturazione delle bacche in relazione al tipo di suolo e all'espressione vegetativa dei vigneti. I rilievi agronomici e le determinazioni analitiche hanno evidenziato un'elevata variabilità nel potenziale produttivo dei vigneti offrendo un esempio significativo dei complessi legami che intercorrono fra le potenzialità produttive delle vite e l'ambiente circostante. Fra i molti parametri analizzati particolare attenzione è stata rivolta all'accumulo degli antociani per kg d'uva. Tale valore si è rivelato dipendente più dalla capacità di sintesi riferita all'unità di peso della buccia che dal rapporto Buccia-Bacca. Sfruttando la disposizione dei medesimi dati relativi alla precedente annata 2012 è stato possibile inoltre effettuare i primi confronti fra le due stagioni di sperimentazione. L'estrema variabilità fra gli andamenti meteorologici delle due annate ha consentito l'osservazione dei parametri analizzati in situazioni estremamente differenti: la stagione 2013, caratterizzata da ingenti precipitazioni e da basse temperature medie, e la 2012 dominata da alte temperature e condizioni di stress idrico. Sulla base della carta pedologica aziendale è stata inoltre effettuata una classificazione dei vigneti in suoli limitanti e non limitanti in termini di capacità di rifornimento idrico delle piante. Mentre nel 2012 tale classificazione ha evidenziato differenze significative per i parametri agronomici e analitici, nel 2013 l'estrema piovosità della stagione vegetativa ha ridimensionato il peso della componente pedologica sull'espressione produttiva della vite.
Sviluppo della bacca e profili di maturita' del Sangiovese in differenti condizioni pedologiche nella DO Brunello di Montalcino
BARBATO, SIMONE
2013/2014
Abstract
Con un'area coltivata pari all'11% della superficie viticola nazionale, il vitigno Sangiovese rappresenta la varietà più coltivata in Italia e fra le più diffuse al mondo. Il numero dei lavori di ricerca che si occupano dell'influenza degli elementi pedo-climatici sull'espressione quali-quantitativa della vite è estremamente vasto. Fra i fattori che più incidono sul risultato produttivo si annoverano la radiazione solare, il tipo di suolo e l'approvvigionamento idrico. Il Sangiovese, definito nel corso di numerose prove sperimentali come un vitigno altamente reattivo alla variabilità pedo-climatica, si configura come una varietà ottimale per l'approfondimento e la caratterizzazione dei complessi rapporti fra genotipo e ambiente. L' evoluzione del comparto vitivinicolo richiede oggi uno studio minuzioso delle relazioni fra vitigno e territorio finalizzato alla tipicizzazione dei prodotti, obiettivo ambito sia per il il miglioramento qualitativo delle produzioni che per il loro incremento di appeal sul mercato. Il presente lavoro, sfruttando la trentennale collaborazione fra l'azienda Banfi e il dipartimento di produzioni vegetali dell'Università di Milano, è stato svolto nella DOCG Brunello di Montalcino (Siena) nell'annata 2013. All'interno della superficie aziendale sono stati selezionati venti vigneti con l'intento di identificare i differenti profili di maturazione delle bacche in relazione al tipo di suolo e all'espressione vegetativa dei vigneti. I rilievi agronomici e le determinazioni analitiche hanno evidenziato un'elevata variabilità nel potenziale produttivo dei vigneti offrendo un esempio significativo dei complessi legami che intercorrono fra le potenzialità produttive delle vite e l'ambiente circostante. Fra i molti parametri analizzati particolare attenzione è stata rivolta all'accumulo degli antociani per kg d'uva. Tale valore si è rivelato dipendente più dalla capacità di sintesi riferita all'unità di peso della buccia che dal rapporto Buccia-Bacca. Sfruttando la disposizione dei medesimi dati relativi alla precedente annata 2012 è stato possibile inoltre effettuare i primi confronti fra le due stagioni di sperimentazione. L'estrema variabilità fra gli andamenti meteorologici delle due annate ha consentito l'osservazione dei parametri analizzati in situazioni estremamente differenti: la stagione 2013, caratterizzata da ingenti precipitazioni e da basse temperature medie, e la 2012 dominata da alte temperature e condizioni di stress idrico. Sulla base della carta pedologica aziendale è stata inoltre effettuata una classificazione dei vigneti in suoli limitanti e non limitanti in termini di capacità di rifornimento idrico delle piante. Mentre nel 2012 tale classificazione ha evidenziato differenze significative per i parametri agronomici e analitici, nel 2013 l'estrema piovosità della stagione vegetativa ha ridimensionato il peso della componente pedologica sull'espressione produttiva della vite.File | Dimensione | Formato | |
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