This thesis aims to highlight the cultural richness of the tale, by analyzing the universal aspects of popular fiction. The presence of similar plots and typical characters, common also to peoples geographically or historically far between, would make it possible to ethnographic research on the fairy tale of offering incentives and significant contributions to the current initiatives on cultural mediation. The thesis is divided into three chapters, each of which deals with the universality of the tale from the point of view particolare. The first chapter is limited to the work and the method of collection of Sicilian fairytales of Giuseppe Pitre, whose similarities and variations, present in similar stories of different municipalities of Sicily, become the pretext for addressing in general the anthropological discourse on the possible origin monogenetic or polygenetic of fairytales and also for addressing the Jung's psychoanalytical reflection on the existence of archetypes of the collective unconscious, which connect the human feeling of every individual. The character of Giufà, analyzed in the second chapter, is cited as an example of cultural bridge between the Mediterranean populations that identify him as the protagonist of similar tales, embodying the ambivalence between wisdom and stupidity. Finally in the third chapter is actualized the use of the fairy tale in intercultural projects promoted in the Italian school system or in citizens' initiatives to encourage cross-cultural dialogue, stimulate curiosity about their traditions and increase awareness of the transience of cultural boundaries, often marked by mistrust .
Questa tesi si propone di valorizzare la ricchezza culturale della fiaba, analizzando gli aspetti universali della narrativa popolare. La presenza di trame simili e personaggi tipici, comuni anche a popoli geograficamente o storicamente distanti tra loro, permetterebbe infatti alla ricerca etnografica sulla fiaba di offrire stimoli e contributi significativi alle attuali iniziative per la mediazione culturale. La tesi è divisa in tre capitoli, ognuno dei quali analizza l'universalità del racconto fiabesco da un punto di vista particolare. Il primo capitolo è circoscritto all'opera e al metodo di raccolta delle fiabe siciliane di Giuseppe Pitrè, le cui analogie e varianti, presenti in storie simili di diversi comuni della Sicilia, diventano il pretesto per affrontare ad un livello più generale il discorso antropologico sulla possibile origine monogenetica o poligenica delle fiabe e anche per introdurre la riflessione psicoanalitica di Jung sull'esistenza degli archetipi dell'inconscio collettivo, che collegano il sentire umano di ogni individuo. Il personaggio narrativo di Giufà, analizzato nel secondo capitolo, è citato come esempio di ponte culturale tra le popolazioni mediterranee che lo identificano come il protagonista di storie simili, in cui incarna l'ambivalenza tra saggezza e stupidità. Infine, nel terzo capitolo si attualizza l'uso della fiaba nei progetti interculturali promossi nel sistema scolastico italiano o in iniziative cittadine per incoraggiare il dialogo intraetinico, stimolare la curiosità per le proprie tradizioni popolari e aumentare la consapevolezza della labilità dei confini culturali, spesso segnati dalla diffidenza
La Fiaba: usi e funzioni del racconto popolare per la mediazione interculturale
LUCÀ, LAURA
2013/2014
Abstract
Questa tesi si propone di valorizzare la ricchezza culturale della fiaba, analizzando gli aspetti universali della narrativa popolare. La presenza di trame simili e personaggi tipici, comuni anche a popoli geograficamente o storicamente distanti tra loro, permetterebbe infatti alla ricerca etnografica sulla fiaba di offrire stimoli e contributi significativi alle attuali iniziative per la mediazione culturale. La tesi è divisa in tre capitoli, ognuno dei quali analizza l'universalità del racconto fiabesco da un punto di vista particolare. Il primo capitolo è circoscritto all'opera e al metodo di raccolta delle fiabe siciliane di Giuseppe Pitrè, le cui analogie e varianti, presenti in storie simili di diversi comuni della Sicilia, diventano il pretesto per affrontare ad un livello più generale il discorso antropologico sulla possibile origine monogenetica o poligenica delle fiabe e anche per introdurre la riflessione psicoanalitica di Jung sull'esistenza degli archetipi dell'inconscio collettivo, che collegano il sentire umano di ogni individuo. Il personaggio narrativo di Giufà, analizzato nel secondo capitolo, è citato come esempio di ponte culturale tra le popolazioni mediterranee che lo identificano come il protagonista di storie simili, in cui incarna l'ambivalenza tra saggezza e stupidità. Infine, nel terzo capitolo si attualizza l'uso della fiaba nei progetti interculturali promossi nel sistema scolastico italiano o in iniziative cittadine per incoraggiare il dialogo intraetinico, stimolare la curiosità per le proprie tradizioni popolari e aumentare la consapevolezza della labilità dei confini culturali, spesso segnati dalla diffidenzaFile | Dimensione | Formato | |
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