This thesis examines cartography and travel during the Tokugawa period. Thanks to the peace established under the shogunate, cartography flourished and developed. Initially reserved for political commissions, during the Tokugawa era, the patrons diversified, ranging from priests to warriors and even satirical authors. According to the scholar Brian Harley, maps are not objective representations of space but reflect the influence of the social context and the commissioner, sometimes merging with other disciplines. The shogunate produced various types of maps to better manage the territory and emphasize its control over the state, including road maps. Based on Harley's theory, two types of road maps will be compared: one commissioned by political powers and the other by religious authorities, to show the different forms of territorial manipulation carried out by both. The thesis then introduces the flourishing culture of travel, which involved various social classes, from daimyō who traveled regularly for the sankin kōtai, to leisure travelers, and pilgrims. This culture also influenced print publishing, which produced travel materials such as dōchū zu and meisho zue. The former served for physical journeys, while the latter allowed "virtual" travel from home. Finally, two maps are analyzed: the Saikoku junrei dōchū zu, which guided pilgrims through the thirty-three temples of Saigoku and was designed to be practical for travel, and Utagawa Yoshitora's Tōkaidō Meisho Zue, which supports "virtual" travel by depicting the Tōkaidō road in ukiyoe style, showing its stations and views. This last map artistically represents the main road of the period, also serving as propaganda for both the road itself and the system of "alternate attendance".

La tesi esamina la cartografia e il viaggio durante l'epoca Tokugawa. Grazie alla pace sotto lo shogunato, la cartografia rifiorisce e si sviluppa. Inizialmente riservata a commissioni politiche, in seguito in epoca Tokugawa i committenti iniziarono a diversificarsi: da sacerdoti, a guerrieri fino ad autori satirici. Le mappe, secondo lo studioso Brian Harley, non sono rappresentazioni oggettive dello spazio, ma riflettono l'influenza del contesto sociale e del committente, ibridandosi a volte con altre discipline. Lo shogunato fece produrre diverse tipologie di mappe con il fine di amministrare al meglio il territorio e per sottolineare il controllo che aveva sullo stato, tra queste vi erano le mappe stradali. Sulla base della teoria sostenuta da Harley verranno messi a paragone due tipologie di mappe stradali, una commissionata dai poteri politici e una da quelli religiosi, per mostrare le diverse tipologie di manipolazioni territoriali che avvenivano da parte di entrambi i poteri. Si introduce successivamente la fiorente cultura del viaggio, che coinvolse vari strati sociali, dai daimyō che viaggiavano periodicamente per il sankin kōtai, ai viaggiatori per svago fino ai pellegrini. Questa cultura influenzò anche la stampa editoriale, che produsse materiali di viaggio come i dōchū zu e i meisho zue. Il primo serviva per viaggi fisici, mentre il secondo permetteva di viaggiare "virtualmente" da casa. Infine vengono analizzate due mappe: il Saikoku junrei dōchū zu, per orientarsi per il pellegrinaggio dei trentatré templi di Saigoku e pensato per essere pratico durante il viaggio, e il Tōkaidō Meisho Zue di Utagawa Yoshitora, utilizzabile come supporto al viaggio “virtuale” perché rappresenta seguendo uno stile ukiyoe quello che sarebbe il Tōkaidō mostrandone le stazioni e le vedute. Quest'ultima mappa rappresenta in modo artistico la principale strada del periodo fungendo anche da propaganda per la stessa e per la "presenza alternata".

Cartografia e viaggio nel Giappone Tokugawa

REDONDI, FRANCESCA
2023/2024

Abstract

La tesi esamina la cartografia e il viaggio durante l'epoca Tokugawa. Grazie alla pace sotto lo shogunato, la cartografia rifiorisce e si sviluppa. Inizialmente riservata a commissioni politiche, in seguito in epoca Tokugawa i committenti iniziarono a diversificarsi: da sacerdoti, a guerrieri fino ad autori satirici. Le mappe, secondo lo studioso Brian Harley, non sono rappresentazioni oggettive dello spazio, ma riflettono l'influenza del contesto sociale e del committente, ibridandosi a volte con altre discipline. Lo shogunato fece produrre diverse tipologie di mappe con il fine di amministrare al meglio il territorio e per sottolineare il controllo che aveva sullo stato, tra queste vi erano le mappe stradali. Sulla base della teoria sostenuta da Harley verranno messi a paragone due tipologie di mappe stradali, una commissionata dai poteri politici e una da quelli religiosi, per mostrare le diverse tipologie di manipolazioni territoriali che avvenivano da parte di entrambi i poteri. Si introduce successivamente la fiorente cultura del viaggio, che coinvolse vari strati sociali, dai daimyō che viaggiavano periodicamente per il sankin kōtai, ai viaggiatori per svago fino ai pellegrini. Questa cultura influenzò anche la stampa editoriale, che produsse materiali di viaggio come i dōchū zu e i meisho zue. Il primo serviva per viaggi fisici, mentre il secondo permetteva di viaggiare "virtualmente" da casa. Infine vengono analizzate due mappe: il Saikoku junrei dōchū zu, per orientarsi per il pellegrinaggio dei trentatré templi di Saigoku e pensato per essere pratico durante il viaggio, e il Tōkaidō Meisho Zue di Utagawa Yoshitora, utilizzabile come supporto al viaggio “virtuale” perché rappresenta seguendo uno stile ukiyoe quello che sarebbe il Tōkaidō mostrandone le stazioni e le vedute. Quest'ultima mappa rappresenta in modo artistico la principale strada del periodo fungendo anche da propaganda per la stessa e per la "presenza alternata".
Cartography and Travel in Tokugawa Japan
This thesis examines cartography and travel during the Tokugawa period. Thanks to the peace established under the shogunate, cartography flourished and developed. Initially reserved for political commissions, during the Tokugawa era, the patrons diversified, ranging from priests to warriors and even satirical authors. According to the scholar Brian Harley, maps are not objective representations of space but reflect the influence of the social context and the commissioner, sometimes merging with other disciplines. The shogunate produced various types of maps to better manage the territory and emphasize its control over the state, including road maps. Based on Harley's theory, two types of road maps will be compared: one commissioned by political powers and the other by religious authorities, to show the different forms of territorial manipulation carried out by both. The thesis then introduces the flourishing culture of travel, which involved various social classes, from daimyō who traveled regularly for the sankin kōtai, to leisure travelers, and pilgrims. This culture also influenced print publishing, which produced travel materials such as dōchū zu and meisho zue. The former served for physical journeys, while the latter allowed "virtual" travel from home. Finally, two maps are analyzed: the Saikoku junrei dōchū zu, which guided pilgrims through the thirty-three temples of Saigoku and was designed to be practical for travel, and Utagawa Yoshitora's Tōkaidō Meisho Zue, which supports "virtual" travel by depicting the Tōkaidō road in ukiyoe style, showing its stations and views. This last map artistically represents the main road of the period, also serving as propaganda for both the road itself and the system of "alternate attendance".
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/6407