La critica a danno delle finanze borboniche di cui è autore lo Scialoja non instaura direttamente la polemica con il Magliani. Da un passo del De Cesare raccolto negli scritti di Luigi Einaudi apprendiamo infatti che: ¿Ferdinando II, il quale invano ne aveva interdetto l'introduzione, ordinò che le accuse fossero ad una ad una ribattute. Furono scelti a rispondere monsignor Salzano per la parte ecclesiastica; Federico del Re, Nicola Rocco, Ciro Scotti, Francesco Durelli, Alfonso de Niquesa ed il canonico Caruso per i vari rami dell'amministrazione; Agostino Magliani e Girolamo Scalamandrè per le finanze ¿ Ricollegandoci adesso all'obiettivo iniziale del lavoro, ci chiediamo nuovamente se le finanze dello stato borbonico, rispetto alle finanze piemontesi, fossero davvero così disastrose come le dipinge lo Scialoja. Nonostante che in precedenza avevamo affermato che non sembrasse così, adesso, dopo l'attenta analisi degli scritti e dello Scialoja e del Magliani, possiamo affermare, senza dubbio, che la risposta a questa domanda è definitivamente negativa. Le finanze borboniche presentavano un buon stato di salute anche rispetto alle finanze sabaude. Ricordiamo che il debito pubblico del Mezzogiorno era interamente detenuto da cittadini borbonici, a differenza di quello piemontese. Oggi, alla luce di altri studi, diverse fonti confermano infatti lo stato di forte crisi finanziaria del Regno sabaudo riportando, invece, una situazione opposta per il Regno delle Due Sicilie. Secondo tali fonti, infatti, il debito pubblico borbonico era un terzo di quello piemontese (26 milioni di lire contro 64), ma all'unificazione del 1861 quest'ultimo venne accollato anche ai cittadini degli altri stati preunitari. In particolare, in un suo studio del 1862, il barone Giacomo Savarese confrontò le rendite, ovvero i titoli di Stato del Piemonte e delle Due Sicilie. In particolare, evidenziò che il Piemonte aveva nel 1847 un debito pubblico limitato a 9.342.707,04 lire annue, il quale negli anni successivi lievitò a tal punto che nel solo 1860 furono emesse rendite per 67.974.177,10 lire . Per contro, il totale delle emissioni di titoli del debito pubblico delle Due Sicilie, nel decennio 1848-1859, era di 5.210.731,00 lire. Savarese, inoltre, mise a confronto, sempre per gli anni cinquanta, i bilanci e le leggi delle Due Sicilie e del Piemonte deducendone che quest'ultimo aveva accumulato, rispetto al primo, un disavanzo maggiore di 234.966.907,40 lire (369.308.006,59 lire del Piemonte contro 134.341.099,19 lire delle Due Sicilie ¿ che, negli anni 1856 e 1859, avevano fatto registrare finanche un avanzo di bilancio) . Sempre nello stesso periodo, il Piemonte aveva approvato 22 provvedimenti legislativi che introducevano nuove tasse o aggravavano quelle già esistenti (contro nessuna nuova tassa o aggravio nelle Due Sicilie), nonché altre disposizioni che decretarono l'alienazione di una serie di beni pubblici per ridurre il disavanzo . La solidità finanziaria delle Due Sicilie da un lato e la contemporanea situazione opposta a carico del Piemonte.
LA POLEMICA SCIALOJA-MAGLIANI SULLE FINANZE SABAUDE E BORBONICHE DI METÀ '800
MORMILE, STEFANO
2013/2014
Abstract
La critica a danno delle finanze borboniche di cui è autore lo Scialoja non instaura direttamente la polemica con il Magliani. Da un passo del De Cesare raccolto negli scritti di Luigi Einaudi apprendiamo infatti che: ¿Ferdinando II, il quale invano ne aveva interdetto l'introduzione, ordinò che le accuse fossero ad una ad una ribattute. Furono scelti a rispondere monsignor Salzano per la parte ecclesiastica; Federico del Re, Nicola Rocco, Ciro Scotti, Francesco Durelli, Alfonso de Niquesa ed il canonico Caruso per i vari rami dell'amministrazione; Agostino Magliani e Girolamo Scalamandrè per le finanze ¿ Ricollegandoci adesso all'obiettivo iniziale del lavoro, ci chiediamo nuovamente se le finanze dello stato borbonico, rispetto alle finanze piemontesi, fossero davvero così disastrose come le dipinge lo Scialoja. Nonostante che in precedenza avevamo affermato che non sembrasse così, adesso, dopo l'attenta analisi degli scritti e dello Scialoja e del Magliani, possiamo affermare, senza dubbio, che la risposta a questa domanda è definitivamente negativa. Le finanze borboniche presentavano un buon stato di salute anche rispetto alle finanze sabaude. Ricordiamo che il debito pubblico del Mezzogiorno era interamente detenuto da cittadini borbonici, a differenza di quello piemontese. Oggi, alla luce di altri studi, diverse fonti confermano infatti lo stato di forte crisi finanziaria del Regno sabaudo riportando, invece, una situazione opposta per il Regno delle Due Sicilie. Secondo tali fonti, infatti, il debito pubblico borbonico era un terzo di quello piemontese (26 milioni di lire contro 64), ma all'unificazione del 1861 quest'ultimo venne accollato anche ai cittadini degli altri stati preunitari. In particolare, in un suo studio del 1862, il barone Giacomo Savarese confrontò le rendite, ovvero i titoli di Stato del Piemonte e delle Due Sicilie. In particolare, evidenziò che il Piemonte aveva nel 1847 un debito pubblico limitato a 9.342.707,04 lire annue, il quale negli anni successivi lievitò a tal punto che nel solo 1860 furono emesse rendite per 67.974.177,10 lire . Per contro, il totale delle emissioni di titoli del debito pubblico delle Due Sicilie, nel decennio 1848-1859, era di 5.210.731,00 lire. Savarese, inoltre, mise a confronto, sempre per gli anni cinquanta, i bilanci e le leggi delle Due Sicilie e del Piemonte deducendone che quest'ultimo aveva accumulato, rispetto al primo, un disavanzo maggiore di 234.966.907,40 lire (369.308.006,59 lire del Piemonte contro 134.341.099,19 lire delle Due Sicilie ¿ che, negli anni 1856 e 1859, avevano fatto registrare finanche un avanzo di bilancio) . Sempre nello stesso periodo, il Piemonte aveva approvato 22 provvedimenti legislativi che introducevano nuove tasse o aggravavano quelle già esistenti (contro nessuna nuova tassa o aggravio nelle Due Sicilie), nonché altre disposizioni che decretarono l'alienazione di una serie di beni pubblici per ridurre il disavanzo . La solidità finanziaria delle Due Sicilie da un lato e la contemporanea situazione opposta a carico del Piemonte.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/64047